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DEL MEDICO, Antonio

di Chiara Garzya Romano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 38 (1990)
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DEL MEDICO, Antonio

Chiara Garzya Romano

Nacque a Carrara il 2 apr. 1705 da Francesco e da Francesca Staffetti (cfr. albero genealogico in Carrara, Accademia di belle arti, Archivio Del Medico, Nobili di Pisa ... 1771 ..., nonché l'atto di battesimo nella parrocchia di S. Andrea [duomo] di Carrara, [Registro] Battesimi 1701-1725, IX, c. 25v, 4 apr. 1705).

Conte (ereditò tale titolo dal padre, che ne era stato insignito dal duca di Guastalla nel 1733) e abate, il D. non fu scultore, ma in linea con gli interessi della famiglia, tesa al monopolio sulle cave e sul commercio dei marmi, svolse attività di imprenditore di marmi, al servizio della committenza napoletana. A Napoli, dove almeno dal 1756 aveva in fitto dei magazzini nei pressi del largo dello Spirito Santo (Nappi, 1967, pp. 201 s., 209), il D. tenne per oltre un trentennio commercio dei marmi che faceva giungere, spesso già scolpiti, da Carrara. Le prime notizie sulla sua attività risalgono agli anni Quaranta, e sono di forniture di marmi per il palazzo reale di Capodimonte (Della Pina, 1979, p. 194 n. 169). Dal 1749 il D. procurò marmi per le sculture da realizzare per la cappella del palazzo reale di Portici (González Palacios, 1978).

Dal 1754 iniziò la sua collaborazione al cantiere della reggia di Caserta. Nella speranza di ottenere l'intero appalto dei marmi e delle sculture occorrenti per la decorazione del palazzo e del parco, l'imprenditore dedicava al re, Carlo di Borbone, un poema, La serie delle mie fortune (rivolgendosi, per la stesura, a M. Coltellini; cfr. Nicolini, 1911, pp. 68 ss.); ciò nonostante, furono impiegati anche scultori locali: causa non ultima, la mediocrità di quelli carraresi, dei quali appunto il D. si avvaleva, più volte lamentata da Luigi Vanvitelli, direttore dei lavori (Strazzullo, 1956, p. 20; Petrelli, 1979, pp. 201, 203; Fittipaldi, 1980, p. 64). Al D. riuscì comunque di vendere, tra l'altro, un buon numero di "termini", ovvero "mezze figure di Carrara con piedistalli compiti", da destinare al parco (nota del 16 giugno 1767, in Archivio di Stato di Napoli, ... Amministrazione siti reali, fs. 1380; anche Ibid., ..., Maggiordomia maggiore, fs. 16). Nel 1759, di ritorno da un viaggio a Carrara, il D. sbarcava dal veliero una statua del Salvatore, opera forse di Giovanni Maria Baratta, da offrire in vendita a re Carlo; il Campori (1873, pp. 23, 421 n. 253) cita in proposito un capitolo in terza rima, forse dello stesso D., Ritornando da Napoli a Carrara l'illustr.mo sig. conte abate D. Antonio del Medicò per fare scolpire in marmo una statua rappresentante la Gloria di Sua Maestà il re delle Due Sicilie (Livorno 1757), scritto in difesa dei suoi marmi, il cui pregio alla corte di Napoli si cercava di screditare.

L'imprenditore non fu solo al servizio dei Borboni. Procurò marmi a Raimondo di Sangro, principe di Sansevero; il 31 luglio 1753 risulta stipulato "istrumento di quietanza per mano di notar Giovan Bottigliero di Napoli", tra il D. e il principe, che si dichiarava debitore di 100 ducati (la somma verrà versata al D. il 12 apr. 1754; cfr. Nappi, 1975, p. 34 n. 104); il rapporto sarà duraturo, se ancora nel 1774 il D. figura tra i creditori dei Sansevero (ibid., p. 58). Altre forniture procurò ai duchi di Casacalenda, per la villa Campolieto di Ercolano: nel 1758 consegnava ventiquattro colonne di marmo; nel '61 vendette, tra l'altro, cinquanta mezzi busti di marmo, ciascuno a 4 ducati.

