FAVARO, Antonio
Figlio primogenito di Giuseppe, dottore in matematica , e di Caterina Turri, appartenente al nobile casato del Polesine, nacque a Padova il 21 maggio 1847. Conseguita, nel 1863, la licenza liceale presso il ginnasio "S. Stefano", proseguì gli studi, iscrivendosi alla facoltà di matematica dell'università patavina. Qui ebbe come maestri scienziati di valore quali G. Bellavitis, S. R. Minich, D. Turazza, G. Bucchia. Laureatosi nel 1866, si iscrisse alla scuola di applicazione di Torino, dove conseguì il titolo di ingegnere il 28 maggio 1869, e successivamente, per un breve periodo, frequentò il politecnico di Zurigo.
Nel 1870 venne chiamato all'università di Padova da Domenico Turazza, che lo volle come suo assistente nell'insegnamento di meccanica razionale. Due anni più tardi venne nominato professore straordinario di statica grafica, disciplina che insegnò ininterrottamente per un cinquantennio, e nel 1882 ottenne la promozione all'ordinariato. Numerosi furono gli incarichi che il F. ricopri nella sua lunga attività di professore; per quattro anni insegnò analisi infiiiitesimale, per venticinque geometria proiettiva; dal 1878 iniziò a tenere, come libero docente, un corso di storia delle matematiche che proseguì ininterrottamente fino al 1911, anno in cui l'applicazione della legge sull'insegnamento superiore ne decise la soppressione.
Il corso di storia delle matematiche è lo sbocco naturale, a livello istituzionale, del suo modo di concepire la scienza. Come ricorderà a Baldassarre Boncompagni Ludovisi, poco tempo dopo aver avviato il nuovo insegnamento, "senza storia nessuna scienza è completa, senza storia nessun metodo didattico darà tutti i buoni frutti che possono attendersene" (La storia delle matematiche nella Università di Padova. Lettera a d. B. Boncompagni, in Bullett. di bibliogr. e storia delle scienze matematiche e fisiche, XI [1878], p. 802). Alla radice di questa posizione vi sono le idee, di matrice positivista, di "progresso" e di "evoluzione eterna" che legano indissolubilmente il divenire della scienza, e attribuiscono alla ricerca storico-scientifica - e specialmente alla storia delle matematiche - lo statuto di una vera e propria disciplina scientifica, essa stessa "causa efficace di progressi della scienza, della quale traccia i successivi sviluppi" (ibid.). Il nesso tra conoscenza storica e ricerca scientifica è quindi, secondo il F., una condizione basilare della formazione dei futuri scienziati.
Dopo le prime ricerche dedicate a questioni di ingegneria civile (il suo primo lavoro uscì a Torino nel 1869 col titolo Studi sul tracciamento della galleria delle Alpi Cozie preceduti da cenni storici), il F. si "lasciò sedurre" dallo studio della sismologia. L'incontro con il principe Baldassarre Boncompagni fu però decisivo per la sua definitiva conversione all'attività di storico. In diverse occasioni il F. non mancò di manifestargli il suo debito di riconoscenza e di sottolineare il ruolo importantissimo svolto dal Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, periodico fondato e diretto dal Boncompagni, per la formazione di una intera generazione di "nuovi" storici della scienza. Nel 1875il F. vi pubblicò Notizie storiche sulle frazioni continue dal secolo XIII al secolo XVII (ibid., VII [1875], pp. 451-502, 533-589) e da allora ne fu uno dei più fedeli collaboratori, pubblicandovi alcune importanti ricerche su Galileo, preparatorie all'edizione nazionale, e condividendo quel nuovo modo di fare storia in cui erudizione e bibliofilia erano parti integranti e peculiari della cosiddetta storiografia positiva fondata sulla centralità del documento e sul rispetto scrupoloso dei dati e delle fonti di cui il Bullettino rappresentò, per un ventennio, il principale punto di riferimento.
