MAFFI, Antonio
Nacque a Milano l'11 dic. 1845 da Stefano e Paolina Sala. Dopo aver frequentato le scuole elementari svolse una serie di lavori saltuari, finché, nel novembre 1864, entrò nell'officina tipografica dello stabilimento Civelli di Milano, dove acquisì la qualifica di fonditore di caratteri. Distintosi nella professione - nel 1879 fece parte del giurì all'Esposizione tipografica del capoluogo lombardo - fu attratto fin dai primi anni Settanta dall'attività svolta dalle società di mutuo soccorso milanesi, egemonizzate da forze d'ispirazione radicale e democratica.
Segretario nel 1874 della Società dei fonditori di caratteri P. Castaldi, il M. divenne ben presto una figura di spicco del Consolato operaio milanese e poi della Confederazione operaia lombarda, che raggruppavano le associazioni di tendenze democratiche. Negli anni Ottanta, proprio nell'ambiente radicale milanese raccolto intorno al giornale Il Secolo, fu a contatto con personalità quali F. Cavallotti, C. Romussi, G. Marcora e N. Colajanni, che il M. si formò politicamente. Collaborò al periodico La Democrazia e dal luglio al settembre 1883 diresse La Rivista operaia, in cui polemizzò col Partito operaio italiano (POI).
Lo scontro riguardò alcuni capisaldi delle sue concezioni politiche: dalla volontà di includere le organizzazioni proletarie in un vasto fronte democratico fino al tentativo di costruire una stabile alleanza, anche elettorale, tra radicali, socialisti e repubblicani. Il M. cercò infatti da un lato di scongiurare il pericolo di una divisione fra la tradizione democratico-mazziniana e il nascente movimento socialista, dall'altro di impedire una deriva apolitica delle organizzazioni dei lavoratori. Egli non può perciò essere considerato organico ad alcun partito o raggruppamento, sebbene fra gli anni Ottanta e Novanta lo si trovi partecipe a pieno titolo delle vicende del Patto di fratellanza, della massoneria, del radicalismo e del processo costitutivo del Partito socialista italiano (PSI). Membro nel 1883, insieme a V. Armirotti, G. Bovio, F. Cavallotti, M.R. Imbriani e S. Lemmi, del comitato direttivo del Fascio della democrazia, fallimentare tentativo di racchiudere in un solo organismo politico-parlamentare le sensibilità radicali, repubblicane e socialiste, il M. più tardi fu tra i primi a comprendere l'impossibilità di vivificare la tradizione risorgimentale senza il decisivo apporto del movimento operaio.
All'inizio degli anni Novanta si avvicinò alla Lega socialista milanese e al gruppo che ruotava intorno al periodico Critica sociale, dominato dalla personalità di F. Turati. Nel 1890-91 si impegnò a ricucire lo strappo con quella parte dell'operaismo più interessata alla creazione del PSI, partecipando tra l'altro alla fondazione della Camera del lavoro di Milano, nata appunto dall'accordo fra il Consolato e le associazioni operaiste. Contemporaneamente cercò di spingere le organizzazioni proletarie aderenti al Patto di fratellanza a confluire nel partito socialista.
Questa difficile operazione fallì tuttavia sia sul versante socialista, dove il programma e lo statuto, elaborati da una commissione di cui anch'egli fece parte, vennero smantellati dal congresso di Genova del PSI nel 1892; sia sul versante democratico, dove il processo di fondazione del partito repubblicano avvenne in una prospettiva affatto diversa da quella da lui proposta. Sebbene fosse stato eletto nel primo comitato centrale del PSI, egli si allontanò dalla dirigenza del neonato partito, ritenendo che la componente democratica fosse schiacciata tra una sinistra, nella quale stavano confluendo spezzoni dell'operaismo insieme con il socialismo intransigente di A. Costa, e il riformismo turatiano, nel cui ambito furono progressivamente riassorbite molte delle tematiche a lui care.
L'azione politica del M. si dispiegò in maniera autorevole anche in Parlamento. Egli fu, infatti, eletto deputato nella XV, XVI e XVII legislatura: le prime due nel collegio di Milano I, l'ultima in quello di Massa Carrara. Primo parlamentare "operaio" più che "socialista", eletto grazie all'allargamento del suffragio nel 1882, il M. fu presente alla Camera per un decennio, e rappresentò una sorta di contraltare di A. Costa, con il quale polemizzò nel 1887 dalle pagine del Secolo in seguito al rifiuto di votare l'ordine del giorno da questo presentato a favore del ritiro delle truppe italiane dall'Africa.
