BRIZZI, Antonio Giovanni Maria
Nacque a Bologna il 7 apr. 1770 da Luigi e da Anna Neri. Studiò con il vecchio cantante A. Massa e debuttò nel carnevale 1787-1788 come secondo "buffo caricato" al Teatro Comunale di Bologna nell'opera Il barone a forza ossia il trionfo di Bacco di M. Bernardini, detto da Capua; dello stesso autore cantò anche Li tre Orfei. Nell'autunno 1789 fu scritturato ancora a Bologna al Teatro Marsigli Rossi; nel 1793 partecipò alle stagioni di carnevale e di primavera al Teatro alla Pergola di Firenze, per poi trasferirsi, nel carnevale 1794, al Teatro S. Carlo di Lisbona, interprete della prima esecuzione dell'opera Gli amanti della dote di P. Guglielmi. Dopo aver cantato al Teatro degli Avvalorati di Livorno nel carnevale 1796 e nella quaresima alla Pergola di Firenze, nell'autunno dello stesso anno passò a Venezia, dove rimase fino alla primavera 1800, salvo brevi interruzioni nel 1797 e nel 1799, per eseguire ai teatri La Fenice e mS. Benedetto diverse opere, alcune delle quali in prima esecuzione, come Issipile di G. Marinelli, Giulietta e Romeo di N. Zingarelli e Orazi e Curiazi di D. Cimarosa. Nel febbraio 1797 fu, infatti, al Teatro Ducale di Parma per la prima del Principe di Taranto di F. Paer (e in tale occasione venne nominato cantante al servizio dell'infante di Spagna, duca di Parma), nel giugno cantò al Teatro Nuovo di Padova e il 27 agosto al Teatro alla Scala di Milano (ritornandovi poi molte volte), protagonista della prima esecuzione della Pietra simpatica di S. Palma. Il 12 febbraio 1799 riportò un grande successo nella cantata in onore di Francesco II d'Austria, Marte e la Fortuna, scritta dall'abate G. Artusi e musicata da V. Trento, eseguita al Teatro S. Pietro di Trieste e quindi ripresa, con aggiunte e modifiche secondo le circostanze, al Teatro S. Benedetto di Venezia nella primavera e al Teatro Comunale di Bologna l'11 agosto.
Il B. cantò poi nelle principali corti d'Europa: dal 1501 fu a Vienna, rimanendovi alcuni anni e ritornandovi ancora nel 1809, nel 1811 e nel 1812; chiamato a Monaco di Baviera come primo cantante dell'opera a vita, dal 1º ott. 1805 fu nominato "regisseur" (Zenger), con l'obbligo di risiedere nella città per quattro mesi all'anno - da marzo a luglio [sic] - durante i primi sei anni di servizio e di mettere in scena almeno due grandi opere, italiane; nel 1806 passò a Dresda, dove Napoleone lo ascoltò nella superba interpretazione dell'Achille del Paer e lo scritturò subito per il suo teatro a Parigi, insieme con il Paer e la moglie, Francesca Riccardi: il trio seguì Napoleone persino nelle campagne militari. Nel 1809 il suo incarico a Monaco venne esteso a tutte le feste, i concerti e le accademie che si tenevano alla corte. L'ultima apparizione sulle scene italiane è registrata al Teatro alla Scala di Milano il 13 genn. 1813 per la prima dell'opera L'isola di Calipso di P. G. Guglielmi, nella quale fu giudicato alquanto severamente: risulta, invece, che il B., pur essendo indisposto, aveva accettato di cantare per non rovinare l'impresa, sebbene a suo scapito (anche molti anni prima, il 14 genn. 1801, il pubblico milanese lo aveva fischiato e in sua difesa erano intervenuti i Francesi, suoi ammiratori, e la guardia nazionale, armi alla mano). Nell'aprile 1814 il Teatro Italiano della corte parigina fu chiuso e il B., che si era riservato la facoltà di recarsi, ber cinque mesi ogni anno, a Monaco di Baviera per il suo ufficio, vi si stabilì, dedicandosi all'insegnamento del canto alternativamente a Monaco e a Tegernsee, dove morì l'11 apr. 1854.
Tenore di una certa "monotonia" - secondo il giudizio severo del Frizzi -, il B. ebbe, invece, una voce piana che si stendeva per oltre due ottave, di suono assai gradevole; il timbro, pieno e rotondo, ne aumentava la sonorità e le sue doti di attore "espressivo" e di cantante "sentimentale", come fu definito da un critico del tempo nel Giornale dei teatri di Venezia del 1800(citato dal Curiel), ne fecero un artista apprezzato e ricercato.
