Mezzabarba, Antonio Isidoro
Veneto, trascrisse nei primi anni del secolo XVI, mentre era ancora studente in legge, il famoso codice Marciano Ital. IX 191, contenente una raccolta di antiche rime, divisa in varie sezioni principali (D., Cino, Cavalcanti, ecc.). Come esplicitamente dichiarato, il M. riprodusse nel testo, nelle annotazioni e nelle varianti un " antiquo libro " di cui seguì la disposizione e la lezione " nulla mutando ovvero aggiungendo ".
La scrupolosità di trascrizione del M. e la bontà dell'esemplare a sua disposizione sono state efficacemente messe in luce da M. Barbi, il quale ha posto pure l'accento sul grande valore filologico della parte dedicata a D. nel manoscritto Marciano. La miscellanea del M. si rivela infatti fondamentale per la sicura attribuzione a D. della ballata In abito di saggia messaggera e costituisce un valido strumento di riscontro per la ricostruzione critica del testo delle Rime e della Vita Nuova. Preziose sono altresì le postille, le note grammaticali, le chiose interpretative, le attribuzioni che il M. appose ai margini del proprio codice, ricopiandole dal suo esemplare.
Bibl. - G.D. De Geronimo, Alcune osservazioni sul Cod. Marciano it. IX, 191, in " Giorn. stor. " LVII (1911) 47-57; M. Barbi, Per una ballata da restituirsi a D., in " Bull. " XIX (1912) 1-75; poi in Studi 8-31; C. Frati, A.I.M. ed il cod. Marciano Ital. IX, 213, in " Nuovo Arch. Veneto " XXIII (1912) 189-199; D. De Robertis, Censimento dei manoscritti di Rime di D., in " Studi d. " XL (1963) 474-477.