GRADENIGO, Antonio
Figlio di Giuseppe e di Giustina Broderutti, nacque a Padova il 25 sett. 1806. Dopo una formazione legata alla "pittura di decorazione" (Pietrucci, 1858, p. 140), si dedicò al modellato e all'intaglio. Nel 1830 sposò Giuseppina De Trò che gli diede tre figli, tutti scomparsi in giovane età.
Il suo biografo Pietrucci (ibid.) racconta dell'incontro del G. con l'architetto G. Jappelli, avvenuto con tutta probabilità intorno agli anni Trenta dell'Ottocento, e di come quest'ultimo "compiacendosi di alcuni modelletti in creta per esso eseguiti, gli allogasse alquante copie in plastica d'ossa d'animali e di fossili per la grotta e la stanza dell'alchimista nel giardino di Treves, nonché tutti i lavori in pietra occorrenti a quella graziosa creazione". E proprio in occasione dei lavori eseguiti (su disegno di Jappelli) per i Treves de' Bonfili nel loro parco presso la basilica del Santo, al G. fu commissionata dall'Università di Padova la copia di un teschio di ippopotamo che gli valse, nel 1840, la medaglia d'argento al concorso dei premi d'industria; le sue imitazioni di scheletri di animali fossili, ottenute con un impasto particolare, erano infatti richieste dai gabinetti di anatomia e zoologia.
Il sodalizio del G. con Jappelli si perfezionò nel 1837 allorché questi prese a realizzare, accanto all'edificio neoclassico del caffè Pedrocchi, una seconda costruzione, in stile neogotico, destinata a ospitare il caffè Pedrocchino. Benché i documenti relativi conservati nell'Archivio di Stato di Padova (Atti comunali, b. 1169), non facciano menzione del suo nome, secondo le testimonianze dei contemporanei (Pietrucci, Selvatico), il G. sarebbe stato l'esecutore di tutti gli elementi decorativi dell'edificio "le fogliette, le rose, le foglie di cappuccio" (Selvatico, 1838). Selvatico, in particolare, espresse grande ammirazione per l'operato del giovane artista "che in ogni scultura ornamentale si mostra valorosissimo" (1869).
Nel 1838 il G. seguì Jappelli a Roma per "assisterlo nelle riduzioni della principesca villa Torlonia" (Pietrucci, 1858, p. 140) e tornò a Padova soltanto dopo un viaggio di studio per l'Italia durato all'incirca due anni. Nel 1842 assunse l'incarico di realizzare una statua in legno raffigurante S. Pietro da porre in cima al campanile della chiesa di Adria dedicata ai Ss. Pietro e Paolo. Nel 1843 il conte C. Leoni gli commissionò il restauro della tomba in marmo rosa di Francesco Petrarca ad Arquà. Il 27 ottobre dello stesso anno il G. stipulò un contratto di società con l'appaltatore D. Gastaldi per alcuni lavori da eseguirsi a Padova fra i quali il "riatto del tempio di Santa Giustina"; tale contratto fu sciolto il 15 febbr. 1845 (Arch. di Stato di Padova, Notarile, s. II, b. 243, f. 648).
Nel 1848 la fabbriceria della chiesa di S. Pietro a Trento affidò al G. l'esecuzione della "parte ornamentale della nuova facciata di quel tempio modellata sulle fogge archi-acute dal marchese Pietro Selvatico" (Pietrucci, p. 141), che venne condotta a termine in poco più di tre anni, nel gennaio del 1851. Nel 1850 realizzò l'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni Battista a Mezzolombardo in provincia di Trento, "ricco di fogliami, di festoni, d'ippogrifi, di cherubini, di teste di leone" (ibid., p. 142). L'altare esiste ancora, anche se ha subito col tempo qualche rimaneggiamento.
Durante gli anni Cinquanta a Padova il G. si dedicò alla realizzazione di una serie di monumenti sepolcrali in stile neoclassico: nella chiesa degli Eremitani, alla memoria del professore A. Racchetti e della nobildonna A. Verri Leoni, di cui però non è rimasta traccia; nella chiesa di S. Antonio in Arcella (ricostruita a metà Ottocento in forme neoclassiche), a ricordo del giovane nobile A. Trentini (Fanzago), opera ancora esistente.
Il G. si occupò come di consueto del raffinato apparato decorativo inquadrante un bassorilievo in marmo opera di R. Rinaldi. Il monumento è stato ricollocato, in parte modificato, nell'odierna chiesa dell'Arcella (riprogettata e costruita in stile neogotico tra il 1927 e il 1931), addossato all'inizio della parete destra della navata centrale.
Il G. fu impegnato anche nei lavori di completamento della facciata neoclassica della chiesa dell'Arcella.
Nel 1869 la fabbriceria diede incarico all'ingegnere civile Vincenzo Grasselli di redigere il progetto. Successivamente con una lettera del 2 dicembre "vennero invitati parecchi periti in arte a presentare pel 23 di quello stesso mese ed anno le loro offerte concrete […] La Fabbriceria […] nella seduta 23 dic. 1869 trovò di adottare siccome la più accettabile quella dello Scultore Sig. Antonio Gradenigo" (Arch. di Stato di Padova, Notarile, s. II, n. rep. 5660); negli atti notarili il G. viene sempre definito scultore (ibid., bb. 243, 248, 252).
Il G. morì a Padova il 6 sett. 1884 nella sua casa in riviera S. Giovanni.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Padova, Fogli di famiglia, b. 175, c. 5193; Ibid., Anagrafe parrocchiale, b. 61, c. 460; Ibid., Notarile, Certificato di morte, 10 sett. 1884, n. rep. 6749; P. Selvatico, Architettura…, in Gazzetta privilegiata di Venezia, 30 ag. 1838; C. Muzzi, Pochi cenni intorno alla ristaurazione della tomba di F. Petrarca, Padova 1843, p. 6; C.N. De Vigili, Memorie storiche documentate intorno all'erezione… del nuovo tempio di Mezzolombardo, Milano 1851, pp. 67-75; F. Fanzago, Fotografia di Padova, Padova 1855, p. 62; N. Pietrucci, Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, pp. 140-142; Id., Guida di Padova…, Padova 1869, p. 231; P.M. Norizzo, Cronachetta ecclesiastica di Mezzolombardo, Trento 1888, p. 27; A.M. Bessone-Aurelj, Diz. degli scultori ed architetti italiani, Roma 1947, p. 275; L. Puppi, Il caffè Pedrocchi di Padova, Vicenza 1980, pp. 61, 67; P. Hoffmann, Villa Torlonia: dal neoclassico all'art nouveau, Giuseppe Jappelli e il suo tempo. Convegno internazionale di studi, … 1977, a cura di G. Mazzi, II, Padova 1982, p. 438; A. Panzetta, Diz. degli scultori italiani dell'Ottocento…, I, Torino 1994, p. 150; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 471; Allgemeines Künstlerlexikon (Saur), Bio-bibliographischer Index A-Z, IV, p. 311.