Sua figlia Carolina (di cui s'ignorano i dati biografici essenziali) fu soprano e cantò insieme con lui a Monaco di Baviera nel 1815. L'anno seguente ottenne un notevole successo al Teatro Italiano di Parigi; in seguito cantò al Teatro Re di Milano (avvento 1817 e carnevale 1918), al Teatro Angennes di Torino (primavera 1818), alla Fenice di Venezia (carnevale 1819) e, come prima donna "buffa", al Teatro Valle di Roma (primavera 1820) e al Teatro Nuovo di Napoli (dal carnevale 1820 a tutto il 1821). Dopo queste, mancano ulteriori notizie su di lei.
Il Castil-Blaze cita, inoltre, una "nipote" del B., "M.lle Brizzi", che cantava nel 1848 all'Opéra Italien di Parigi come "terza donna", ma senza dare altre indicazioni.
Fratelli del B. furono: Lodovico Antonio Nicola Melchiorre e Maria. Lodovico Antonio Nicola Melchiorre nacque a Bologna l'8 genn. 1766 e fu cantante anche lui. Dal carnevale 1786 al carnevale 1796 si esibì come "primo mezzo carattere" sui teatri veneziani S. Samuele, S. Moisé e La Fenice, interpretando varie opere, fra le quali Le villanelle astute di F. Bianchi, Orfeo e Euridice di F. Bertoni, la Nina o sia la pazza per amore di G. Paisiello, ecc.; nel febbraio 1788 cantò anche nell'Alceste di Gluck al Teatro del Casino Nobile di Bologna. Ritornato in Italia da un viaggio a Parigi e in Germania, nella primavera 1808 fu al Teatro Ducale di Parma per cantare nelle opere Corradino di F. Morlacchi e L'amor coniugale di G. S. Mayr, e nell'estate 1811 apparve ancora al Teatro Comunale di Bologna fra gli interpreti della farsa Il Sargino e la Griselda del Paer. L'anno seguente aprì a Bologna una scuola di canto privata e nel 1817 fu chiamato da G. Crescentini come maestro di canto al liceo musicale bolognese, dove, verso la fine del 1820, divenne maestro di solfeggio (la Biblioteca del liceo conserva in manoscritto un suo duetto per mezzo soprano e tenore con orchestra, Vieni che il ciel sereno, composto per gli alunni del liceo nel 1823). Morì a Bologna il 29 ag. 1837.
Maria, nata a Bologna il 7 ag. 1775, all'età di nove anni suonava già il pianoforte in pubblico e a dodici fu chiamata dalle suore del convento di S. Bartolomeo in Ancona per suonare l'organo e dirigere il coro. Nel 1793, tornata a Bologna, sposò Luigi Giorgi (dal quale ebbe tre figli) e raccolse nel suo salotto i migliori artisti del tempo, continuando anche con successo l'attività concertistica nelle principali città italiane e all'estero. Compositrice, nel primo decennio dell'Ottocento, di varie musiche militari e d'occasione (delle quali nessuna è pervenuta), fu anche insegnante e soprattutto eccellente improvvisatrice al pianoforte. Stimata dal Clementi, da Haydn, da P. Giordani e da numerosi altri per la sua straordinaria musicalità e per il suo "affettuosissimo sonare", venne eletta all'unanimità fra i membri dell'Accademia Filarmonica di Bologna senza che lo avesse richiesto. Morì di parto a Bologna il 26 dic. 1811 ed ebbe esequie solenni celebrate dall'Accademia Filarmonica bolognese.
Secondo l'Enciclopedia della Musica Ricordi, furono fratelli del B. anche Francesco (il maggiore di tutti), "maestro della cappella papale nel 1760 c.", Ignazio e Orsola, "strumentisti apprezzati", ma per Francesco l'indicazione deve ritenersi errata. Si tratta, infatti, di un Francesco Brizi (o Brizzi), sacerdote, nato a Fano presumibilmente fra il 1721 e il 1723, ammesso il 20 febbr. 1746 come contralto sopranumerario alla cappella Sistina in S. Pietro in Vaticano, della quale fu nominato puntatore e segretario nel 1758 e maestro "pro tempore existente" nel 1760 e nel 1761. Il 18 febbr. 1771, compiuti i venticinque anni di servizio, andò in pensione. Morì a Roma il 4 sett. 1800 e il giorno dopo gli fu cantata la messa di requiem, nella chiesa di S. Nicola in Carcere, dal Collegio dei cantori pontifici, di cui era il decano.
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