ANTONIO del Massaro da Viterbo, detto il Pastura
Pittore; non si conosce l'anno della sua nascita. Solo si sa che già nel 1478 era membro dell'Accademia di S. Luca in Roma. Le opere sue giovanili non ci son giunte; lavorò col Pinturicchio alla decorazione dell'appartamento Borgia, nei cui affreschi la sua mano è riconoscibile, soprattutto nella Rettorica e nella Musica; nel 1498 ridipinse nella tribuna del duomo d'Orvieto gli affreschi trecenteschi di Ugolino d'Ilario, di cui molti elementi seguì, quale falsariga, specialmente negli sfondi. Degli ultimi anni del secolo sono le opere sue migliori: il Presepe e la Madonna adorata da Angeli e Santi nel Museo civico di Viterbo; la Madonna del Palazzo municipale di Tuscania; l'altro Presepe del Museo di Worcester; e ad Orvieto il S. Sebastiano del Museo dell'Opera del Duomo, il S. Bernardino in gloria e la Madonna in trono della chiesa della Trinità. Nel 1509 terminava la decorazione del coro nella cattedrale di Tarquinia, con scene della vita di Maria e profeti e sibille nelle vòlte: è l'opera sua più vasta. Morì tra il 1509 e il 1516. Operò sotto l'influenza del Perugino e del Pinturicchio, con le pitture dei quali ebbe certo lunga familiarità, sì da assimilarne tipi di figure e motivi di composizione e di decorazione. Sempre un po' gonfio e tozzo, non ebbe né la serenità e la dolcezza dell'uno, né la finezza e mobilità dell'altro. Non lasciò, dobbiam credere, ricordo vivace di sé, ché il Vasari nemmeno lo ricorda.
Bibl.: E. Steinmann, A. d. V., Monaco 1901; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923 (con la bibl. precedente).