Scultori lombardi, fratelli, operosi nell'ultimo quarto del sec. 15º alla Certosa di Pavia, dove il loro nome ricorre frequentemente nei documenti. Nel 1473 furono incaricati dei lavori alla facciata, che poi abbandonarono dopo circa un anno a G. A. Amadeo. Si può assegnare loro quel gruppo di sculture della parte inferiore della facciata, diverse da quelle di Amadeo, rappresentanti profeti e apostoli, caratterizzate da un agitarsi inquieto delle pieghe, da un'espressione patetica e intensa dei volti, in cui si è voluto vedere un diretto contatto con l'arte padovana e ferrarese. Altre sculture inoltre si attribuiscono alla loro collaborazione.