JEROCADES, Antonio
Sacerdote, nato il 1° novembre 1738 a Parghelia (Catanzaro), morto a Tropea il 18 novembre 1805. Dalla cattedra, nel seminario di Tropea e nel collegio Tuziano di Sora, e nei libri, si fece propugnatore e propagatore fervido delle idee repubblicane, anticuriali e massoniche; per cui il suo nome è legato alle origini del giacobinismo napoletano sul cadere del sec. XVIII. Emissario delle società massoniche francesi, con cui prese contatto a Marsiglia (1771), fondò logge di "liberi muratori" in Calabria. Nel 1792 fu di quelli che festeggiarono l'arrivo a Napoli della flotta del Latouche. Processato e imprigionato dalla Giunta di stato, riebbe la libertà nel 1795, per indulto. Fu in esilio a Marsiglia. Insegnò all'univsrsità di Napoli filologia (1791) ed economia e commercio (1793), seguendo le orme di A. Genovesi.
Tradusse da Pindaro, da Orazio e dal vangelo; scrisse drammi (Il ritorno di Ulisse e un " indiavolato" Intermezzo); poemi (Paolo o dell'umanità liberata) e liriche spicciole (la Lira focense); libri di propaganda (Saggio dell'umano sapere) e di cose economiche e filosofiche. Il valore letterario di tratta questa produzione è quasi nullo.
Bibl.: G. Capasso, Un abate massone del sec. XVIII, Parma 1887; M. D'Ayala, I liberi muratori di Napoli nel sec. XVIII, in Arch. stor. napolet., XXIII (1898); F. De Simone, Un Intermezzo indiavolato, in Rendic. Accad. Lincei, XIII, s. 5ª (1904); A. Simioni, Origini del Risorg. nell'It. merid., I, Messina 1925.