Sul versante della storia delle scienze il F. fu senza alcun dubbio, e a livello europeo, uno dei massimi esponenti di questo indirizzo storiografico. La sua vastissima produzione, oltre 500 pubblicazioni, di cui quasi 300 studi galileiani, sta lì, compatta, ad indicare quella che, a suo giudizio, rappresenta l'unica chiave di accesso ad una effettiva comprensione storica: il procedere per successive accumulazioni, la conoscenza diretta delle fonti, l'eliminazione di ogni giudizio interpretativo non suffragato da evidenti prove documentarie, disvela in maniera definitiva, la "verità" dei fatti. Questo modo di fare ricerca, troppo spesso considerato come meramente erudito, veniva invece, in quegli anni, a contrapporsi in modo dichiaratamente polemico alle facili sintesi e alle tesi costruite a priori da tanti sedicenti storici. "In questo egli agiva in perfetta sintonia con i rappresentanti della "scuola storica" i quali, nello stesso giro di anni, venivano conducendo in filosofia, in letteratura e nelle discipline speciali, un eccezionale lavoro di ricostruzione storica" (P. Galluzzi, in A. Favaro, Amicie corrispondenti di Gallileo, v. I, p. VII).
Il nesso storia della scienza-storia dell'università rappresentò, fin dagli inizi, uno dei terreni privilegiati della ricerca del Favaro. Numerosi furono i contributi dati alla conoscenza della storia dell'università di Padova e, in particolare, della facoltà di matematica: del 1878 è Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto (in Atti d. R. Ist. veneto di scienze lett. e arti, s. 5, IV [1878], pp. 401-535); negli anni seguenti uscirono il saggio Intorno alla vita ed alle opere di Prosdocimo de' Beldomandi (in Bullettino di bibliogr. e storia d. scienze mat. e fis., XII [1879], pp. 174, 115-251), che contiene importanti notizie sull'insegnamento delle matematiche a Padova nel Quattrocento, e Le matematiche nello Studio di Padova dal principio del secolo XIV alla fine del XVI (in Nuovi saggi della R. Accademia di scienze lett. e arti in Padova, IX [1880], I, pp. 1-92). Si tratta di ricerche che si legano e si intrecciano a quelle che il F. andava conipiendo su Galileo: nel 1884-85 il Bullettino del Boncompagni ospitò due importanti lavori sul fondo galileiano della Biblioteca nazionale di Firenze (Alcuni scritti inediti di Galileo Galilei tratti dai manoscritti della Bibl. naz. di Firenze, XVI [1884], pp. 1-97, 135-210, e Documenti inediti per la storia dei manoscritti galileiani nella Bibl. naz. di Firenze, XVIII [1885], pp. 1-151), mentre nelle Memorie del R. Istituto veneto videro la luce i saggi Miscellanea galileiana inedita (XXII [1887], pp. 701-1037) e Nuovi studi galileiani (XXIV [1891], pp. 7-430); nel 1886 uscì il Carteggio inedito di Ticone Brahe, Giovanni Keplero ... con Giovanni Antonio Magini, tratto dall'Archivio Malvezzi de' Medici in Bologna (Bologna 1886) e nel 1896, a Firenze, ma ben sette anni dopo l'inizio della stampa, la Bibliografia galileiana (1568-1895), curata in collaborazione con A. Carli.
Nel 1883 il F. pubblicò Galileo Galilei e lo Studio di Padova (2 voll., Firenze), una ricostruzione esemplare dei diciotto anni trascorsi da Galileo a Padova, arricchita dalla pubblicazione di numerose lettere e documenti inediti e contenente preziose informazioni relative all'ambiente culturale e accademico della città. L'opera rappresentò una importante tappa di quel programma a cui il F. dedicò tutta la sua vita, che avrebbe dovuto realizzarsi con il tanto vagheggiato lavoro di sintesi su Galileo e con una completa storia dello Studio padovano. In Appendice (II, pp. 435-471) il F. ripubblicava il progetto relativo ad una nuova edizione delle opere di Galileo, presentato la prima volta nella riunione del 13 nov. 1881 presso il R. Istituto veneto (cfr. A. Favaro, Intorno ad una nuova edizione delle opere di Galileo, in Atti d. R. Ist. veneto di scienze, lett. e arti, s. 5, VIII [1881], pp. 83-131). Il progetto di una "edizione nazionale", ad appena venticinque anni dalla conclusione dell'edizione galileiana compiuta da Eugenio Albèri, venne forinalmente approvato e deliberato dal ministro dell'Istruzione Michele Coppino con r. d. del 20 febbr. 1887. A distanza di tre anni uscì, per i tipi dell'editore fiorentino Gasparo Barbera, il primo volume e, senza interruzioni - anche se non mancarono ostacoli e difficoltà di natura soprattutto finanziaria - l'intera opera si concluse nel 1909 con la pubblicazione del ventesimo volume.
