GAZZOLETTI, Antonio
Poeta, nato a Nago (Trento) il 20 marzo 1813, morto a Milano il 21 agosto 1866. Si laureò in legge a Padova, fu avvocato e giornalista a Trieste, e, per il suo patriottismo, venne due volte carcerato dall'Austria nel 1848 e nel 1849. Dopo fortunose vicende fu deputato al parlamento subalpino e da ultimo magistrato del regno d'Italia. Poeta fecondo, ma non molto originale, fu romantico in gioventù; poi - come il Prati del quale era ammiratore - si accostò al classicismo, e negli ultimi anni tradusse felicemente Orazio.
Tra le sue Poesie (Trieste 1838 e 1846, e in edizione più completa, Firenze 1861) sono alcuni bei sonetti, delle romanze, un'Ave Maria in ottave, e La patria degli italiani (1847) che fu per molto tempo popolarissima. Scrisse novelle in versi, delle quali la più originale è L'ondina d'Adelsberga (1853), che narra una leggenda inspiratagli dalle grotte di Postumia. Per il teatro compose varî melodrammi, i più notevoli dei quali sono La disfida di Barletta (1848) tratta dal romanzo di M. D'Azeglio, e Turanda derivata dalla nota fiaba di Carlo Gozzi. Compose pure Cristoforo Colombo (1846), monologo per molti anni applauditissimo, un dramma farraginoso in prosa, Il Vesuvio (1848), e una "tragedia cristiana" in endecasillabi sciolti, Paolo (1847), in cui hanno forse troppo gran parte le parlate dell'apostolo, di Seneca e di Nerone, ma che ha pure scene grandiose. Pubblicò anche opuscoli politici, come La questione del Trentino (1860) e Del Trentino e delle sue attinenze con Italia e Germania (1866).
Bibl.: F. Dall'Ongaro, Commemorazione di A. G., in Politecnico, 1867; G. Caprin, Tempi andati, Trieste 1891; M. Mainoni, A. G. poeta e patriotta, Milano 1894; B. Emmert, Saggio bibliografico di A. G., in Pro cultura, Trento 1910, suppl. 1°; G. Carducci, Opere, V, p. 170; F. Giannini, Nerone nell'arte dramm. it., Berna 1906.