Machado, Antonio
Poeta spagnolo (Siviglia 1875 - Collioure, Francia, 1939). Il nome di D. appare sovente sia nei versi che nella prosa di M.; e che non sia questo indizio di ovvia cultura letteraria parrebbe confermarlo il diretto ricordo di certe espressioni nella lingua originale: ‛ intelletto d'amore ', ‛ riveder le stelle ', ‛ in eterno faticoso manto '. Se esprime anche un giudizio positivo su D. lirico nel ritenerlo " padre maggiore e definitivo del sonetto ", il poeta italiano gli serve in un altro momento per giustificare la propria incomprensione della " poesia pura ". Ma ciò che è significativo in M. è quello che Oreste Macrì chiama " il gusto della citazione dantesca ".
Infatti è nei componimenti lirici che D. non è solo oggetto di dichiarata devozione (" nuestro amado fiorentino ") o di spontaneo inserimento testuale (" Nel mezzo del cammin pasóme el pecho "), ma è motivo d'ispirazione poetica. In un paio di brevissime liriche D., più che ricreato poeticamente, diventa stimolo di un nuovo e originale atteggiamento in cui o il poeta si accoppia confidenzialmente al maestro in una curiosa fusione del trascendente e banale (" Dante y yo-perdòn, señores-/trocamos -perdón, Lucía-, / el amor en Teologìa "); o riesce a contrastare umoristicamente la drammaticità della fonte dantesca con formalismi convenzionali della parlata quotidiana: " Dejad toda esperanza... Usted, primero / ! Oh nunca, nunca, nunca ! Usted delante ".
Bibl. - A.M., Poesie, a c. di O. Macrì, Milano 1969³; ID., Prose, a c. di O. Macri ed E. Terni Aragone, ibid. 1968.