CASOTTI, Antonio
Figlio di Giacomo, nacque a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) nel 1414.
Costruttore-architetto, se ne hanno notizie a partire dall'anno 1443. Contro la tendenza tradizionale della critica che tendeva ad attribuire al C. quasi ogni opera architettonica eseguita a Reggio Emilia nel sec. XV, il Nironi ha rilevato come in effetti egli debba essere soprattutto considerato un esecutore anche se non si può escludere una sua partecipazione alla progettazione di alcuni degli edifici realizzati.
Da documenti dell'Archivio di Stato di Reggio il C. risulta sempre impegnato in lavori di non grande entità, su richiesta del Comune di Reggio (1445, 1446, 1447). Da due documenti dello stesso Archivio datati 1448, si rileva che il C., in età di 34 anni (e ciò conferma la data di nascita, su cui tutte le fonti sono concordi), suggerisce al Comune di far costruire, lungo la fronte della via Farini, quattro botteghe da affittare. Il Comune vi si accinge, ma nonne affida l'esecuzione al Casotti. Dal 1452 le notizie sul C. si fanno più numerose e si sa che, sempre dedicandosi a lavori secondari come la costruzione di tre ponti (il ponte della Grastella, un secondo sulla via Emilia, un terzo alla Torre del Vescovo), nonché di alcune colonnette ornamentali destinate alla loggia dei palazzo del Signore, egli prende in appalto la costruzione del campanile della chiesa di S. Agostino a Reggio Emilia.
Sulle vicende costruttive della torre esiste un'ampia documentazione: il lavoro viene condotto a spese della Comunità. Poiché il capitolato, in data 8 sett. 1452, contiene una descrizione precisa dell'opera, Nironi ne deduce che il progetto doveva essere già pronto, e che quindi esso non è attribuibile al C., il quale, avendo ottenuto l'opera in appalto il 17 settembre, ne risulta essere soltanto l'esecutore (la torre, già pericolante nel 1482, fu ricostruita alla fine del secolo).Nel dicembre 1461 il C. prese in appalto la costruzione dei "castelletto", postribolo costruito a spese della Comunità; dopo una lunga interruzione (1461-66), alla ripresa dei lavori, fu approvato un nuovo progetto di Opizzone Ruggeri: il "castelletto" fu terminato nel 1467; e Nironi (1970) sottolinea anche qui il fatto che il C. non partecipò alla fase di progettazione, ma fu solamente l'esecutore del lavoro.
Tra il 1462 e il 1467 il C. è impegnato nella costruzione del convento di S. Maria delle Grazie, su commissione dell'abate Filippo Zoboli.
L'opera venne data in appalto (il capitolato con una minuta descrizione dei lavori fu pubblicato dal Malaguzzi-Valeri, 1892) nell'anno 1462. In seguito fu associato ai lavori Tono o Tomaso Casotti. Il convento era costituito da una complessa serie di edifici con due chiostri; la chiesa fu consacrata nel 1468, ma anche qui, secondo Nironi (L'attività..., 1966), il C. sarebbe stato solo esecutore, per quanto si può supporre una collaborazione a livello dì progettazione tra il C. e lo Zoboli. Dell'intera costruzione rimane oggi solamente uno dei chiostri.
Mentre procedevano i lavori del convento, F. Zoboli realizzava altri edifici sacri, tra cui il convento del Corpus Domini, iniziato nel 1467. Il Malaguzzi Valeri attribuì l'opera al C. per analogie stilistiche col convento delle Grazie, benché il nome dell'architetto mai figuri nei documenti: lavora invece all'interno il già nominato Tono.
Nel 1464 il C. (Malaguzzi Valeri, 1902) adatta una tribuna già esistente sulla porta della cattedrale. Nel 1467 è impegnato a sopraelevare tutto il palazzo del Comune. Nel 1480 lavora di nuovo per detto palazzo; il 4 novembre appalta il consolidamento del "castelletto" e la sopraelevazione dei due muri tra il torrazzo e il palazzo medesimo fino all'altezza del palazzo degli Anziani, per ottenere una sala coperta "secondo il disegno dato dagli agenti del Comune e le disposizioni degli stessi". Il lavoro fu concluso nel 1506, ma il C. non ne vide la fine. La torre dell'Archivio, progettata fin dal 1478, fu appaltata a suo figlio Girolamo (17 ag. 1489). Cadono quindi le attribuzioni ottocentesche della torre al Casotti. Pare che nel 1483 il C. lavorasse ancora al palazzo della cittadella (Venturi) e nel 1484 al palazzo del podestà (Malaguzzi Valeri).
Nel 1488 il C. era già gravemente inalato (come risulta da un documento non datato, posto tra i Recapiti alle Riformagioni della Comunità di Reggio Emilia, anno 1488, dell'Archivio di Stato di Reggio Emilia). In un altro documento del 1490 (sempre dei Recapiti alle Riformagioni)ifigli del C. chiedono al Comune il saldo dei crediti del loro defunto padre, il che conferma che la data di morte è da porsi intorno al 1490 e non al 1507, come da alcune fonti.
Dei cinque figli maschi, Girolamo continuò la professione del padre: oltre che alla torre dell'Archivio, collaborò alla costruzione delle mura della Cittadella. Tono, o Tomaso, figlio del "quondam Giovanni" e forse nipote del C., fu addetto ai lavori del palazzo del Comune (Archivio comunale, Reg. dei Mandati, 1469). L'altro figlio, Tono o Antonio, costruì parecchi ponti sul Canal Nuovo e sul Crostolo e lavorò al palazzo del podestà e del capitano. Nel 1542 è documentato per il pagamento di un portico (Ibid., Reg. dei conti, gennaio 1542).
Altri membri della famiglia Casotti furono Taddeo e Giuliano, documentati come costruttori nel sec. XV.
Fonti e Bibl.: G. Tiraboschi, Notizie de' pittori... e architetti natii degli Stati... di Modena, Modena 1786, p. 144; G. B. Venturi, Not. di artisti reggiani non nominati dal Tiraboschi, Modena 1883, pp. 6 s.; F. Malaguzzi Valeri, Not. di artisti reggiani (1300-1600), Reggio Emilia 1892, pp. 14-19; G. Ferrari, Ricerche e note, Reggio Emilia 1895, pp. 31-43; Id., Bartolomeo Stani architetto, in L'Arte, II (1899), p. 128; F. Malaguzzi Valeri, Un'opera scomparsa di artisti lombardi per il duomo di Reggio, in Rass. d'arte, II (1902), p. 176; Reggio Emilia, Bibl. municipale: F. Malaguzzi Valeri, Not. stor. delle chiese di Reggio (ms.), passim;V. Ferrari, Mem. stor. della torre dell'Arch. del Comune, detta del Bordello, Reggio Emilia 1924; O. Siliprandi, A. C e il palazzo Fossa in Reggio, in Cronache d'arte, II (1925), pp. 3-7; A. Zamboni, A. C. arch. del sec. XV, in Il Solco fascista, 28 nov. 1944; V. Nironi, Il campanile e l'abside di S. Agostino in Reggio Emilia, Reggio Emilia 1966, pp. 3-15; Id., L'attività edilizia di F. Zoboli, in IlGeometra reggiano, 1966, n. 4, pp. 1-16; Id., Ilpalazzo del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1970, pp. 28, 41-45, 142 s.; U. Bellocchi, Reggio Emilia. Vicende e protagonisti, Bologna 1970, 1, p. 92; II, p. 377; U. Thieme-F., Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 119.