BRASAVOLA (Brasadula, Bresavola), Antonio
Figlio di Giuliano, architetto di casa d'Este, fu anch'egli architetto e nacque a Ferrara. Nel 1441, per conto di Leonello d'Este, condusse a termine, insieme con Antonio del Cossa, i lavori per il completamento della Delizia estense di Belfiore; nel 1445 troviamo un Brasavola, che si deve supporre Antonio, operante a Belriguardo, dove compie lavori di restauro e di ampliamento in quella Delizia ducale, e viene citato come costruttore di volte e di colonne (Gruyer, II, p. 26). Dal 1453 al 1458 lavorò, su incarico del duca Borso, alla costruzione di due palazzi in Ostellato: uno per il duca stesso, che costò 13.636 lire marchesane (Campori), e l'altro per il conte Lorenzo Strozzi, allora favorito estense. Nel 1460 costruì per Lodovico Casella una casa in via Boccacanale di Santo Stefano a Ferrara (Cittadella, p. 317), forse da identificarsi con quella oggi occupata dai padri della Compagnia di Gesù (cfr. Calura).
La casa fu costruita per ordine della mensa vescovile ferrarese e prese il posto di due piccole case trecentesche delle quali fu mantenuto il prospetto nella parte che dà su via Centoversuri. Già manomessa, fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale.
Sappiamo che nel 1489 il B. era ancora in vita, perché in questo anno gli premorì il figlio Giuliano, che si era dedicato agli studi delle lettere e alla conduzione degli affari, suoi e della casa estense.
Il B. non limitò la sua attività solamente alla costruzione o all'ammodernamento delle Delizie estensi, ma rivolse la sua attenzione anche a quegli studi e a quei lavori di idraulica e di bonifica che tanto erano curati dalla corte e che garantivano la sopravvivenza, an'che fisica, della città. I resti delle Delizie estensi sono troppo vaghi e logorati dal tempo per permetterci di identificare gli artisti che di quelle costruzioni si occuparono.
Certo, insieme con il fratello, il B. appartenne al gruppo di architetti ferraresi che seppero essere humus profondo e vivificatore per la geniale opera di Biagio Rossetti.
Fonti e Bibl.: A. Frizzi, Mem. per la storia di Ferrara, III, Ferrara 1847, pp. 387 s., 472, 505; IV, ibid. 1848, pp. 87-89, 115, 138, 156, 190 s., 349, 396; L. N. Cittadella, Notizie... relat.a Ferrara..., Ferrara 1868, I, p. 317; II, pp. 150, 350; G. Campori, Gliarchitetti e gl'ingegneri...degli Estensi..., Modena 1882, p. 30; A. Venturi, L'arte a Ferrara nel Periodo di Borso d'Este, in Riv. storica ital., II (1885), p. 701; G. Gruyer, L'art ferrarais..., Paris 1897, I, pp. 52, 265, 465, 478; II, p. 26; M. Calura, Irestauri alla casa Cini, in Il Corriere padano, 10ott. 1941; G. Padovani, Architetti ferraresi, Rovigo 1955, p. 23; G. Medri, Il volto di Ferrara nella cerchia antica, Rovigo 1963, pp. 234-237; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 541.