DELLA GIACOMA (Jacoma, nelle fonti russe Della Giacomo), Antonio
Mancano notizie sulla formazione, in Italia, di questo decoratore originario di Predazzo (Val di Fiemme; Ambrosi, 1883); la sua attività è documentata solo in Russia dove a fianco dell'architetto G. Quarenghi occupava il posto di decoratore di corte. Ebbe un primo contratto nel 1787 con un compenso di 700 rubli l'anno (Antonov, 1979, p. 157). Esistono testimonianze del suo lavoro nel 1791 (Sivkov, 1970) per la decorazione della galleria di manno del Palazzo d'inverno e degli appartamenti privati dei principi Alessandro e Costantino.
Nel gennaio del 1792 ricevette una commissione di importanza ancora maggiore: gli affreschi della sala del trono, dove, insieme con il francese G. F. Doyen creò il grande soffitto e dipinse un fregio "nello spirito del Tiepolo", come viene riportato da Reimers. Tutti gli affreschi del Palazzo d'inverno furono distrutti nel terribile incendio del 1838 e non vennero più ripristinati.
Si è conservata un'incisione anonima della fine del XVIII secolo con la raffigurazione di un ricevimento diplomatico di Caterina la Grande; vi si vedono le pareti della sala affrescate da cima a fondo nello stile tardo barocco veneziano. A difficile stabilire quale parte della ricca decorazione sia stata realizzata dal D.: per quel poco che si può giudicare, le sue opere successive appaiono realizzate con un gusto quasi completamente diverso.
Nel 1793 il D. continuò gli affreschi della galleria di marmo e di altri locali del Palazzo d'inverno: a giudicare dai documenti (Sivkov, 1970), questi dovevano essere improntati al gusto classico (grottesche), introdotto in Russia da G. Cameron e Quarenghi.
Uno dei primi esempi del nuovo gusto fu la costruzione a Peterhof del Palazzo inglese, realizzato da Quarenghi negli anni 1793-94. Il D. era a capo delle opere di decorazione, di stucco e di pittura, negli interni del palazzo, e creò leggeri arabeschi secondo la nuova tendenza. Lo stesso nome di "inglese" testimonia un cambiamento nelle tendenze di Caterina, che preferiva così alle ricercatezze del rococò francese la naturale semplicità del classicismo inglese, che conteneva già in sé delle note romantiche. Purtroppo, il Palazzo inglese venne abbattuto durante la seconda guerra mondiale e ci è noto solo attraverso vecchie fotografie conservate a Leningrado, nell'Archiv ochrany pamjatnikov (Archivio della sovrintendenza al monumenti; v. anche L'opera del genio ital. all'estero, E. Lo Gatto, Gliartisti in Russia, III,Roma 1943, tavv. IV-VI).
Attorno a quel periodo, negli anni 1794-1796, insieme con Quarenghi, il D. riceveva un'altra grossa commissione, a Carskoe Selo; al lussuoso palazzo rocaille opera di C. B. Rastrelli se ne aggiungeva uno nuovo, in stile rigorosamente classico, destinato al principe Alessandro, il futuro Alessandro I. Gli affreschi del palazzo di Alessandro costituiscono l'ultima grande opera del Della Giacoma.
Nel 1796, morta Caterina la Grande, saliva al trono suo figlio Paolo I, che odiava il ricordo della madre e tutto ciò che era a lei legato. Da allora il D. perse prestigio. Ci sono tuttavia testimonianze (Antonov, 1979) secondo cui avrebbe lavorato ancora a Pietroburgo nel castello di S. Michele (oggi chiamato castello degli Ingegneri) - l'opera prediletta di Paolo -, ma ormai nel ruolo di semplice esecutore. La sua situazione, peraltro, non cambiò nemmeno con la morte di Paolo I nel 1801.
I leggeri, delicati affreschi del D., nello stile del "classicismo rocaille", apparivano anacronistici nell'epoca di Alessandro; è perciò naturale che nel 1809 gli venisse tolto il posto di decoratore di corte; in quello stesso anno G. B. Scotti coprì i suoi affreschi nel palazzo di Alessandro, sostituendo le grottesche pompeiane con una decorazione pesante, secondo i dettami dello "stile impero russo". Come ex artista di corte, il D. riceveva ancora una pensione, che veniva continuamente decurtata dall'infiazione, e perciò aumentata, nel 18 19, da 900 a 1100 rubli.
Morì dimenticato da tutti a Pietroburgo il 24 febbr. 1833.
Bibl.: H. de Reimers, L'Acadèmie impériale des beaux-arts à St. Pétersbourg depuis son origine jusqu'au règne d'Alexandre Ier en 1807, St. Pétersbourg 1807, p. 144;F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1883, p. 94;B. Beljavskaja, Rospisi russkogo klassicizma (Affreschi del classicismo russo), Leningrad-Moskva 1940, pp. 29, 31, 33;A. V. Sivkov, Georgievskij zal zimnego Dvorca (La sala georgiana nel Palazzo d'inverno), in Russkaja kultura i iskusstvo (Cultura e arte russa), Leningrad 1970, p. 178; V.Antonov, Due decoratori venez. a Pietroburgo, in Arte veneta, XXXIII (1979), pp. 157 s.; U. Thieme-F. Beker, Künstlerlexikon, XIII, p. 575(sub voce Giacoma, Giacomo della); Biograficeskij slovar'. Chudozniki narodov SSSR (Dizionario biografico. Artisti dei popoli dell'Unione Sovietica), III, Moskva 1976, p. 355.