Nel 1755, con strumento stipulato presso il notaio Ignazio Parisi di Napoli il 10 ottobre, si era intanto impegnato a procurare per il transetto destro della chiesa dei Ss. Severino e Sossio quattro statue (cfr. nota del 26 sett. 1757, in Arch. di Stato di Napoli, ... Ss. Severino e Sossio, vol. 1795). Nel 1759, con nuovo strumento stipulato presso lo stesso notaio il 5 luglio, il D. s'impegnò a far scolpire, "dalli migliori scultori di Carrara", due statue in marmo statuario, un S. Pietro e un S. Paolo, in sostituzione di quelle esistenti, in stucco, da collocarsi nelle nicchie, delle quali anche egli doveva occuparsi, ai lati della porta interna della chiesa; le statue, in una polizza del Banco del Popolo del 7 genn. 1761, risultavano già poste in opera; gli verranno corrisposti, secondo la stima fatta dall'ingegnere Giovanni Del Gaizo, direttore dell'opera, 900 ducati per ciascuna delle due statue, e 380 ducati e 20 grana per le nicchie (ibid.). Il26 febbr. 1763 il D. stipulò un contratto con gli Eletti della città di Napoli per la fornitura di dodici statue (figure allegoriche delle Virtù di Carlo di Borbone), che egli si impegnava a far venire da Carrara (come infatti fece entro il '64), per la balaustra dell'emicicio del foro Carolino (oggi piazza Dante; documenti in Nappi, 1967).

Da una lettera di Luigi Vanvitelli al fratello, del 31 marzo 1764 (Strazzullo, 1977, n. 1138), apprendiamo, che a quella data il D. si trovava in Calabria, "in alcuni feudi appartenenti alla Duchessa di Massa vedova...". Dal '64 al '70 sono documentati pagamenti della S. Casa dell'Annunziata in favore del D., in conto di numerose colonne di marmo di Carrara, da impiegarsi nella chiesa, vendute ciascuna a 379 ducati. La commissione di tali colonne era stata causa anni addietro di controversie, delle quali è un'eco in una lettera del Vanvitelli al fratello, del 28 marzo 1761 (ibid., 1976, n. 850; note di pagamento in D'Addosio, 1883, p. 478; De Marco, 1978, pp. 721, 732). Nel 1773 fu pattuita la consegna d'un altare per la chiesa di S. Carlo alle Mortelle, del costo di 700 ducati (Ruotolo, 1977). Il D. aveva continuato intanto a provvedere di marmi la reggia casertana. Come risulta da carte d'archivio relative a Caserta, alla sua morte, avvenuta a Napoli il 16 apr. 1776 (Carrara, Acc. di belle arti, cit.), saranno i nipoti, Francesco Antonio dapprima, quindi Carlo, a proseguire la sua impresa (Arch. di Stato di Napoli, ... Amministrazione siti reali, fs. 1375: note relative, fra altro, a marmi per la fontana di Diana e Atteone).

Francesco Antonio (Carrara, 31 genn. 1727-Fossola di Carrara, 17 apr. 1813: Carrara, Acc. di belle arti, cit.), primogenito del fratello del D. Andrea, fu al servizio dei duchi di Modena, viaggiò molto, i contatti presso gli ambienti delle corti europee gli procurarono importanti commissioni di. marmi, quali quelli per Sans Souci. Fu nominato, dai duchi di Modena Francesco III ed Ercole III d'Este, "sovrintendente generale alle provviste e a' lavori di marmi inservienti alle Nostre Fabbriche e Case" (Della Pina, 1979, p. 212). Offrì i propri marmi e l'opera di suo fratello Lorenzo, scultore (Carrara: 22 giugno 1744-26 dic. 1784) a Benjamin Franklin per l'elevazione di un monumento alla Rivoluzione americana (Pace, 1958; Carrara, Acc. di belle arti, cit.). Carlo (Carrara: 8 nov. 1734-16 sett. 1795: Carrara, Acc. di belle arti, cit.) era il quartogenito, e l'erede del patrirnonio famigliare (Della Pina, 1979, p. 217: vi è riportata altresì la notizia del matrimonio di Carlo con la figlia di un ricco negoziante inglese di Livomo, Antonio Lefroy, membro della Società minerale per lo sfruttamento delle miniere del Massetano).