Alla Camera si oppose al trasformismo, si adoperò a favore delle organizzazioni operaie in chiave mutualistica e previdenziale, per un ampliamento della libertà d'associazione e di sciopero; contestò anche il progetto di legge Depretis sulla concessione ai privati delle ferrovie centrosettentrionali, così come l'eccessivo liberismo della politica doganale italiana.
Nel 1888, all'epoca del primo governo Crispi, il M., che in quanto "notoriamente impiegato nelle logge massoniche milanesi" era sospettato di "segreti rapporti" con i crispini (Fonzi), sembrò assumere un atteggiamento di attesa di fronte alle "riforme sociali" annunciate da Crispi. Ben presto tuttavia, al cospetto delle prime leggi antisocialiste e antioperaie varate da Crispi, si schierò all'opposizione. Dopo i sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti avvenuti a Roma durante la celebrazione del 1 maggio 1891, pronunciò alla Camera un veemente discorso, mentre nel 1892 criticò la politica fiscale del governo Rudinì, giudicandola "rapace".
Aderente nel 1890 al Patto di Roma, che mirava a unire le forze democratico-radicali in chiave anticrispina e anticlericale, il M. nel 1894 si iscrisse alla Lega italiana per la difesa della libertà, mentre nel 1899 partecipò alla prima campagna a favore dei reclusi per i moti del 1898, anno nel quale egli stesso fu arrestato come "sovversivo", nonché condannato a quattro mesi di carcere e a 3000 lire di multa.
Un altro aspetto interessante della vita del M. è dato dal suo forte impegno in campo sindacale e cooperativo. Animatore del Fascio ferroviario e poi, insieme con E. Branconi, dell'Unione ferrovieri italiani e dell'omonimo giornale, egli fu infatti a Milano nel 1890-92 tra i maggiori protagonisti della prima stagione sindacale della categoria, che contribuì a distaccare da orientamenti eccessivamente moderati. Fu tuttavia come protagonista del movimento cooperativo che il M. diede forse il meglio di sé, partecipando nel 1886 a Milano al congresso costitutivo della Federazione nazionale delle cooperative, divenuta poi Lega nazionale delle cooperative, di cui fu segretario generale dal 1887 fino al 1912, anno della sua morte, e dirigendo a lungo il periodico ufficiale della Lega, La Cooperazione italiana.
Nella storia del movimento cooperativo il M. fu, insieme con C. Romussi, tra coloro che più puntarono a inserire questa vasta rete di associazioni in un ambito legalitario e democratico, battendosi contro qualsiasi loro strumentalizzazione a fini rivoluzionari. Dopo aver difeso la Lega dagli attacchi crispini e reazionari, in età giolittiana egli si preoccupò di traghettare anche il mutualismo di origine mazziniana all'interno della Lega, creando all'uopo un istituto affiliato, la Federazione nazionale delle società di mutuo soccorso, e contemporaneamente caldeggiando una netta separazione tra cooperative laiche e cattoliche. Dinanzi alle aperture del liberalismo giolittiano, il M. si batté per accelerare il processo di unificazione fra i tre principali tronconi dell'associazionismo operaio: il cooperativo e il mutualistico, rappresentati dalla Lega, e quello sindacale, dal 1906 aggregato nella Confederazione generale del lavoro (CGdL). Pur subendo anche in questo campo il ruolo dominante del socialismo e la progressiva subalternità del radicalismo e del mazzinianesimo, il M. in realtà riuscì a difendere l'autonomia della Lega dalle mire accentratrici della CGdL, ma soprattutto a fare della cooperazione italiana il modello di una presenza legalitaria e anticonflittuale del movimento operaio dinanzi allo Stato e ai ceti imprenditoriali, talora sino al limite del corporativismo.
Il M. morì a Milano il 9 marzo 1912.
