Umanista e diplomatico (Vicenza 1365 circa - ivi 1441). Fu nella cancelleria di Antonio della Scala, poi in quella dei Visconti (1398-1404), infine, con qualche intervallo, nella Curia romana segretario, scrittore apostolico, notaro, abbreviatore (1407-35): in tale ufficio seguì le fortunose vicende dei varî papi al tempo del Concilio di Costanza. Lasciò oltre a lettere e orazioni, un'invettiva contro Firenze (scritta circa il 1396 all'inizio della seconda guerra tra Milano e Firenze, alla quale rispose C. Salutati, che era stato suo maestro, con la Invectiva in A. Luscum); epistole poetiche, tutte al servizio della politica viscontea; un commento retorico (Inquisitio artis in orationibus Ciceronis) a 11 orazioni di Cicerone, che fu continuato per altre orazioni da Sicco Polenton; una tragedia, Achilles (anteriore al 1390), ecc. Compare come interlocutore nel De varietate fortunae di Poggio Bracciolini.