BRAIDA, Antonio
Di questo tipografo si hanno scarsissime notizie; appare da documenti di Recanati che quella comunità votò nel 1604 un sussidio di 20 scudi a favore del B. veneziano, perché potesse impiantare in Recanati una stamperia che fosse in grado di pubblicare gli statuti di quella città. Ricevuto il sussidio, il B. chiese anche un prestito di 50 scudi per affrontare le spese di primo impianto e per il trasferimento della sua famiglia da Venezia a Recanati. Ottenuto anche questo modestissimo prestito, aprì puntualmente la sua bottega che fu in grado di funzionare sin dallo stesso anno 1604.
L'esiguità del prestito richiesto alla comunità per sopperire alle spese di primo impianto lascia ritenere che la prima tipografia di Recanati fu molto modesta; anche l'esame dei suoi prodotti induce alla medesima conclusione. Il B. usò due serie di caratteri tondi, dei corsivi eleganti e freschi e possedette, insospettabilmente, anche caratteri greci, minutissimi ma di non comune chiarezza.
Il primo prodotto del B. fu Bullae et Brevia diversorum Summorum Pontificum super privilegiis ac facultatibus Ill.mae Reipublicae Recanatensi concessis ac impartitis (1604). In quegli anni era vescovo delle diocesi riunite di Recanati e Loreto il canonista e teologo Rutilio Benzoni, molto accetto al pontefice per la sua presa di posizione intransigentemente favorevole alla Curia romana in occasione dell'interdetto a Venezia. Sembra che per invito dello stesso papa egli si impegnasse a fondo nella polemica contro il Sarpi, componendo alcuni pamphlets che il B. stampò: De iustitia Pontificii interdicti contra Reip. Venetae pseudotheologos disputatio (1606; in 4º pp. 6+218). Seguirono Disputationes duae quarum prima... de iurisdictione ac immunitate ecclesiastica; secunda de iustitia pontificii interdicti contra errores in Rep. Veneta obortos, ristampato nel 1607. Nel 1608 il B. stampò Contra errores in Rep. Veneta obortos (in 4º, pp. 4+82) e nel 1612 Fundamentum domus Dei: de ecclesiastica iurisdictione. Frattanto era stato approntato il testo degli statuti di Recanati; il volume vide la luce nel 1608: Iura municipalia seu Statuta admodum Ill. Civitatis Recanati quattuor libris distincta..., "Recanati ex typographia Antonii Braidae", 1608 (in 4º, pp. 261). La più bella edizione del B. fu quella de I Pomid'oro di Gio. Francesco Angelita Roco Accademico Disuguale Dove si contengono due Lettioni: De' fichi l'una e de' Melloni l'altra... Aggiuntavi una Lettione della Lumaca dove si prova ch'ella sia maestra della vita humana, "In Ricanati. M.DC.VII. Appresso Antonio Braida". Il frontespizio reca una bella bordura incisa in rame a figure, fregi e il motto: "Purgat ravim"; un ritratto dell'autore e curiose figure tutte intagliate in rame nel testo (in 4º, pp. 36+182). In questa edizione il B. usò caratteri greci.
Il B. morì nel 1610 e gli successe un Evasio che era forse suo nipote, figlio del fratello Ambrogio. Di Evasio si ha un prodotto datato 1611, Calendario liturgico, e pochissimi altri opuscoli, pubblicati per il vescovato. Nel 1612 il tipografo ambulante Pietro Salvioni si fissò a Recanati e rilevò l'azienda del B. continuando a stampare con la marca di quello: Idra a sette teste una delle quali recisa con il motto "supremo fine".
Bibl.: G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, p. 322; Giunte e correzioni al Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1939, p. 39; M. Parenti, Seconda giunta al Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1949, p. 15.