OMODEI, Antonio Filoteo degli
OMODEI, Antonio Filoteo degli. – Nacque a Castiglione di Sicilia, presso Catania, in data incerta, tra il 1500 e il 1515.
Si è a lungo dibattuto se debba essere identificato con il Giulio Filoteo degli Amodei autore de La notabile et famosa historia del felice innamoramento del delfino di Francia, et di Angelina Loria, nobile siciliana, edita a Venezia da Michele Tramezzino nel 1562. Antonino Mongitore nella Bibliotheca Sicula (1709) ritenne che fossero due letterati distinti. Gioacchino Di Marzo, editore della Descrizione della Sicilia (1876) ha concluso che si tratta di un’unica persona sulla scorta di diversi dati: se da un canto il manoscritto della Descrizione (Palermo, Biblioteca comunale, Mss., Qq.G.71) risulta a firma di Giulio Filoteo degli Amodei, dall’altro Antonio Filoteo degli Omodei nella sua traduzione della Historia Siciliae di Ugo Falcando (1556) afferma chiaramente di essere l’autore della Descrizione; in secondo luogo, nella Descrizione si dice che l’autore avrebbe scritto anche «la storia di Angelina Loria» e Di Marzo, ritenendo che questa andasse senza alcun dubbio identificata con la citata Notabile et famosa historia del 1562, ne concluse per l’unicità della persona. Questa tesi, sostanzialmente accolta da tutti i successivi studiosi, è stata impugnata da Angelo Manitta (2001), il quale è ritornato alla posizione di Mongitore, ipotizzando che Giulio Filoteo sia il padre di Antonio e che La notabile et famosa historia sia stata completata nel 1562 quando Giulio Filoteo doveva avere intorno ai 70 anni. Il Giulio degli Amodei curatore dell’edizione Venezia 1609 sarebbe il nipote.
Le notizie relative alla vita di Omodei, raccolte e ordinate nella monografia di Manitta (2001), sono scarne e frammentarie, pressoché interamente ricavate da quanto Omodei stesso riferisce nella Descrizione della Sicilia, oppure desumibili dal paratesto delle sue poche opere giunte a stampa. Nel 1536 frequentò i corsi di diritto canonico e civile presso il Siculorum Gymnasium di Catania, soggiorno che prolungò per gran parte dell’anno successivo, quando, come da lui stesso riferito, assisté alla prima gittata delle fondamenta dei cosiddetti Bastioni, la cinta muraria di fortificazione decretata dal viceré Ferrante Gonzaga. Nel medesimo anno dovette allontanarsi da Catania per far rientro nella cittadina natale: essendosi infatti procurato per errore una profonda ferita alla coscia destra con un paio di forbici, si recò di lì a Castroreale, dove era una fontana sulfurea rinomata per le sue acque miracolose, che stando a quanto riferisce, fu in grado di ristabilirlo. Tornato a Catania per proseguire gli studi, si trasferì poi a Palermo, ma conseguì la laurea in utroque iure presso l’Ateneo catanese intorno al 1545.
È probabile che le competenze giuridiche abbiano favorito il suo inserimento nella cerchia dei clienti di Giovan Tommaso Gioeni, marchese di Castiglione. Con il tempo il rapporto si fece più intimo, se, quando il marchese morì ad Aidone il 9 maggio 1548, Omodei fu al suo capezzale. L’anno seguente si recò a Roma, nel periodo di vacanza della sede pontificia per il decesso di Paolo III, con l’incarico di ottenere una dispensa apostolica in favore di Lorenzo Gioeni, secondogenito di Giovan Tommaso, per autorizzare le nozze con Caterina, figlia di Alonso di Cardona, marchese di Giuliana, e di Eleonora Gioeni.
Dopo il 1550 le notizie sono rarefatte: presumibilmente Omodei elesse come dimora principale Caltagirone, dove portò a compimento la stesura della Descrizione della Sicilia, divisa in tre libri, il primo dei quali dedicato al vallo di Demina, il secondo al vallo di Mazzara, l’ultimo a quello di Noto.In diretto rapporto con la Descrizioneè la Aetnae topographia, incendiorumque Aetneorum historia, capolavoro di Omodei, composto intorno al 1560, ma pubblicato postumo a Venezia, per Andrea Muschio, nel 1591, con dedica del padovano Niccolò degli Oddi a Giovanni III Ventimiglia, marchese di Geraci.
