DE FERRARIIS, Antonio
Detto umanisticamente il Galateo da Galatone in Terra d'Otranto, ove nacque nel 1444, fu filosofo, medico, buon conoscitore delle lingue classiche e dello spagnolo, accademico pontaniano (1471); per un biennio (1474-76) compagno indivisibile a Napoli di Ermolao Barbaro; medico e segretario di Alfonso duca di Calabria, che accompagnò in quella di Otranto (1480) e in altre guerre; medico altresì di Ferrante il Vecchio (1490), e fedelissimo in ogni congiuntura agli Aragonesi di Napoli. Durante la sua vita, trascorsa nell'Italia meridionale (Galatone, Lecce, Napoli, Bari, Gallipoli, ove mori il 12 novembre 1517), non senza, peraltro, una gita a Venezia (1475) e una, più lunga, a Roma (1510 segg.), non pubblicò alcuno dei suoi circa sessanta opuscoli, dei quali taluni videro la luce sparsamente; la maggior parte si trovano nella Collana degli scrittori di Terra d'Otranto (Lecce 1867) e altri restano inediti.
Notevoli: De morbo articulorum, podagra et morbo gallico (1494); il dialogo Heremita, in cui è parso vedere proposizioni preluterane (1496); De laudibus Venetiarum (1501); una narrazione della disfida di Barletta col titolo De pugna tredecim equitum (1503); Esposizione del Pater noster (1504); De donatione Constantini Magni facta Ecclesiae (polemica contro Lorenzo Valla, presentata dall'autore stesso nel 1510 a Giulio II); De situ Iapygiae (1511); Descriptio urbis Callipolis (1512 o 1513). Ma ben più importante il trattatello De educatione (1504-5), indirizzato all'umanista Crisostomo Colonna, che allora presiedeva in Spagna all'educazione del figlio giovinetto di Federico d'Aragona.
Bibl.: N. Barone, Nuovi studi sulla vita e sulle opere di A. Gal., Napoli 1892; A. De Fabrizio, A. de F. Gal. pensatore e moralista del Rinascimento, Trani 1908; B. Croce, in Giorn. stor. d. lett. ital., XXIII, pp. 394-97; id., La Spagna nella vita ital. dur. la Rinascenza, 2ª ed., Bari 1922, pp. 109-23 e passim.