CESARIS-DEMEL, Antonio
Anatomopatologo, nato a Verona il 2 agosto 1866, morto a Pisa il 18 marzo 1938. Laureatosi all'università di Torino, vi fu assistente e aiuto nell'istituto di anatomia patologica diretto da P. Foà. Libero docente (1896), professore a Cagliari (1900), a Parma (1903), a Pisa (1904).
Assai ampia e multiforme è stata la sua attività scientifica. Nel campo batteriologico e immunitario fu precursore della sieroterapia specifica delle infezioni; propose un nuovo metodo diagnostico differenziale fra il colibacillo e il bacillo del tifo; sperimentando l'azione tossica e settica dei germi patogeni sul sistema nervoso centrale, dimostrò per primo la natura infettiva di alcuni casi di corea, ecc. Nel campo dell'anatomia patologica, tra i numerosissimi lavori ricordiamo quelli sul rabdomioma multiplo del cuore, sull'adenoma acinoso del pancreas, sulla sifilide gastrica a tipo ulcerativo, sulle ghiandole sudorifere in rapporto alle alterazioni renali, sull'anafilassi, sull'encefalite postvaccinica, sull'infarto adiposo del fegato, ecc. Nel campo della patologia sperimentale: sulla rapida comparsa del grasso negl'infarti renali, sui sieri citolitici e le infezioni emorragiche, sui rapporti tra contrattilità della milza, iperglobulia e piastrinosi, ecc. Nel campo fisiopatologico eseguì importanti ricerche sul cuore e sul rene isolati. Ma particolarmente notevole è il suo contributo nel campo dell'ematologia: è classico il suo metodo di colorazione a fresco del sangue, che ha dimostrato nei globuli rossi due sostanze cromaticamente diverse (sostanza A e B di Cesaris-Demel) e l'importanza degli elementi (reticolociti) che la contengono; ricordiamo inoltre glì studî sulla degenerazione metacromatica dei globuli rossi, sulle alterazioni degenerative dei globuli bianchi, sulla diapedesi, sull'origine delle piastrine dai megacariociti, sugli emoconî, ecc. Enunciò nel 1923 la teoria anafilattica dell'ulcera rotonda. Ha diretto la rivista Pathologica. Ha svolto il capitolo delle malattie dell'apparato uropoietico nel Trattato di anatomia patologica di P. Foà.