COSTANTINO (Costantini), Antonio
Nato a Castrovillari (Cosenza) il 27 giugno 1657 da Marco e Maddalena Marina, entrò giovanissimo nell'Ordine dei minimi di s. Francesco di Paola. A Roma perfezionò gli studi di filosofia e teologia, e nel 1692 gli giunse la nomina di padre provinciale nel capitolo di Fuscaldo. Qui si mise in luce soprattutto come teologo e predicatore; per questo venne richiamato a Roma nel 1695 a ricoprire la carica di reggente di studi al collegio di S. Francesco ai Monti.
Durante il soggiorno romano s'impegnò nell'attività di canonista e poeta. Risale al 1697 il De canonibus apostolorum, dissertatio unica, historica, chronologica et dogmatica adversus huius temporis criticos, libello a difesa dei canoni, scritto in polemica con il calvinista J. Daillé. Nel 1699 pubblicò, sempre a Roma, un grosso poema eroico in ottava rima diviso in due parti: Vienna liberata e l'ottomana superbia abbattuta, nove canti, dedicata a Leopoldo d'Austria, Buda conquistata o sia l'ottomana superbia abbattuta, dodici canti (dei primi due si conserva una volgare imitazione d'ignoto autore nel ms. S. M. XXVIII. 1. 31, cc. 137-169, della Biblioteca dei Girolamini di Napoli), con dedica a Giuseppe I. La seconda parte del poema, come avverte l'autore nella prefazione, composta fin dal 1689, doveva seguire la Vienna liberata già stampata nel 1685. Ma la conquista turca di Belgrado e la tregua intervenuta lo distolsero dall'intento.
Imitatore del Tasso - inevitabile il confronto con la Gerusalemme liberata e la Gerusalemme conquistata - il C. fu, tuttavia, un mediocre poeta. Egli ripropone freddamente i luoghi comuni alla poesia eroica cinquecentesca, distinguendosi per l'odio particolarmente spietato contro i Turchi. Nella Buda conquistata, ad esempio, la storia sugli amori dei due guerrieri Zuglano e Cabstano per la sultana Fiordalima fa da sfondo a tutta una serie di esempi di ferocia turca. La vicenda, condotta stancamente, risulta di scarso valore poetico, risentendo, come avverte il Ricuperati (Alle origini del Triregno, p. 602) del clima forzatamente polemico imposto dai tempi.
Successivamente il C. fu invitato alla corte imperiale di Vienna, divenendo poeta ufficiale, in gran stima presso gl'imperatori Giuseppe I e Carlo VI. Poco si conosce del lungo periodo viennese: sembra tuttavia che al C. fosse offerto l'incarico di ambasciatore straordinario ("austriaco") presso la S. Sede (cfr. Russo, p. 55; Ricuperati, p. 603).
Un suo biografo, il Russo (Scrittori di Castrovillari, p. 55), lo dà morto nel 1710, e un contemporaneo, il beato Niccolò da Longobardi, lo dice arcivescovo di Trani (Arch. Segr. Vaticano, S. Congr. SS. Rituum, Processus 2398, c. 474v). In realtà il C. non ricevette mai tale nomina, anzi, in quegli anni, ancora vivente, doveva attendere alla sua più importante fatica, la Philosophia adamito-noetica divina mundana una et eadem ad ornnes gentes profecta (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, mss. 10.408-10.413).
In sette libri, e ultimata nel 1732, l'opera traccia la storia religiosa dell'uomo, da Adamo fino alla civiltà greco-romana. Dopo il primo libro introduttivo, dove si mostra che la morale naturale, affidata da Dio ad Adamo e ai suoi successori fino a Noè, è la stessa su cui si fonda la Chiesa, il C. passa in rassegna le più antiche religioni, la "chaldaicopersica", "syropoenica", "aegiptio-aetiopica", "indica-sinensis americana", "medo-armenica sarmato-scythica", "italica barbarograeca", individuando più in queste che nei testi biblici quella religione naturale che egli definisce filosofia adamito-noetica.
