MANGINI, Antonio
Primogenito di Angiolo e di Anna Tonci, nacque il 30 nov. 1819 a Livorno, dove attese privatamente agli studi classici. Nel 1841, dopo la laurea in giurisprudenza all'Università di Pisa, si trasferì a Firenze per svolgere pratica legale e nel 1845, tornato a Livorno, esordì nella professione presso lo studio dell'avvocato L. Giera. Risale al 1848 la conoscenza, poi divenuta duratura amicizia, con F.D. Guerrazzi, arrestato in quell'anno per motivi politici: il M., benché tenente della guardia civica, rifiutò di prendere parte all'arresto e Guerrazzi, già informato sul suo conto dall'amico Giera, gli affidò il proprio studio legale, rimasto senza direzione a causa della carcerazione.
Parallelamente alla professione forense, il M. si dedicò alla politica, militando nelle file dei democratici come presidente del Circolo nazionale di Livorno e come membro di una commissione eletta - durante la rivolta popolare livornese del 1848 - per sedare gli animi attraverso proclami e mediazioni con il governo. Fu inoltre tra i fondatori del periodico Cronaca popolare e tra i collaboratori de Il Corriere livornese; dei vari discorsi da lui dati alle stampe uno era dedicato a Della costituzione in Toscana (Livorno 1848). Assertore dell'unione della Toscana con la Repubblica Romana, il M. firmò, in qualità di presidente del Circolo nazionale, un manifesto pubblicato nel Corriere livornese del 28 febbr. 1849 per chiedere al triumvirato di Guerrazzi, G. Montanelli e G. Mazzoni che gli atti pubblici s'intitolassero "governo provvisorio repubblicano della Toscana". Questo manifesto, con l'entrata degli Austriaci a Livorno (11 maggio 1849), costituì uno fra i principali capi di accusa contro il M., che il 14 luglio 1849 fu arrestato, condannato a quattordici mesi di reclusione a Portoferraio e scarcerato dopo un mese in seguito a un suo ricorso.
Con la condanna all'esilio comminata al Guerrazzi, il M. acquisì nel 1854 la proprietà dello studio legale, alle cure del quale continuò ad alternare l'attività letteraria. Oltre a collaborare al periodico L'Euterpe - dove fra l'altro pubblicò due racconti poi editi singolarmente, La povera Lucia (Livorno 1857) e La moneta parlante (ibid. 1858) -, dette alle stampe alcune tragedie fra cui Giselda (ibid. 1851) e Il bardo irlandese (Firenze 1857). L'attitudine per la poesia patriottica dimostrata in componimenti apparsi nei periodici cui collaborava favorì la durevole amicizia con la poetessa Giannina Milli, che conobbe a Firenze nel 1858.
Si riaffacciò sulla scena politica in vista delle elezioni dell'Assemblea toscana con l'opuscolo Sul proposito delle future elezioni (s.l. né d., ma Livorno 1859), in cui asseriva il principio dell'annessione al Regno sardo; eletto deputato il 7 ag. 1859 in rappresentanza del compartimento di Siena, nella seduta del 9 nov. 1859 il M. vide approvata una sua proposta di riconoscimento di benemerenze ai combattenti delle guerre d'indipendenza. In seguito al plebiscito che ratificò l'annessione della Toscana al Regno sardo, il M., durante l'ultima seduta dell'Assemblea (20 marzo 1860), si oppose, insieme con G. Montanelli, A. Mordini e R. Caldini, al voto di plauso al governo di B. Ricasoli che, a suo dire, convocando il plebiscito aveva esautorato l'Assemblea.
Ebbe così termine la sua vita parlamentare. Il M. tuttavia non cessò di occuparsi di politica: come membro della Fratellanza artigiana, fece visita a G. Garibaldi prigioniero dopo Aspromonte al Varignano, presso La Spezia, per poi raccontare le sue impressioni nell'opuscolo Una gita al Varignano (Livorno 1862). Inviato nel 1863 a Parma al decimo congresso degli operai italiani, caldeggiò e fece approvare l'idea di un giornale operaio (Mangini, 1881, pp. 52 s.).
