FEDERIGHI, Antonio
Scultore e architetto senese, morto nel 1490; ignota la data di nascita. Aiuto di Iacopo della Quercia in lavori per il duomo di Siena (1439), mantenne sempre l'impronta del maestro, anche se qualche insegnamento gli abbia poi dato Pietro del Minella. Nel duomo di Siena attese inoltre per molti anni (dal 1451 in poi) all'intarsio marmoreo del pavimento, ed è sua (1482) la Sibilla Eritrea. Contemporaneamente fu chiamato (14 luglio 1451) a Orvieto, come capo maestro del duomo, dove suo è il coronamento della facciata e una figura di sibilla. Di ritorno a Siena nel 1456, lavorò alle statue della Loggia della Mercanzia: S. Vittore, 1456; S. Ansano, 1458; S. Savino, 1463. Architettò in questi anni (1462-63) la Loggia di Pio II e il palazzo Nerucci o delle Papesse, con qualche incoerenza di forma ma di buone proporzioni e con ricchi ornati. Più tardi però si lasciò prendere dalla moda classica di cui appare infatuato nelle acquasantiere del duomo di Siena e nella panca della Loggia della Mercanzia (1464). Ultima prova di questa decadenza è, nel 1482, il fonte battesimale del duomo di Siena.
Tra le più accreditate attribuzioni ricordiamo lavori architettonici come la cappella presso il Palazzo dei diavoli, e scultorei: un'acquasantiera nel duomo di Orvieto, una statuetta di Bacco in casa d'Elci, un busto di donna al museo di Berlino, un Mosè, più incerto, nell'opera del duomo di Siena e, migliori fra tutti, due energici putti reggiscudo nello stesso museo.
Bibl.: G. De Nicola, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907 (con la bibl. precedente); P. Schubring, Die Plastik Sienas im Quattrocento, Berlino 1907; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VI e VIII, i, Milano 1908 e 1923; G. De Nicola, in Rass. d'arte, V (1918), p. 153; P. Bacci, Jacopo della Quercia, Siena 1929.