Intrisa d'erudizione secentesca, farraginosa e contraddittoria insieme, l'opera presenta punte di esasperato deismo ereditato dal Marscham e dallo Spencer, eludendo, tuttavia, il carattere rivoluzionario nei confronti del Cristianesimo. Riscosse, comunque, particolari consensi tra gli intellettuali italiani esuli a Vienna, soprattutto nei meridionali Bernardo Andrea Lama, Biagio Garofalo e Pietro Giannone. Quest'ultimo utilizzò in parte la Philosophia per il Triregno (cfr. Ricuperati, pp. 602 ss.) e, il 21 dic. 1731, ne recensì il sesto libro (Arch. di Stato di Torino, Mss. Giannone, mazzo II, ins. I: Parere di Pietro Giannone intorno al libro intitolato Philosophia adamito-noetica divina mundana medo-armenica sarmato-schythica del padre Antonio Costantino Napolitano).
Non si conosce l'anno della scomparsa del Costantino. Probabilmente morì a Vienna dopo il 1732.
Fonti e Bibl.: Castrovillari, Arch. della parrocchia di S. Maria del Castello: Natorum Liber I di S. Maria de Castello 1589-1730; E. De Amato, Pantopologia Calabra, Neapoli 1725, p. 76; P.Giannone, Opere, a cura di S. Bertelli-G. Ricuperati, Milano-Napoli 1971, pp. XXII-XXIII, 585 s., 944; G. Barrio-T. Aceti, De antiquitate et situ Calabriae, Romae 1737, p. 406; A. Zavarrone, Bibliotheca Calabra, Neapoli 1753, pp. 174 s.; G. M. Perrimezzi, Vita del b. Niccolò di Longobardi, Roma 1786, pp. 28-30; B. Pane, Vita del b. Niccolò Saggio di Longobardi, Roma 1791, p. 29; C. M. L'Occaso, Della topografia e storia di Castrovillari, Napoli 1844, p. 41; L. Accattatis, Le biografie degli uomini ill. delle Calabrie, II, Cosenza 1870, p. 364; G. Falcone, Poeti e rimatori calabri, II, Napoli 1902, pp. 126 s.; G. M. Roberti, Disegno stor. dell'Ordine dei minimi, II, Roma 1908, pp. 498-503, 684; L. Aliquò Lenzi, Scrittori calabresi, Messina 1913, p. 85; F. Nicolini, Gli scritti e la fortuna di P. Giannone. Ricerche bibliografiche, Bari 1913, p. 72; G. M. Roberti, II santuario-basilica di S. Francesco di Paola, Paola 1929, pp. 128-130; C. Pepe, Mem. stor. della città di Castrovillari, Castrovillari 1930, p. 268; E. Miraglia, Glorie e figure di Castrovillari. P. A. C., in La Vedetta (Castrovillari), 21 maggio 1931; F. Russo, Gli scrittori di Castrovillari. Notizie bio-bibliograf., Castrovillari 1952, pp. 55-56; L. Aliquò Lenzi-F. Aliquò Taverriti, Gli scrittori calabresi. Diz. bio-bibliogr., Reggio Calabria 1955, p. 205; G. Ricuperati, Le carte torinesi di P. Giannone, in Mem. d. Accad. delle scienze di Torino, classe di sc. mor., stor. e filol., s. 4, IV (1962), pp. 25, 41 s.; Acta capitulorum generalium Ordinis minimorum, I, Romae 1964, pp. 563. 579; P. Addante, F. A. Piro, Cosenza 1964, p. 79; G. Ricuperati, Alle origini del Triregno: la Philosophia adamito-noetica di A. C., in Riv. stor. italiana, LXXVII (1965), pp. 602-638; F. Russo, Storia della diocesi di Cassano al Jonio, II, Napoli 1967, pp. 410, 487-488; S. Bertelli, Giannoniana. Autografi, manoscritti e docum. della fortuna di P. Giannone, Milano-Napoli 1968, p. 417; G. Ricuperati, L'esperienza civile e religiosa di Pietro Giannone, Milano-Napoli 1970, pp. IX, 78, 248, 2.56, 433, 437-438, 440-441, H. Hurter, Nomenclator literarius.... II, p. 485; IV, p. 500.