BERNARDI, Antonio Maria
Pittore. e scenografo, vissuto fra il secolo XVII e il XVIII, nato probabilmente a Bologna.
Come il fratello Fabrizio, che gli fu spesso collaboratore, è ritenuto generalmente allievo di Luigi Quaini, pittore di quadrature. Tuttavia, il Rapparini, che fu segretario dell'elettore del Palatinato Giovanni Guglielrno e favorì tutti gli artisti italiani (e tra essi il B.) che lavoravano per l'elettore, riferisce che egli fu allievo di A. Mitelli. Comunque la formazione artistica dei due fratelli fu essenzialmente quella di pittori di architetture e di decorazioni scenografiche. Tale tipo di pittura era assai in voga a Bologna dalla metà del seicento, e sia il Quaini sia il Mitelli ne erano fra i maggiori rappresentanti.
L'attività del B. in Italia è assai poco nota e se ne hanno solo notizie vaghe e imprecise. Viene considerata come la prima impresa del B. e del fratello la decorazione della cappella della Madonna del Monte a Bologna (distrutta nel 1806); tuttavia pare (cfr. Zucchini, 1939) che solo nel 1686 (successivamente cioè ai loro primi lavori documentati in Germania) i due fratelli abbiano dipinto nella volta antistante l'Assunzione della Vergine e partiti architettonici sulle pareti laterali.
A Venezia nella chiesa di S. Stefano il B., forse con l'aiuto del fratello, dovrebbe aver decorato il soffitto di una cappella e nella chiesa di S. Moisè due piccole volte. Si ritiene che anche a Padova, Vicenza e Mantova i due Bemardi abbiano affrescato chiese e palazzi, ma non rimane notizia più sicura e precisa di questa loro attività.
Pare che i due fratelli siano stati chiamati entrambi a Mannheim; l'unica notizia sicura, comunque, è che il 23 giugno 1682 il B., che aveva domicilio in Heidelberg, fu chiamato dal Consiglio comunale di Mannheim perché desse il suo parere sulla progettata decorazione del municipio di quella città. A quel tempo aveva già affrescato la cappella della Concordia nella fortezza di Friedrichsburg. Da quando abbia inizio la sua collaborazione alle decorazioni di Lustheim, nei pressi di Monaco, non si sa con sicurezza, ma dalla storia di quel palazzo si può arguire che ciò avvenne intorno agli anni subito dopo il 1685. I limiti di tale collaborazione non si possono più definire con esattezza, comunque èverosimile che egli abbia lavorato, accanto al Valeriani, a due affreschi, il Sacrificio di Ifigenia e Giove dona a Diana l'arco e le frecce, nonché alle fastose comici, ricche di prospettive architettoniche e di figure in funzione di statue. Eseguì inoltre una serie di soffitti con scene mitologiche per il castello di Schleissheim (cfr. Lipowsky).
è sicuro che sia il B. sia il fratello Fabrizio, se non dal 1695, almeno dal 1697, lavorarono per la corte di Düsseldorf, ricevendo, in qualità di pittori di corte, ovvero di teatro, uno stipendio annuo complessivo. di 900 talleri. In una lista di contribuenti del 1710 entrambi i fratelli vengono tassati per la stessa somma. Fabrizio rimase a Düsseldorf fino al 1711, il B. fino al 1716. Per la morte del principe elettore Giovanni Guglielmo del Palatinato, il B., insieme con il macchinista A. Fabri, decorò la chiesa di S. Andrea di Düsseldorf (inumazione il 3 ag. 1716). Secondo il Freund, il B., nel 1718, avrebbe seguito la corte da Düsseldorf a Heidelberg, e, dal 1723, figurerebbe nei ruoli del personale di corte dell'elettore palatino.
Delle opere del periodo di Düsseldorf, ricordiamo i dipinti nel convento delle carmelitane, nella chiesa delle celestine, oltre a quelli eseguiti con la collaborazione di L. Bonaveri nella sagrestia della cappella di corte. Non si sono potuti trovare i documenti di archivio relativi all'attività del B. nel castello di Bensberg. Fra le decorazioni teatrali eseguite dal B., le scene per le opere La forza del giusto (1700; testo di Rapparini, musica di H. Wilderer e Kraft) e La monarchia stabilita (1703; musica di H. Wilderer) sono conosciute fin nei minimi particolari. I contemporanei rimasero colpiti da un suo schizzo di scalinata fantastica che ci è stato tramandato da un modello per medaglia del Rapparini. Su ordine del principe elettore, prese come allievo G. G. Fischer.
Fonti e Bibl.: M. Boschini, Descriz. di tutte le opere pubbl. della città di Venezia, Venezia 1733, pp. 167, 174, 341; L. Crespi, Vite de' pittori bolognesi, Roma 1769, III, p. 270; G. Moschini, Guida per la città di Venezia, I, Venezia 1815, p. 586; Die Rapparini-Handschrift… [sec. XVIII], a cura di H. Kühn-Steinhausen, Düsseldorf 1958, pp. 76 s., 85, 90, 12*; F. J. Lipowsky, Bayerisches Künstler-Lexikon, I, München 1810, p. 28; K. Strativen, Ueber künstlerisches Leben und Wirken in Düsseldorf…, Düsseldorf 1862, p. 24; E. Meyer, Allgemeines Künstler-Lexikon, III, Leipzig 1885, p. 639; F. Schaarschmidt, Zur Geschichte der Düsseldorfer Kunst…, Düsseldorf 1902, p. 16; R. A. L. Paulus, Der Baumeister Henrico Zuccalli, Strassburg 1912, pp. 81, 226, 238; F. Lau, Beiträge zur Geschichte der Kunstbestrebungen des Kurfürsten Johann Wilhelm,in Düsseldorfer Jahrbuch. Beiträge zur Geschichie des Niederrheins, XXVI(1913-14), p. 247; K. Freund Hoftheaterarchitekten und -Maler der Kurpfalz, in Mannheimer Geschichtsbläter, XIV (1923), p. 157; F. Zobely, Die Musik am Hofe des Kurfürsten Johann Wilhelm von der Pfalz, in Neues Archiv für die Geschichte der Stadt Heidelberg, XIII(1928), p. 143; L. Göller, Beiträge zur Lebens- und Familiengeschichte kurpfäIzischer Künstler und Kunsthandwerker im 18. Jahrhundert, ibid., XIV(1929), pp. 122-124; L'Opera del Genio ital. all'estero, Gli artisti ital. in Germania, I, F. Hermanin, Gli architetti, Roma 1934, pp. 100 s.; III, E. Lavagnino, I pittori e gl'incisori, Roma 1943, v. Indice; F. Lau, Die Regierungskollegien zu Düsseldorf und der Hofstaat zur Zeit Johann Wilhelms, in Düsseldorfer Jahrbuch. Beiträge zur Geschichte des Niederrheins, XXXIX(1937), p. 229 e XL (1938), p. 270; G. Zucchini, La Madonna del Monte di Bologna, Bologna 1939, p. 39; H. Kühn-Steinhausen, Johann Wilhelm Kurfürst von der Pfalz, Herzog von Jülich-Berg, Düsseldorf 1958, pp. 111, 122; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 434.