Per quanto riguarda gli scritti del M., oltre alle opere citate in Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano. Libri, Roma-Torino 1964, ad nomen, segnaliamo: Discorso commemorativo: onoranze civili pel 5 anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, tributate dal popolo di Grosseto, auspice la Società operaia, Grosseto 1887; Previdenza e cooperazione nel riconoscimento giuridico e nel diritto comune, Roma 1887; Che selvaggi: riflessioni intorno al divieto sulle indagini della paternità naturale, ibid. 1890; Dieci giorni in Sardegna, ibid. 1892; Guida dei probi-viri per le industrie: con l'introduzione sulla locazione d'opera dell'avv. C. Cavagnari, Milano 1899 e 1900; Manuale per le Società cooperative di produzione e lavoro, ibid. 1902; Manuale per le Società di mutuo soccorso, Milano-Varese 1909; Appendice al Manuale per le Società cooperative di produzione, lavoro e agricole, Milano 1911. Al M. viene infine attribuito l'opuscolo anonimo La Borsa del lavoro in Milano: suoi scopi, benefici e modo di funzionare, ibid. 1890.
Fonti e Bibl.: Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, Attività parlamentare dei socialisti italiani, I, 1882-1900, Roma 1967, ad ind.; Id., Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano. Periodici, Roma-Torino 1956, ad ind.; Bibliografia della stampa periodica operaia e socialista italiana, diretta da F. Della Peruta, I periodici di Milano. Bibliogr. e storia, I-II, Milano 1956-61, ad ind.; L. Guerrini, Organizzazioni e lotte dei ferrovieri italiani, Firenze 1957, ad ind.; L'Italia radicale: carteggi di F. Cavallotti (1867-1898), a cura di S. Merli - L. Dalle Nogare, Milano 1959, ad ind.; Democrazia e socialismo in Italia: carteggi di N. Colajanni (1878-1898), a cura di S.M. Ganci, Milano 1959, ad ind.; F. Turati - A. Kuliscioff, Carteggio, I, 1898-99, a cura di F. pedone, Torino 1977, ad ind.; F. Catalano, Vita politica e questioni sociali (1859-1900), in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 221 s., 237, 260, 270; F. Fonzi, Crispi e lo Stato di Milano, Milano 1965, pp. 71 s.; A. Nascimbene, Il movimento operaio in Italia: la questione sociale a Milano dal 1890 al 1900, Milano 1972, ad ind.; A. Galante Garrone, I radicali in Italia dal 1870 al secolo ventesimo, Torino 1973, ad ind.; E. Finzi, Alle origini del movimento sindacale: i ferrovieri, Bologna, 1975, ad ind.; A. Galante Garrone, Felice Cavallotti, Torino 1976, ad ind.; A. Nascimbene, Il movimento operaio lombardo tra spontaneità e organizzazione (1860-1890), Milano 1976, ad ind.; M. Degl'Innocenti, Storia della cooperazione in Italia: la Lega nazionale delle cooperative (1886-1925), Roma 1977, ad ind.; Il movimento cooperativo nella storia d'Italia (1854-1975), a cura di F. Fabbri, Milano 1979, ad ind.; G. Cervo, Le origini della Federazione socialista milanese, in Il socialismo riformista a Milano agli inizi del secolo, a cura di A. Riosa, Milano 1981, pp. 17-122; B. Di Porto - L. Cecchini, Storia del Patto di fratellanza: movimento operaio e democrazia repubblicana (1860-1893), Roma 1982, ad ind.; F. Cordova, Massoneria e politica in Italia: 1892-1908, Roma-Bari 1985, ad ind.; R. Zangheri - V. Castronovo - G. Galasso, Storia del movimento cooperativo in Italia: la Lega nazionale delle cooperative e mutue (1886-1986), Torino 1987, ad ind.; G. Spadolini, L'opposizione laica nell'Italia moderna (1861-1922), Firenze 1988, ad ind.; L.A. Tilly, Politics and class in Milan (1881-1901), New York 1992, ad ind.; L. Briguglio, Turati 1892: origini e caratteri del PSI, Milano 1992, ad ind.; Z. Ciuffoletti, Storia del PSI, I, Roma-Bari 1992, ad ind.; M. Antonioli - M. Bergamaschi - L. Ganapini, Milano operaia dall'Ottocento ad oggi, Bari 1993, ad ind.; M. Tesoro, Democrazia in azione: il progetto repubblicano da Ghisleri a Zuccarini, Milano 1996, ad ind.; M. Fornasari - V. Zamagni, Il movimento cooperativo in Italia: un profilo storico economico (1854-1992), Firenze 1997, ad ind.; M. Tesoro, Democratici e socialisti, in Camera del lavoro e partito socialista nella Milano di fine Ottocento, a cura di I. Granata - A. Scalpelli, Roma 1998, ad ind.; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, s.v.; Il movimento operaio italiano. Diz. biografico (1853-1943), a cura di F. Andreucci - T. Detti, s.v. (G. Arcangeli).