DIAZ, Antonio
Sulla famiglia, la nascita, la giovinezza e gli studi del D., nulla sappiamo; il Capece lo dice romano, il Biaudet napoletano. Documentata invece è la carriera. Ordinato secolare, il 27 genn. 1612, venne nominato da Paolo V nunzio straordinario a Salisburgo con l'incarico di dirimere una contesa tra il locale arcivescovo, Wolf Dietrich von Reitenau, e il duca Massimiliano di Baviera.
In Ala, località dell'arcivescovato di Salisburgo, si produceva sale che veniva, per antica consuetudine, diviso tra l'arcivescovato e il duca di Baviera. Il sale che rimaneva all'arcivescovo, per essere esportato, doveva pagare il dazio allo stesso duca. Questi aveva ottenuto dall'imperatore il permesso di aumentare tale dazio, ma l'arcivescovo si era opposto e con uomini armati aveva impedito il prelevamento della quota spettante al Ducato di Baviera. Massimiliano, entrato nel territorio dell'arcivescovato, si era allora impadronito di Salisburgo e, con il consenso e l'autorità del capitolo, aveva catturato lo stesso Dietrich, consegnandolo in custodia allo stesso capitolo. La deputazione inviata a Roma da quest'ultimo il 21 nov. 1611 per esporre al papa la propria versione dei fatti e chiedere la destituzione del Dietrich aveva prodotto un grande sconcerto in Curia al punto che era stata creata una congregazione per occuparsi della vicenda. Questa era composta dai cardinali Borghese, Millini e Lanfranco oltre ad altri membri del Collegio vecchio; Millini difese il duca di Baviera e propose l'invio di un nunzio. Fu scelto il D., che venne munito di un mandato ampissimo e di brevi per il re d'Ungheria Mattia, per gli arciduchi Ferdinando e Massimiliano, per il duca Guglielmo di Baviera, per gli elettori ecclesiastici.
L'istruzione pontificia, che deve essere di pochi giorni anteriore al 20 genn. 1612, data della morte dell'imperatore Rodolfo II, lo incaricava di farsi consegnare dal capitolo il Dietrich; di indurre quest'ultimo a rassegnare l'incarico, tenuto conto della sua cattiva condotta passata: concubinaggio, alienazione di beni ecclesiastici ai figli, conversione di cose sacre in usi privati e profani; di adoperarsi affinché il successore eletto fosse uomo "pio e zelante" e non un principe d'Austria o di Baviera; di gettare le basi per una riforma del capitolo; infine, tenuto conto della disponibilità dei Francesi, di adoperarsi presso questi affinché Maria de' Medici impiegasse la propria influenza sopra cattolici e protestanti tedeschi per convincerli a convocare la Dieta elettorale e ad eleggere il re dei Romani, facendo cadere la scelta su Mattia, re d'Ungheria. Poiché era convinzione di Paolo V che la presente situazione di "quasi interregno" provocasse un vuoto di autorità che favoriva i protestanti dell'Impero, egli raccomandava che principi ed elettori di entrambe le confessioni, persuasi della propria convenienza all'unità tedesca, si facessero promotori di una riconciliazione tra l'imperatore Rodolfo II e il re d'Ungheria e nel frattempo si vigilasse sui beni ecclesiastici.
Ma il 27 gennaio, quando il D. raggiunse Mantova, queste istruzioni erano già superate a causa della morte dell'imperatore, avvenuta nel frattempo. Arrivato a Salisburgo il 7 marzo, al D. non rimase che svolgere la parte della missione direttamente attinente alle vicende salisburghesi. Si recò quindi a Monaco per trattare la consegna del Dietrich e verosimilmente l'elezione del nuovo arcivescovo da parte del capitolo. L'8 marzo egli inviò la resignazione senza condizioni del Dietrich, che veniva indennizzato con 25.000fiorini e svariati beni mobili. Il 18 dava notizia della avvenuta elezione ad arcivescovo di M. Sittich von Hohenems, sul conto del quale esprimeva un giudizio positivo. Il 19 si era fatto consegnare il Dietrich, ponendolo a propria volta sotto custodia.
Risolti i principali compiti della propria missione, il D. rimase a Salisburgo fino al 18 settembre per sorvegliare l'avvio della nuova situazione salisburghese e sbrigare incarichi di minor conto, tra i quali una vertenza amministrativa con Gaspare Schopp.
Il 28 sett. 1612 il D. fece ritorno a Roma. Tra il 1612 e il 1616 fu referendario delle due Segnature e auditore della Consulta. Il 18maggio 1616 fu creato vescovo di Caserta con una rendita di 1.000 scudi annui, carica che ricoprì fino al 27 maggio 1626, quando rassegnò la dignità per essere stato nominato, il 15 maggio, nunzio ordinario a Napoli. In questa circostanza rinunziò anche alla carica di segretario della congregazione dei Vescovi e Regolari, alla quale era stato eletto nel 1623. A Napoli il D. si trovò subito ad affrontare il grave conflitto giurisdizionale insorto tra l'internunzio Tramalli e il viceré, in seguito all'omicidio di Titta Caracciolo ad opera di Antonio di San Felice.
