Antonio di Padova, santo
Il patrono di Padova, un frate predicatore
Di origine portoghese, sant'Antonio di Padova agli inizi del 13° secolo si fece con entusiasmo frate francescano. Ebbe fama di grande predicatore e guaritore, e fece molti viaggi nell'Italia settentrionale e nella Francia meridionale per combattere le eresie. Trascorse gli ultimi anni a Padova, città di cui è il santo protettore. Scrisse numerose prediche contro i vizi e i peccati
Nato a Lisbona nel 1195 da una famiglia della piccola nobiltà militare, nel 1210 intraprese gli studi della Bibbia e di teologia presso l'ordine dei canonici regolari di s. Agostino, dapprima a Lisbona, nel convento di S. Vincenzo, poi a Coimbra (1212), nel monastero di Santa Croce. Quando a Coimbra giunsero le salme di cinque francescani martirizzati in Marocco, decise immediatamente di aderire all'ordine dei frati minori francescani, cambiò il suo nome di battesimo da Fernando ad Antonio e partì in missione in Marocco. In Africa fu costretto per mesi all'immobilità da una malattia, che lo costrinse poi a tornare in patria. La nave che lo stava riportando in Portogallo fu deviata da una tempesta verso le coste della Sicilia e Antonio decise così nel 1221 di risalire la penisola per incontrare Francesco d'Assisi. In seguito, dopo aver trascorso un periodo nell'eremo di Montepaolo, presso Forlì, si dedicò all'apostolato, cioè alla predicazione.
La nuova attività di predicatore gli fece compiere frequenti viaggi in Italia settentrionale e, fra il 1225 al 1227, nelle regioni francesi della Linguadoca ‒ così chiamata perché vi si parlava la lingua d'oc ‒ e della Provenza, dove diventò famoso per le sue doti oratorie: parlava in piazze e mercati, perché le chiese non bastavano a contenere la folla che veniva ad ascoltarlo. Intanto, in quegli anni si stava diffondendo in Francia l'eresia catara, che rigettava le posizioni ufficiali della Chiesa, rifiutava i sacramenti ed esasperava il significato della lotta tra Dio e Satana nella vita terrena dell'umanità. Il compito dei frati predicatori era proprio quello di combattere la diffusione delle eresie. In seguito Antonio fondò a Bologna, con l'autorizzazione di Francesco d'Assisi, una scuola teologica per istruire i frati francescani.
Visse a Padova dal 1229 fino alla morte, avvenuta nel 1231. Scrisse numerosi sermoni: prediche di argomento religioso e morale, in cui unì una profonda dottrina a un'appassionata forza oratoria. In essi criticò vizi e peccati, in particolare l'avarizia e l'usura, ed esaltò le virtù morali, quali l'ascetismo ‒ cioè la purificazione dai desideri terreni e l'elevazione a una vita puramente spirituale attraverso i digiuni, l'astinenza e le mortificazioni dei desideri corporei ‒ e il misticismo, ossia lo sforzo di raggiungere mediante l'ascesi spirituale l'unione con Dio. Della sua vita, che lo rese uno dei santi più amati, sono noti gesti di grande virtù e ardore. Si adoperò, soprattutto a Padova, per pacificare le fazioni politiche avverse. Chiese con coraggio, anche se senza successo, a Ezzelino da Romano, tiranno di Verona, di liberare i guelfi suoi prigionieri. Fu canonizzato nel 1232 da papa Gregorio IX, nel 1256 fu proclamato patrono e protettore di Padova (la sua festa si celebra il 13 giugno, giorno della sua morte) e nel 1946 dottore della chiesa. Il centro del suo culto è la basilica eretta a Padova sul luogo della sua tomba.
A sant'Antonio di Padova sono attribuiti anche alcuni miracoli: tra gli altri un episodio di bilocazione (presenza contemporanea in due luoghi diversi), poiché fu visto nello stesso momento a Padova, dove tenne una predica, e a Lisbona, dove si era recato per salvare il padre condannato a morte. Aveva anche fama di taumaturgo, cioè di guaritore miracoloso; inoltre è lui il santo cui si rivolge chi spera di ritrovare un oggetto smarrito. Nell'iconografia, cioè nei quadri e nelle immagini, è solitamente presentato con un giglio, simbolo di fedeltà e purezza dell'anima e del corpo, o con Gesù Bambino tra le braccia.