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, Ss. Severino e Sossio, vol. 1795, ff. 17-18; Ibid., Casa Reale amministrativa, Amministr. siti reali, fss. 1375, 1380; Ibid., Maggiordomia maggiore, fs. 16; Ibid., Conti e cautele, fs. 1145; G. Campori, Mem. biogr. degli scultori, architetti, pittori... di Carrara;Modena 1873, pp. 23, 87, 421; S. Volpicella, La crociera della chiesa dei Ss. Severino e Sossio di Napoli, in Studi di letter., storia ed arti, Napoli 1876, p. 184; G. D'Addosio, Origine vicende stor. e progressi della Real S. Casa dell'Annunziata di Napoli, Napoli 1883, p. 478; L. Nicolini, La reggia di Caserta, Bari 1911, pp. 68-72; F. Strazzullo, Autografi vanvitelliani per la reggia di Caserta, in IlFuidoro, III (1956), pp. 20, 33; A. Pace, Benjamin Franklin and Italy, Philadelphia 1958, pp. 133, 288; J. Mazzoleni, Ilmonastero benedettino dei Ss. Severino, e Sossio, Napoli 1964, p. 122; E. Nappi, Verità e leggenda nella storia dell'arte napol., I, Il Foro Carolino, in Annali di storia econ. e sociale, VIII (1967), pp. 210 s., 209 s.; M. R. Caroselli, La reggia di Caserta. Lavori costo effetti della costruzione, Milano 1968, p: 60; L. De Rosa, Navi, merci, nazionalità, itinerari in un porto dell'età preindustriale, in Saggi e ricerche sul Settecento, Napoli 1968, p. 347; R. Mormone, La scultura, in Storia di Napoli, VIII, Napoli 1971, p. 599; F. Strazzullo, Autografi vanvitelliani della Bibl. nazionale di Napoli, in Restauro, II (1973), pp. 1-71 [XV-A-8 bis, b.2, c. 94; XV-A-9, b. 1, cc. 23, 25, b. 5, cc.10-14, 151; XVA-9 bis, b. 3, cc. 31-32, b. 5, cc. 18, 20]; Id., Pittori e scultori del '700 a Napoli nelle relaz. di Luigi Vanvitelli, in Atti dell'Accademia Pontaniana, n. s., XXIII (1974), p. 184; L. Vanvitelli ir., Vita di Luigi Vanvitelli, a cura di M. Rotili, Napoli 1975, p. 187; E. Nappi, La famiglia, il palazzo e la cappella dei principi di Sansevero, in Revue internat. d'histoire de la banque, XI (1975), pp. 16, 34 n. 104, 58; G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi deiCasacalenda, Napoli 1976, pp. 13, 16, 24, 36, 210 n. 103; F. Strazzullo, Le lettere di L. Vanvitelli della biblioteca palatina di Caserta, II, Galatina 1976, nn. 429, 432, 499, 850; III, ibid. 1977, n. 1138; R. Ruotolo, La chiesa di S. Carlo alle Mortelle in una descrizione del 1787, in Il Rievocatore, XXVIII (1977), p. 11; A. González Palacios, Scultori alla real cappella di Portici, in Antologia di belle arti, II (1978), pp. 344, 349, 352; D. Demarco, Gl'investimenti delle istituz. religiose a Napoli: la ricostruzione della chiesa della Santa Casa dell'Annunziata, in Beiträge zur Wirtschaftsgeschichte Klett-Cotta, V (1978), pp. 721, 732; M. Della Pina, IDel Medico: l'ascesa di una famiglia nell'area economico-sociale della produzione marmifera carrarese, in Ricerche di storia moderna, II, Pisa 1979, pp. 141-224; F. Petrelli, Gli scultori della reggia di Caserta negli anni della direzione di Luigi Vanvitelli, in Le arti figurative a Napoli nel Settecento, Napoli 1979, pp. 201, 203 s., 206, 210 ss.; V. Maderna-F. Petrelli, Gli scultori a Caserta, in Civiltà del '700 a Napoli (catal.), I, Firenze 1979, p. 110; R. Ruotolo, ibid., II, Firenze 1980, p. 187; V. Maderna, ibid., p. 432; T. Fittipaldi, Scultura napol. del Settecento, Napoli 1980, pp. 64 s., 145; G. Fiengo, Organizzaz. e produzione edilizia a Napoli all'avvento di Carlo di Borbone, Napoli 1983, p. 41 n. 21; U. ThiemeF. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 328 (s.v. Medico, Antonio del).

Vedi anche
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