A guidare il F. in quella che più volte egli definì "l'impresa della mia vita" fu prima di tutto il massimo rigore filologico nella presentazione dei testi. A differenza dell'edizione curata dall'Albèri, la nuova e "veramente completa" edizione diretta dallo studioso padovano, che si avvalse della preziosa collaborazione di Isidoro Del Lungo e di Umberto Marchesini, non avrebbe riprodotto - come egli stesso teneva a dichiarare - "una sola riga della quale esista o l'autografo, o l'originale o almeno una copia del tempo, senza che ne sia stata fatta una diligente collazione" (A. Favaro, Per la edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei. Esposizione e disegno, Firenze 1888, p. 32). Inoltre, l'ordine strettamente cronologico, scelto dal F. nella presentazione delle opere e del carteggio (oltre 4.000 lettere rispetto alle 1.500 dell'edizione Albèri), sarebbe stato più consono "a rappresentare fedelmente la figliazione delle idee" (ibid., p. 34). Il progetto si collegava ad altre iniziative editoriali che in quegli anni venivano realizzate a livello internazionale e che segnarono una tappa fondamentale nel processo di riconoscimento della storia della scienza come disciplina autonoma. Ed è da sottolineare come, rispetto ad alcune di esse, il lavoro del F. conservi ancora, a distanza di un secolo, quel carattere di edizione "definitiva" al quale aspirava.
L'edizione venne giudicata una impresa eccellente, ma "quasi clandestina" a causa dell'esiguo numero di copie stampate (soltanto 500), e per di più fuori commercio. A nulla valse l'impegno profuso dal F. per una sua ristampa e, più tardi, per una edizione in veste economica. L'opera venne ripubblicata, in ben altro clima e per altri scopi, tra il 1929 e il 1939, sotto la direzione di Antonio Garbasso e, dopo la sua morte, di Giorgio Abetti e la consulenza di Angelo Bruschi e Enrico Fermi, con la pubblicazione di aggiunte e correzioni ricavate anche dai successivi lavori e da note autografe del F. conservate presso la Biblioteca nazionale di Firenze (cfr. Bibliografia galileiana 1896-1940, a cura di G. Boffito, Roma 1943, pp. 231 s.). Una ristampa venne realizzata nel 1964 in occasione del quarto centenario della nascita.
L'edizione nazionale rivestì un ruolo centrale per gli studi galileiani del F.; intorno ad essa egli venne costruendo una serie di importanti ricerche che se da un lato confermavano secondo il suo giudizio l'immagine di Galileo come "vero e unico fondatore del metodo sperimentale", dall'altro erano la testimonianza di una concezione storiografica tutta protesa alla scrupolosa ricostruzione dell'insieme dei rapporti, delle discussioni e delle vicende che, nella loro globalità, sarebbero serviti per condurre a termine la biografia completa dello scienziato pisano. Da questa impostazione nascono e prendono avvio una serie di iniziative che si riveleranno di particolare importanza per la conoscenza di Galileo e dei suoi discepoli: la serie dei 41 contributi intitolata Amici e corrispondenti di Galileo, pubblicati tra il 1894 e il 1919, le sei monografie dedicate agli Oppositori di Galileo (1892-1921), le ventiquattro serie degli Scampoli galileiani (1886-1914), i sette contributi degli Adversaria galilaeiana (1916-1923).