L’Aetnae topographia è un trattatello di poco più di 50 pagine. Nel tentativo di fornire una storia dell’attività del vulcano, Omodei si inserisce a pieno titolo nel filone della letteratura didascalica umanistica, di cui un antecedente illustre era stato proprio l’Aetna di Pietro Bembo. Nell’intarsio di cultura letteraria ed erudita, il trattato raccoglie però anche gli esiti di numerose osservazioni condotte da Omodei a partire dal 1533, anno in cui racconta di aver effettuato una prima salita, in compagnia di amici. Fu presente anche alla successiva eruzione del 1536, nel corso della quale venne distrutta Nicolosi. Seguirono altre due escursioni, nel 1540 e nel 1545.
In una data non precisabile Omodei si trasferì a Roma; a questo periodo va ascritta la stesura della Compilatio decretorum et canonum sacrosancti oecumenici …concilii Tridentini, uscita a Venezia per Damiano Zenaro, nel 1566 con dedica al cardinale Ippolito II d’Este, in data Roma, 1° settembre 1565. La compilazione comprendeva i decreti e i canoni conciliari fino all’ottobre 1563, a ridosso della conclusione della terza fase sotto il pontificato di Pio IV. Ben strutturata e di facile consultazione, la silloge riscosse un lusinghiero successo e venne ristampata nel 1573 (ibid., D. Zenaro), aggiornata fino alle bolle emesse da papa Pio V nel 1568.
Omodei morì a Roma nel 1573.
La Descriptio Siciliaefu pubblicata soltanto nell’Ottocento, a cura di Gioacchino Di Marzo, nella Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, XXIV, 6, Palermo 1876. L’Aetnae topographia fu inserita nella silloge, curata da Andreas Schott e Andrea Cambieri, Italiae illustratae seu rerum, urbiumque Italicarum scriptores varii, notae melioris, Francoforte s. M. 1600 (ivi riedita nel 1605 con titolo parzialmente mutato in Italiae illustratae seu chorographiae regionum Italiae florentissimae orbis partis, ingeniorum parentis, scriptores varii); poi nuovamente in J.G. Graevius - P. Burman, Thesaurus antiquitatum et historiarum Siciliae, IX, Lyon 1723, coll. 9-32. Una versione in volgare è opera del canonico del duomo di Palermo Leonardo Orlandini: La descrittione latina del sito di Mongibello..., Palermo 1611, oggi disponibile nell’edizione commentata a cura di B. Clausi, Catania 1992. Fra le altre opere sono da menzionare la traduzione della Historia Siciliae di Ugo Falcando, compiuta nel 1556 (Catania, Biblioteca universitaria, Mss., S.XVIII, D.21), segnalata da Pasquale Castorina nel 1877; la Vita della beata Chiara di Montefalco, anch’essa scritta presumibilmente intorno al 1556 ed edita per la prima volta a Palermo nel 1644; infine il Breve sommario degli uomini illustri di Sicilia, pubblicato da G. Di Marzo in Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, XXV, Palermo 1877, pp. 84-89. Il valore documentale del Sommario è stato recentemente sottolineato, in special modo in riferimento al lemma dedicato alla figura di s. Lucia, in cui Omodei inserì una «versione della Passio latina ampliata e drammatizzata» (Milazzo, 1999,p. 430 n. 6).
Fonti e Bibl.: A. Mongitore, Biblioteca sicula sive de scriptoribus Siculis, I, Palermo 1709, p. 66; G. Mira, Bibliografia siciliana, II, Palermo 1875, p. 140; P. Castorina, Della storia siciliana di Ugo Falcando con altri scritti minori in versi e prosa di A.F. O., in Archivio storico siciliano, n.s., II (1877), pp. 90-106; G.B. Siragusa, La versione italiana della «Historia» di Ugo Falcando di Filoteo O., ibid., XXIII (1898), pp. 465-477; G. Barbagallo, A.F. degli O.: storico e letterato da Castiglione di Sicilia, Giarre 1903; F. De Roberto, Randazzo e la Valle dell’Alcantara, Bergamo 1909, passim; A. Manitta, Giulio Filoteo di Amadeo e Antonino [sic] F. O. scrittori siciliani del Cinquecento, in Memorie e rendiconti dell’Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, s. 4, VIII (1998), pp. 569-600; V. Milazzo, Prima del Gaetani: i santi nel «Sommario degli uomini illustri di Sicilia» di A.F. degli O., in R. Barcellona - S. Pricoco, La Sicilia nella tarda antichità e nell’alto medioevo: religione e società, Soveria Mannelli 1999, pp. 143-165; A. Manitta, A.F. O. e Giulio Filoteo di Amadeo: scrittori siciliani del Cinquecento, Castiglione di Sicilia 2001; M. Zaggia, Tra Mantova e la Sicilia nel Cinquecento, I, Firenze 2003, p. 323; P. Militello, Ritratti di città in Sicilia e a Malta (XVI-XVII secolo), Palermo 2008, pp. 28 s.