Rifugiatosi quest'ultimo insieme con alcuni parenti suoi complici, nella chiesa di S. Severino, le guardie regie avevano circondato la chiesa, non permettendo che il rifugiato venisse trasferito nelle carceri della nunziatura; ne era seguita la scomunica del reggente di Cancelleria, Giovanni Henriquez, e degli ufficiali regi che presidiavano la chiesa e, in questa occasione, il re di Spagna aveva dato istruzioni al viceré affinché si pretendesse che, nei casi controversi, a decidere della competenza fossero ufficiali regi.
Le istruzioni al D. erano le seguenti: dal momento che nel Regno veniva impedita l'esecuzione di bolle e sentenze e venivano violati luoghi immuni, il nunzio avrebbe dovuto preoccuparsi di far rispettare la bolla di Gregorio XIV sulle immunità ecclesiastiche e in particolare doveva ottenere soddisfazione nella questione del San Felice, doveva essere sua premura appoggiare i vescovi nelle vertenze con i baroni e vigilare sulla formazione dei chierici, molti dei quali prendevano gli ordini minori per sfuggire alla giustizia e al fisco; infine, doveva censire i beni ecclesiastici affinché la Camera apostolica potesse conoscere il vero valore dei vescovati. Veniva poi impartita al D., in data 4 giugno, una istruzione segreta di Antonio Barberini concernente il trasferimento a Roma del frate Tommaso Campanella.
Durante la sua breve nunziatura il D. assolse secondo le istruzioni quest'ultimo incarico. Quanto al conflitto giurisdizionale, che andò allargandosi per le rappresaglie delle autorità pontificie, il 12 dicembre il D. ottenne facoltà di assolvere i consiglieri scomunicati, a condizione che venisse tolto l'assedio alla chiesa di S. Felice.
Morì poco dopo, a Napoli, nel marzo del 1627.
Fonti e Bibl.: Bibl. apostolica Vaticana, Barb. Lat. 7045, ff. 1-60: Legazione straordinaria di D. a Salisburgo, 27gennaio-18 sett. 1612; Vat. lat. 13460, ff. 92-103: Istruzione di Paolo V per monsignor D., destinato nunzio al preposito, decano, e capitolo di Salisburgo, et ad altri principi dalla S.tà di Papa Paolo V; Barb. Lat. 7578, ff. 35-43: Letteredi A. Diaz a vari; N. Coll. 7, f. 380; Vat. lat. 6916, f. 416; Vat. lat. 6746, f. 40: Lettere a e per D.; Vat. lat. 13405, ff. 359-89: Istruzione a mons. D. ... per la nunziatura ordinaria... a Napoli, 25maggio 1626; Borgh. Lat. 74, f. 29: Urbano VIII, Bolla ad episcopum Casertanum A. D., Roma, 5 nov. 1625; Borgh. lat. 49, ff. 79-94v: Barberini Antonio, istruzione a mons. A. D. ... per la nunziatura ordinaria di N. S. a Napoli, Roma, 26maggio 1626; Arch. segreto Vaticano, Lettere di vescovi, XX, Il capitolo di Salisburgo al cardinale segretario di Stato, Salisburgo, 3 febbr. 1612, f. 39; Sec. Brev. 644, ff. 525 s.: Breve di nomina a vescovo di Caserta; Nunziatura di Napoli, XXV, ff. 155-285; XXVI, ff. 1-46 (cifre del D.); Roma, Bibl. Casanatense, cod. n. 2107, pp. 14, 325: Lettere del 1612alla segreteria di Stato spettanti la causa prigionia di quel nunzio Teodorico; D. Memmoli, Vita dell'e.mo sig. cardinale Giovanni Garzia Millino, Roma 1644, p. 28; G. A. Pichler, Salzburgs Landesgeschichte, Salzburg 1865, pp. 418-31;H. Laemmer, Melematum Romanorum mantissa, Ratisbonae 1875, p. 332; N. Capece, Cenni storici dei nunzi apostolici residenti nel Regno di Napoli, Napoli 1877, p. 52; L. Amabile, Campanella ne' castelli di Napoli, Napoli 1887, pp. 251 ss.; A. Kraus, Das päpstliche Staatssekretariat, in Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte, XXIX (1964), Suppl., p. 332; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1648, Helsinki 1910, p. 264; P. Gauchat, Hierarchia catholica, IV, Monasterii 1935, p. 138; L. von Pastor, Storia dei papi, XII, Roma 1962, pp. 544, 577.