Contemporaneamente il F. prosegui le sue ricerche sulla storia dell'università di Padova, che culminarono, in occasione delle celebrazioni del settimo centenario dello Studio, con l'importante Saggio di bibliografia dello Studio di Padova, 1500-1920 (2 voll., Venezia 1922). Intanto aveva avviato un nuovo fronte di indagini dedicato alla figura e all'opera di Leonardo da Vinci, fornendo anche in questo campo contributi pregevoli. Nel 1885 usciva il suo primo lavoro (Gli scritti inediti di Leonardo da Vinci secondo gli ultimi studi, in Atti d. R. Ist. veneto di scienze, lett. e arti, s. 6, 111 [1885], pp. 905-964), ma la sua attività di studioso di Leonardo si intensificò soprattutto a partire dai primi anni del secolo, a mano a mano che portava a termine l'edizione galileiana. Nel 1918 venne nominato membro della nuova Commissione vinciana, presieduta da Mario Cermenati, che aveva l'incarico di predisporre e poi dirigere l'edizione nazionale vinciana. L'anno seguente il F. pubblicò un interessante lavoro dal titolo Passato, presente e avvenire delle edizioni vinciane (in Raccolta vinciana, X [1919], pp. 165-218), a cui seguirono altri studi, tra i quali l'edizione postuma, curata insieme con E. Carusi, dei nove libri Del moto e misura dell'acqua (Bologna 1923).
Membro di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere e collaboratore delle principali riviste di storia della scienza, il F. morì a Padova il 30 sett. 1922. Aveva sposato Giuseppina Turazza, figlia del professore Domenico, da cui ebbe Giuseppe, anatomista e storico delle scienze.
Gli scritti galileiani sono stati raccolti periodicamente dal F. in Vent'anni di studi galileiani, Roma-Firenze 1897; Per la edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei. Trent'anni di studi galileiani, Firenze 1907; Quarant'anni di studi galileiani (1876-1915), in Atti d. R. Ist. veneto di scienze, lett. e arti, LXXIV (1914-15), 2, pp. 1615-1658. Una raccolta dei principali studi galileiani del F. venne di nuovo pubblicata nel 1942 (Bibliografia galileiana di A. Favaro, a cura del R. Ist. veneto di scienze lett. e arti nel III centenario della morte di G. Galilei, Venezia 1942). Recenti edizioni di scritti del F. sono: G. Galilei, La prosa di Galileo per saggi criticamente disposti, a cura di A. Favaro - I. Del Lungo, nuova present. di G. Luporini, Firenze 1957; A. Favaro, G. Galilei e lo Studio di Padova, Padova 1966 (2 voll.); Id., G. Galilei a Padova, Padova 1968; G. Galilei, Dal carteggio e dai documenti. Pagine di vita di Galileo, a cura di A. Favaro - I. Del Lungo, nuova presentazione di E. Garin, Firenze 1969, ristampa ibid. 1984; A. Favaro, Amici e corrispondenti di Galileo, a cura e con nota introduttiva di P. Galluzzi, Firenze 1983 (3 voll.); Id., Galileo e l'Inquisizione. Documenti del processo galileiano esistenti nell'Archivio segreto Vaticano, Firenze 1983; Leonardo da Vinci, Del moto e misura dell'acqua. Libri nove, ordinati da L. M. Arconati, editi sul codice archetipo barberiniano a cura di E. Carusi e A. Favaro, Bologna 1983-84; A. Favaro, Scampoli galileiani, I-II, a cura di L. Rossetti-M.L. Sopelsa, Trieste 1992 (ristampa anastatica), Adversaria galileiana, a cura degli stessi, ibid. 1992.
