DE VAL, Antonio
Nacque a Venezia il 17 ott. 1803, da Domenico e da Giovanna Caprara. Scarse le notizie biografiche sul D., che, come risulta dai documenti rimasti, riscosse un buon successo quale interprete, compositore e didatta. La sua prima formazione musicale si compì grazie all'abate G. B. Zara di Treviso, suo padrino, che lo iniziò anche allo studio del canto. Egli seguì poi le lezioni del contrappuntista veneziano F. Ermagora. Dotato d'una bella voce tenorile, studiò con A. Baglioni che, dopo una brillante carriera teatrale, specie in ruoli mozartiani, si era dedicato all'insegnamento, divenendo uno tra i maggiori esperti nel campo della tecnica vocale. Nella formazione artistica del D. il Baglioni si rivelò una presenza fondamentale, un punto di riferimento e un modello anche dal punto di vista interpretativo, in un repertorio vocale in gran parte comune.
Dopo solo due anni della sua scuola il D. debuttò nella primavera del 1826 nel ruolo di don Ramiro nella Cenerentola di G. Rossini, al teatro S. Benedetto di Venezia, ove riscosse un buon successo e poté mettere in luce le sue qualità di attore e le particolari caratteristiche della sua voce, che faranno di lui un tipico interprete rossiniano. Della sua attività non si hanno poi notizie fino all'autunno 1830, quando il suo nome è segnalato, nella stagione del teatro Valle di Roma, nel ruolo di Lindoro ne L'italiana in Algeri, di cui venne eseguito solo il primo atto con un successo strepitoso. Nella stessa stagione, la sera del 23 ottobre, fu rappresentato il Mosè in Egitto, sempre di Rossini, opera in cui il D. sostenne il ruolo di Aronne.
Secondo il Cametti vi furono critiche all'esecuzione, tuttavia tra gli interpreti emerse il D., che seppe rivelare temperamento d'artista, sicurezza vocale e dominio della scena.
Il 10 nov. 1830 andò in scena, ancora di Rossini, La donna del lago, su libretto di A. L. Tottola. La compagnia era tra le più prestigiose: Marietta Brambilla (Elena), Margherita Carobbi (Malcom) e, tra gli interpreti maschili, il D. nel ruolo di Giacomo.
La carriera artistica del D. si svolse nei principali teatri italiani ed europei. Cantò a Napoli, Venezia, Genova, Parma, Milano, Barcellona, Londra. Fu poi alla Scala di Milano, ove la sua presenza è documentata negli anni 1830, 1838, 1842. A partire dal 25 febbr. 1832 fu Percy per otto rappresentazioni nell'Anna Bolena di G. Donizetti, in una compagnia di canto di cui facevano parte Giuditta Grisi e Giuditta Pasta, due fra le maggiori interpreti del melodramma dell'Ottocento. Nel 1834 fu ad Alessandria quale interprete di Anna Bolena di Donizetti e I Normanni di S. Mercadante. Nella primavera 1838 interpretò il ruolo di Galeazzo Visconti nell'Idadella Torre di A. Nini, poi, sempre alla Scala, il 28 marzo 1842, prese parte alla prima rappresentazione dell'opera di P. A. Coppola, La bella Celeste degli Spadari, in cui interpretò il personaggio di Rodrigo.
Al teatro Valle di Roma cantò ancora nella stagione autunnale del 1839; il suo nome figura infatti fra gli interpreti delle cinque opere in programma: Amore e dovere di S. Mercadante; Semiramide di G. Rossini; La pazza per amore di P. A. Coppola; L'elisir d'amore di G. Donizetti; Galeotto Manfredi di P. Gorbi, in cui il D. apparve in una compagnia formata da G. B. Genevo, Eugenia Tadolini e Carolina Vietti. Sempre nel 1839 cantò al teatro La Pergola di Firenze nel Giuramento di S. Mercadante accanto a V. Boccabadati e T. Brambilla, quindi al teatro Carlo Felice di Genova in La solitaria delle Asturie di C. Coccia; fu poi ancora a Parma nel 1841 nelle Beatrice di Tenda di Donizetti e nel '42 alla Fenice di Venezia in Saffo di G. Pacini.
Oltre alle opere citate il suo repertorio, peraltro assai vario, comprendeva importanti ruoli in altre opere di Rossini (Mosè), Donizetti (Gemma di Vergy e Parisina), Mercadante (Didone), G. Faccioli (Iginia d'Asti).
Ritiratosi dalle scene, tornò a Venezia, dedicandosi all'insegnamento. Vi morì il 10 luglio 1878.
Scrisse varie composizioni vocali e strumentali, sacre e profane, di cui oggi non si ha più notizia. Lo Schmidl ricorda una sinfonia in re maggiore.
Cantante versatile, dotato di voce limpida e dal fraseggio elegante, ebbe carriera breve per quanto fortunata e limitata nel repertorio; in seguito preferì la carriera di insegnante e creò una scuola da cui uscirono valorosi allievi.
Fonti e Bibl.: Notizie in Allgemeine Musikalische Zeitung, XXXV (1833), p. 331; XXXVI (1834), p. 567; XL (1838), pp. 355, 625 s.; XLI (1839), pp. 390, 405, 627, 905, 953;XLII(1840), pp. 249 s., 493, 670; XLIII (1841), pp. 193 s., 953; XLIV (1842), pp. 883, 987; A. Cametti, La musica teatrale a Roma cento anni fa, in Annuario dell'Accademia di S. Cecilia, Roma 1923, pp. 87, 210; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, pp. 36, 40, 43; W. Ashbrook, Donizetti and his operas, Cambridge 1982, p. 620; F. Regli, Diz. biogr. dal 1800 al 1860, Torino 1860, pp. 164 ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 441.