ANTONIO d'Azario
La prima notizia sicura circa questo scrittore domenicano e oratore sacro parmense e circa la sua opera vien fornita da L. Alberti. Parlando dei predicatori, lo presenta insieme con Giovanni da San Gimignano: "Video etiam Ioannem Sangeminianensem... circa salutis nostrae annum florentem, 1313, cum Antonio Azario Parmense loquentem optimo concionatore, Sermones morales super Evangelia portante...". L'Alberti aveva allora sott'occhio nella biblioteca del convento di S. Domenico di Bologna il codice: "Incipiunt Sermones dominicales fratris Anthonii de Azaro Parmensis O.P.", già elencato in un catalogo della stessa biblioteca e anteriore al 1381 "Item sermones de tempore fratris Antonii Parmensis". Detto codice si trova attualmente nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna con la segnatura A. 216.
Su queste indicazioni di L. Alberti possiamo fissare la data di nascita di A. verso il 1243, essendo certo che si fece domenicano circa il 1259-1260, e attribuire al medesimo i Sermones in circolazione avanti il 1381.
Sconosciuto ai repertori antichi di scrittori domenicani, A. è ricordato - dopo l'Alberti - da vari raccoglitori dalla fine del sec. XVI, i quali però non portano un contributo di chiarezza, confondendo questo primo Azario con altri posteriori e distribuendo a caso le opere. Lo stesso Echard rimprovera ingiustamente all'Alberti di aver creato una prima difficoltà, mentionando anche un altro A. d'Azario della prima metà del sec. XV, tra i controversisti, quasi sdoppiando la stessa persona: "Nota et... Antonium Parmensem virum rarum prudentem solertem, et litteratum". Effettivamente questo secondo Azario era ben distinto dal primo, essendo morto il 31 ott. 1443, dopo essere stato professore di teologia a Treviso, inquisitore a Vicenza ed eletto provinciale della Lombardia Inferiore nel 1440. Un terzo Antonio da Parma, pure domenicano, fioriva alla fine del sec. XV. Se si tien conto che nella prima metà dello stesso secolo vissero un Antonio o Ambrogio da Parma, camaldolese, e un domenicano Antonio de Nazario, ci si rende pienamente conto della possibilità di confusione. È certo tuttavia, nonostante il sospetto di Echard, che il de Nazario, o meglio Sannazzari, non ebbe nulla a che fare con l'Azario seniore. Il Sannazzari era vercellese e non di Parma, e fu provinciale della Lombardia Superiore nel 1399-1403.
L'opera oratoria dell'Azario seniore comprende tutto il ciclo liturgico nelle due sezioni del de tempore e de sanctis. Pur non conoscendosi la sua fama di oratore, non certamente conservataci al pari di quella di altri celebri predicatori dell'epoca, questa opera, specialmente le sue postille de tempore ebbero un grande successo nel campo omiletico per due secoli. La "Postilla Parmensis", come spiegazione del testo evangelico, divenne un termine corrente. La fortuna di questi sermoni, spesso trascritti, elaborati, utilizzati, è dovuta sia alla loro pratica utilità, sia all'essere compilati sulla liturgia romana, e quindi alla portata di mano di ogni sacerdote per le funzioni religiose. Mentre nei sermonari dell'epoca cominciavano già a infiltrarsi le sottili distinzioni scolastiche, certe stranezze di linguaggio o ricercatezze umanistiche, A. forniva del materiale solido tratto prevalentemente dalla S. Scrittura e dalla dottrina teologica e applicabile alla vita pratica. Ma nonostante la grande diffusione manoscritta, l'opera del Parmense ebbe soltanto due edizioni, quella princeps di Giovanni Koelhoff da Lubecca (Colonia 1482): "Incipit postilla notabilis F. Antonii de Parma super Evangelia dominicalia, quae leguntur per circulum anni..." e l'altra curata dai domenicani Giovanni Lancelli e Giovanni Nocart (Parigi 1515): "Antonii Parmensis O. P. Medulla sermonum".
Bibl.: L. Alberti, De viris illustribus Ordinis Praedicatorum…, Bononiae 1517, f. 144 v (A. Azario Parmensis), 139 v (A. Parmensis); A. Senensis, Lusitanus, Bibliotheca Ordinis fratrum Praedicatorum, Parisiis 1585, p. 23 (è l'A. Parmensis dell'Alberti?), 25 (l'Azario): fondandosi sull'edizione parigina della Medulla del 1515, il Lusitano ritiene che l'autore sia dell'epoca; G. M. Piò, Della nobile et generosa progenie del P. S. Domenico in Italia libri due, Bologna 1615, pp. 495 s. (dipende dal Lusitano); A. de Altamura, Bibliothecae Dominicanae... incrementum, ac prosecutio, Romae 1677. p. 95 (a. 1314: A. Parmensis, corrispondente all'Azario seniore), 149 (a. 1404: A. de Azario: è l'Azario iuniore o semplicemente Parmensis dell'Alberti); A. Rovetta, Bibliotheca chronologica illustrium virorum provinciae Lombardiae s. Ord. Praed., Bononiae 1691, pp. 33 (a. 1303; A. Azarius Parmensis - gli si attribuiscono anche frammenti di storie da altri assegnati all'A. iuniore). 42 (a. 1317:, A. de Parma è un doppio del precedente), 61 (a. 1403: A. de Parma iuniore), 100 (a. 1516); J. Quétif- J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Lutetiae Paris, 1719, pp. 529 b-531 a; II, ibid. 1721, p. 819 a; I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, I, Parma 1789, pp. 267-270; R. Aigrain, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, cc. 755 s (nº 99), sub voce; G. Meersserman, Le opere di fra Antonio Azaro parmense O. P. nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera, in Archivum fratrum Praedicatorum, X(1940) pp. 20-47; M.-H. Laurent, Fabio Vigili et les bibliothèques de Bologne au début du XVIe siècle d'après le MS. Barb. Lat. 3185, Città del Vaticano 1943, pp. 34 (nº 132) e 35 (nº 134) con riferimento - sembra - all'Azario iuniore; 100 (nº 413) e 234 (nº 460) all'Azario seniore; A. D'Amato, Il Patrim. librario dell'antica Bibliot., in La Bibliot. di San Domenico in Bologna, Bologna 1959, p. 104 nota 42.