Fonti e Bibl.: Il ricchissimo carteggio di interesse galileiano (oltre diecimila lettere) fu donato, insieme ad una esigua parte della biblioteca, dal figlio Giuseppe alla Domus Galilaeana nel 1942. Le lettere di G. Vailati sono state edite da P. Guarnieri, Un carteggio tra storici della scienza: lettere di G. Vailati a A. F. (1898-1907), in Giorn. crit. della filosofia ital., s. 5, LX (1981), 2, pp. 238-250. Il regesto del carteggio Favaro-Caverni è stato pubblicato in Appendice al lavoro di C. Maffioli, Sulla genesi e sugli inediti della "Storia del metodo sperimentale in Italia" di Raffaello Caverni, in Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, X (1985), 1, pp. 54-71 (ma cfr. anche pp. 28-44, 72-79). Per quanto riguarda l'attività del F. come professore dello Studio padovano, un'ampia documentazione è conservata presso l'Archivio antico dell'università di Padova. Lettere del F. si trovano in numerose biblioteche italiane; tra queste si segnalano la Biblioteca nazionale di Firenze; la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna; la Biblioteca dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze; la Biblioteca dell'Istituto veneto di scienze lettere ed arti; la Biblioteca Estense di Modena; la Biblioteca civica di Bergamo. Il carteggio Favaro-Tannery è edito in P. Tannery, Mémoires scientifiques, XIV, Correspondance, Toulouse-Paris 1937, pp. 439-517.
La bibliografia degli scritti del F. è stata pubblicata da G. Favaro, A. F. Bio-bibliografia, in Atti d. R. Ist. veneto di scienze, lett. e arti, LXXXII (1922-23), 2, pp. 221-303. L'elenco degli scritti su Leonardo è stato compiuto da G. B. De Toni, A. F. e gli studi su Leonardo, in Archivio di storia della scienza, III (1922), pp. 199 s. Sul F. si vedano inoltre i necrol. in Rend. d. Accad. d. Lincei, classe, scienze mor., stor. e filol., s. 5, XXI (1922), pp. 368 s.; Annuario dell'Università di Padova, a. a. 1922-23, pp. 221 ss.; cfr. inoltre E. Bortolotti, A. F. storico delle scienze matematiche, in Atti e memorie della R. Deput. di storia patria per le province di Romagna, s. 4, XIV (1924), pp. 1-24; G. Gabrieli, A. F. e gli studi italiani di storia della scienza, in Isis, VII (1925), pp. 456-467; F. G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Atti d. Accad. d. scienze di Torino, cl. di scienze mat. fis. e nat., IV (1961), p. 51; F. Seneca, A. F., I. Del Lungo e l'edizione nazionale delle opere galileiane, Firenze 1967 (pubblicato come estratto dei Saggi su Galileo Galilei, Firenze 1967, di cui usci soltanto il secondo volume, che non contiene però il saggio di Seneca); P. Sambin, La Deputazione di storia patria per le Venezie e la "Storia dell'Università di Padova", in Archivio veneto, XCIV (1971), pp. 175-198; L. Malusa, La storiografia filosofica italiana nella seconda metà dell'Ottocento, Milano 1977, pp. 551-566 e ad Indicem; F. G. Brugnaro, A. F., studioso di Galileo Galilei, in Medioevo e Rinascimento veneto, Padova 1979, II, pp. 289-306; M. Quaranta, A. F. (1847-1922), in Galileo e Padova. Mostra di strumenti, libri, incisioni, Padova 1983, pp. 52-55; C. Lefons, Un capitolo dimenticato della storia delle scienze in Italia: il "Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche" di B. Boncompagni, in Giorn. critico della filos. ital., s. 6, LXIII (1984), 1, pp. 84-90; M. Bucciantini, Bibliografia e storia della scienza in Italia (1868- 1920), in Biblioteche speciali. Atti del Convegno..., Milano 1986, pp. 117-122; M. L. Soppelsa, Scienze e storia della scienza, in Storia della cultura veneta, 6, Vicenza 1986, pp. 536, 547-551; M. Torrini, Il carteggio dei discepoli di Galileo, in Le edizioni dei testi filosofici e scientifici del '500 e del '600, a cura di G. Canziani-G. Paganini, Milano 1986, pp. 179 ss.; U. Baldini, Verso una definizione storica della "filosofia" del galileismo: gli epistolari come strumento interpretativo, in Rivista di storia, della filosofia, XLII (1987), pp. 214, 217-220.