DE FERRARI, Antonio (Antonino)
Pittore, figlio di Rufino (Maiocchi, 1937, p. 31) nacque a Pavia, come riportato da vari documenti; ma non si sa quando. Di lui è comunque attestata la cittadinanza cremonese in un'iscrizione relativa alla sua impresa di maggiore impegno: gli affreschi eseguiti per Aghinorio da Acqualunga nella chiesa di S. Luca a Cremona.
La prima notizia del D. è del 7 luglio 1405 (ibid.): a Pavia egli figura come teste al testamento di Luchina de Surigiis, che ordina fra l'altro di fare affrescare al D. la propria cappella in S. Maria Nova insieme probabilmente con Ambrogio dell'Acqua, anch'egli testimone. Un Antonino De Ferrari, pittore, con tutta verosimiglianza identificabile con lo stesso artista, è ricordato nel 1410 (ibid.). Nel 1419 (Caffi, 1876) il D. è presente ancora a Pavia, nel gruppo dei decoratori attivi nel castello visconteo.
Il 25 ott. 1419 (Maiocchi, 1937) firma anche gli affreschi dipinti per Aghinorio da Acqualunga nella cappella dedicata a S. Giovanni Battista in S. Luca a Cremona, unica testimonianza sicura della sua attività: le Storie del Battista ormai scarsamente leggibili.
Nella attigua sacrestia gli sono stati avvicinati altri affreschi (Toesca, 1912): gli Evangelisti nella volta, un'Annunciazione ed il Contrasto dei tre vivi e dei tre morti sulle pareti, che lo mostrano in sintonia con i miniatori viscontei dello Studio pavese, con gustose notazioni naturalistiche nella descrizione degli animali e del paesaggio, e con tono elegantemente narrativo. In questi ultimi affreschi, tuttavia, appare più forte la matrice lombarda, nel solco di una tradizione capace di fondere mirabilmente verità ed aspetti fantastici da epopea cortese.
Fra le opere attribuite al D. dal Toesca, si ricorda un affresco riportato su tela del Museo di Cremona, proveniente dalla chiesa di S. Francesco, che si fa notare per la squillante gamma cromatica, rappresentante Episodi della vita di un santo, piuttosto affine alla decorazione di S. Luca, alla quale dovrebbe essere precedente. In un'absidiola della chiesa cremonese di S. Lucia è un'Incoronazione della Vergine che il Toesca ha avvicinato al D., probabilmente più avanzato cronologicamente.
Un'ulteriore prova della sua cittadinanza cremonese è fornita da un altro frammento d'affresco del Museo di Cremona, sempre proveniente dalla chiesa di S. Francesco: si tratta della decorazione sepolcrale della tomba del pittore, che mostra non pochi contatti con le slanciate architetture del trono della Vergine nell'Incoronazione di S. Lucia.
Bibl.: G. B. Zaist, Notizie istor. de' Pittori scultori ed archit. cremonesi, Cremona 1774, I, pp. 28 s.; G. Grasselli, Abecedario biografico, Milano 1827, p. 121; G. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Martova, Mantova 1857, p. 27; M. Caffi, Il Castello di Pavia, in Arch. stor. lombardo, III (1876), p. 543; C. Magenta, I Visconti e gli Sforza nel castello di Pavia, Milano 1883, I, pp. 215, 363; L. Lucchini, Il duomo di Cremona, Mantova 1894, II, p. 88; F. Malaguzzi Valeri, Pittori del Quattrocento lombardo, Milano 1902, p. 221; L. Lucchini, Scoprimento di antiche pitture nella chiesa di S. Lucia in Cremona, in Riv. arch. lomb., I (1905), pp. 1-7 dell'estr.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII,1, Milano 1911, p. 288;P. Toesca, La pittura e la miniatura in Lombardia, Milano 1912, pp. 470-473; R.van Marle, The development of the Italian Schools of paintings, The Hague 1926, VIII, pp. 131 s.; R. Maiocchi, Codice diplomatico artist. di Pavia, I,Pavia 1937, pp. 31-33, 38; A. Puerari, La Pinacoteca di Cremona, Cremona 1951, pp. 33, 38; C. Baroni-S. Samek Ludovici, La pittura lombarda del Quattrocento, Messina-Firenze 1952, pp. 56 s.; A. Puerari, Il Museo civico di Cremona, Milano 1960, p. 43; F. Mazzini, Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano 1965, pp. 422, 599, 609;U. ThieMe-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 440 (sub voce Ferrari, Antonino de').