Attivamente impegnato anche a favore di Guerrazzi, nel frattempo tornato dall'esilio, nel 1863 il M. collaborò alla creazione della Società democratica livornese, che con la Fratellanza artigiana costituiva il bacino elettorale guerrazziano. Partecipò, inoltre, alla direzione dell'Indicatore, organo a stampa della suddetta società. Lo stretto legame con Guerrazzi, testimoniato anche da un cospicuo scambio epistolare, perdurò fino alla scomparsa dello scrittore che, eletto deputato dal 1860 al 1870, morì nel 1873 e fu dal M. ricordato con una raccolta di Onoranze funebri a F.D. Guerrazzi: ragguagli e documenti (Livorno 1874).
Nel 1865, riuscita vana la sua candidatura alle elezioni politiche, il M. puntò sull'amministrazione comunale esponendo il suo programma nell'opuscolo Riordinamento del Comune di Livorno (ibid. 1865); con le elezioni del Consiglio municipale riformato secondo la legge di unificazione amministrativa, fu eletto dapprima consigliere, poi assessore alla Pubblica Istruzione, carica che mantenne a fasi alterne fino al 1870. Frattanto continuò a sostenere la causa garibaldina adoperandosi per i rifornimenti ai volontari livornesi nella campagna del 1867 per la liberazione di Roma, e presiedendo, dopo l'arresto, avvenuto il 27 settembre, di Garibaldi a Sinalunga, un comizio di protesta a Livorno in linea con le dimostrazioni di molte altre città italiane contro il governo di U. Rattazzi.
Ribadendo posizioni anticlericali già espresse nel 1865 in pubbliche manifestazioni a favore della soppressione degli ordini religiosi e dell'abolizione della pena capitale, il M. si unì al dissenso dei liberali italiani nei riguardi del concilio ecumenico Vaticano I, con l'apertura di una sottoscrizione e la pubblicazione di un romanzo, Don Angelo (ibid. 1869), d'ispirazione anticlericale.
Dopo la sua rielezione al consiglio comunale fu assessore all'Istruzione nel 1875, e negli ultimi anni il M. mantenne, fra i suoi incarichi amministrativi, solo quello di consigliere provinciale. Nel 1879 aderì alla Lega della democrazia fondata a Roma da Garibaldi, divenendo consigliere di un sottocomitato formato a Livorno.
Il 7 maggio 1880 il M. morì di meningite a Livorno.
Fonti e Bibl.: F.D. Guerrazzi, Lettere, a cura di F. Martini, I, Torino-Roma 1891, ad ind.; Carteggi italiani inediti o rari, antichi e moderni, a cura di F. Orlando, I, 2, Firenze 1894, pp. 32 s.; Le Assemblee del Risorgimento…, V, Toscana, 3, Roma 1911, pp. 657, 663, 728 s., 770 s.; A. Mangini, Notizie biografiche dell'avv. A. M. con aggiunta di alcuni suoi scritti editi ed inediti, Livorno 1881; Id., F.D. Guerrazzi: cenni e ricordi, Livorno 1919, pp. 52, 85 s., 137; Id., Sulla vita forense di F.D. Guerrazzi, in F.D. Guerrazzi, Memorie legali e scritti giuridici, Livorno 1923, pp. 140 s.; Id., Il Guerrazzi e A. M., in F.D. Guerrazzi, Studi e documenti, Firenze 1924, pp. 145-147; Scritti scelti di F.D. Guerrazzi e C. Bini, a cura di A. Cajumi, Torino 1955, pp. 550-552; Il giornalismo italiano dal 1861 al 1870. Atti del V Congresso dell'Istituto nazionale per la storia del giornalismo… 1966, Torino 1966, pp. 152 s.; Enc. biografica e bibliografica "Italiana", F. Ercole, Gli uomini politici, II, p. 250.