CACCIANIGA, Antonio
Scrittore, nato a Treviso il 30 giugno 1823, morto il 22 aprile 1909. Per le sue benemerenze civili e patriottiche, che lo avevan fatto esulare in Piemonte e a Parigi, ebbe a più riprese importanti cariche amministrative e politiche, fino ad essere eletto sindaco della sua città, prefetto della provincia di Udine, deputato al Parlamento. Giornalista facile e vivace per alcun tempo in Milano, fu scrittore di prose utilmente propagatrici di idee e imprese buone.
Nel volume La vita campestre (Milano 1867) più volte ristampato e anche tradotto in francese, esaltò la gioia e la salute dei campi, riuscendo per il calore del proprio convincimento talvolta efficace descrittore e narratore. Ebbero variamente successo i molti romanzi e novelle, in cui rappresentò i costumi e i sentimenti caratteristici della sua regione: Il dolce far niente (Milano 1869), Il bacio della contessa Savina (Milano 1875), Villa Ortensia (Milano 1876, Il roccolo di Sant'Alipio (Milano 1881), Sotto i ligustri (Milano 1881); Il convento (Milano 1883), La famiglia Bonifazio (Milano 1886), Brava gente (Milano 1889), Lettere d un marito alla moglie morta (Milano 1897), ed altri ancora. Alcuni furono tradotti in francese e in tedesco. Pubblicò anche scritti di ricordi personali (Le reminiscenze dell'esiglio, Milano 1881; Impressioni rurali, ecc.), di propaganda morale e pratica (Novità della industria applicate alla vita domestica, Milano 1878, ecc.).
Bibl.: P.G. Molmenti, Impressioni letterarie, Venezia 1873, p. 113 segg.; R. Barbiera, in L'Illustrazione italiana, Milano, 2 maggio 1909; L. Russo, I narratori, Roma 1923, pp. 71-72; e le notizie, in parte autobiografiche, del Dictionnaire international di A. De Gubernatis.