GHISLANZONI, Antonio
Letterato e librettisia, nato a Lecco il 25 aprile 1824, morto a Caprino il 16 luglio 1893. Studiò medicina; ma nel 1846 esordiva come baritono. Nel 1848 a Milano fondava due giornali violentemente repubblicani. L'anno dopo sulla strada di Roma era arrestato dai Francesi e deportato in Corsica. Uscito di prigione, cantò nel teatro di Bastia: e il 2 dicembre 1851 si presentò a Parigi nell'Ernani. In seguito, perduta la voce, riparò a Milano e fu accolto nel Cosmorama pittorico, dove scriveva vivaci critiche teatrali e pubblicava Gli artisti da teatro (1856), romanzo di costumi teatrali. Nel 1857 cooperò alla fondazione dell'Uomo di pietra, che male maschera con la letteratura la satira politica. Dopo la guerra d'indipendenza pubblicò: Suicidio a fior d'acqua, Angioli nelle tenebre (1865), I volontari italiani del 1866 ecc., e scrisse una sessantina di libretti d'opera. Fu il librettista preferito da Verdi, che gli commise l'Aida. Diresse L'Italia musicale; fondò La Rivista minima; ottenne gran successo con Libro proibito, Libro serio, Libro allegro (1878-1882), ecc.; e negli ultimi anni stampava Capricci letterari (Bergamo 1886-89, 6 voll.), miniera di ricordi, documenti e bizzarrie divertenti. Il G. appartenne alla scuola del Rovani.