BRUNI, Antonio
Nacque a Prato il 24 apr. 1843 da Vincenzo e Rebecca Bonacchi. Di famiglia operaia - il padre faceva berretti, la madre tesseva -, manifestò giovanissimo attitudini e volontà allo studio, di cui ben presto si videro i risultati: laurea in legge a Pisa, e baccellierato in filosofia a soli diciannove anni.
L'anno precedente, con otto amici, il B. aveva fondato nella sua città la biblioteca popolare circolante, la prima in Italia (novembre 1861), meritevole istituzione cui soprattutto resta legato il ricordo del B., oltre che a vari scritti pedagogici.
In varie pubblicazioni e articoli affermò e divulgò le ragioni, le finalità, i progressi della dificile impresa, rendendo noti i consensi suscitati ovunque. "Creava così intorno alla sua fondazione un movimento di interesse nazionale assai proficuo alla diffusione della buona cultura fra il popolo" (Nuti, p. 191), da quella tecnico-economico-sociale a quella storico-geografica, civica, politica, letteraria, morale. Il B. fu estremamente deciso in tale proposito, proprio perché convinto del significato, tutto manzoniano e null'affatto limitativo, di cultura popolare: illuminare e perfezionare il popolo, e non fomentarne le passioni e i pregiudizi. Idea non nuova, quella della biblioteca, ch'era nell'aria da tempo, e che più d'un periodico educativo, risorgimentale aveva anticipato nei programmi d'azione teorica e pratica miranti tutti a dare al popolo un'occasione di formazione intellettuale che lo avviasse a civile progresso. Neppure era mancato chi, dall'idea, s'era spinto fino al tentativo, fallito per poco, di dar vita a una biblioteca popolare circolante; fra gli altri l'abate cremonese Alessandro Gallina, collaboratore dell'Aporti, e l'ing. Bosco, di Santhià. Le loro lettere al B., mentre confermano il primato cronologico della biblioteca pratese, provano la tardiva maturazione dell'idea persino negli spiriti meno retrivi, quando non l'opposizione da parte delle autorità amministrative.
Determinante pel B. nella giovanile impresa dovette essere, oltre alla vocazione educativa, una sensibilità sociale affinatasi con gli studi e arricchita dall'esperienza in lui trasfusa dall'ambiente della Prato ottocentesca, considerata la Manchester d'Italia. Scriveva il B.: "le biblioteche popolari... di nascita recente... in pochi anni appartengono già ai due mondi e sono una istituzione direi quasi cosmopolita" (Delle biblioteche e dei libri popolari, Firenze, 1869, p. 19).Perfettamente informato dei progressi compiuti in questo campo negli Stati Uniti, dove le biblioteche popolari dal 1830 erano più di duecentocinquanta e dal 1847, sull'esempio di Boston, mediante il concorso di una tassa speciale (la penny rate) per il loro mantenimento, venivano istituite in tutte le città; a conoscenza dell'analogo provvedimento adottato in Inghilterra con la legge Ewart del 1850, che estendeva l'obbligatorietà dell'istituzione di una biblioteca gratuita per il popolo a ogni comune; edotto che alla stessa data era sorta quella di Berlino, il B. si sentì confortato e spronato a tradurre in realtà un ideale alimentato dall'amore della cultura, del popolo e della patria. Favore e fervore di propositi sin negli ambienti qualificati della cultura, della pedagogia e della politica accolsero l'istituzione, i cui progressi - di volumi e di associati -, come accertano le Memorie e gli Annuari, furono rapidi. Ai primi del 1866 i socierano saliti a 150, paganti lire 0,30 o 0, 40 al mese, e il numero dei volumi a 1500. All'inizio del 1869 i socierano 200, ivolumi 4.000, la rendita annua lire 4.000; nel 1868furono letti in tutto 2.399libri. Nel 1867 la biblioteca, proprio per tale incremento, conseguì un premio a Parigi.
Sia come scrittore di problemi pedagogici, sia per attitudini di educatore militante, il B. fu all'altezza dei compiti prescelti e degli incarichi affidatigli dal ministero della Istruzione Pubblica. Fu ispettore scolastico a Catanzaro, Catania, Perugia, Orvieto; provveditore agli studi di Teramo, Massa-Carrara, Lucca; direttore, fra le altre, delle scuole normali di Sassari, Pisa, Mantova e Campobasso; dal '76, per tre anni, aveva retto il collegio di Assisi per orfani d'insegnanti elementari; nel 1889 aveva avuto la direzione del ginnasio di Cento.
Morì a Campobasso il 19 nov. 1892.
Tra gli scritti del B. si ricordano: Memorie e documenti sulla fondazione della Biblioteca popolare circolante di Prato, Prato 1866; Scuole,biblioteche,mostre e conferenze, in VII Annuario delle Bibl. popolari in Italia e all'estero, Milano 1866, p. 192; Biblioteca circolante di Prato. Quinta relazione sull'andamento interno della istituzione, Prato 1866; Le private istituzioni economiche,educative e di beneficenza pubbl. dell'Alsazia all'espos. universale del 1867 (estr. dal Giornale delle arti e delle industrie), Firenze 1867; Delle istituz. popolari educative,econ. e di beneficenza d'Italia. Studio storico-statistico. Parte I. Provincia di Genova, Firenze 1868; Relazione sui progressi della Biblioteca circolante popolare di Prato,letta nell'adunanza generale del1º gennaio 1868, Firenze 1868; Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869, Firenze 1869; Delle biblioteche e dei libri popolari. Quinta relazione letta inaugrando l'anno VIII della Biblioteca circolante di Prato, Firenze 1869; Annuario delle Biblioteche popolari in Italia, Firenze 1869; I dieci mesi dell'anno scolastico, Milano 1872; Storia universale della pedagogia e in particolare d'Italia,fino a noi,coi principali metodi e sistemi. La storia della ginnastica, Torino 1887.
Bibl.: G. Signorini, A. B. fondatore delle bibl. popolari, in Rass. naz., 1º apr. 1893, pp. 434-446; G. B. Gerini, Gli scrittori pedagogici ital. del secolo XIX, Torino 1910, p. 337 nota; E. Fabietti, La bibl. popolare moderna, Milano 1933, p. 322; A. Squassi, La bibl. popolare, Milano 1935, p. 226; R. Nuti, La prima biblioteca popolare ital. e il suo fondatore, in Arch. storico pratese, XIV (1938), 4, pp. 180-181; G. Semerano, Le bibl. popolari e l'opera di A. B., in La prima bibl. popolare ital. (1861-1961). Il libro pratese attraverso il tempo, Firenze 1961, pp. 11-19; G. Calò, La fondazione in Prato della prima biblioteca popolare, in Pedagogia del Risorgimento, Firenze 1965, pp. 712-729.