BOROSINI (Borosoni, Borrosini), Antonio
Nacque a Venezia intorno al 1660 e fu cantore presso la cappella musicale della basilica di S. Marco, ammesso con voto unanime dopo le prescritte prove (marzo 1679), con 100 ducati di stipendio (Arch. di Stato di Venezia, Atti dei Procuratori, 2 marzo 1679). Era allora primo maestro, in S. Marco, N. Monferrato, che era notoriamente severo nell'assunzione dei cantori. Gli atti dei procuratori del 5 genn. 1686 (Luin) c'informano che il B. rimase a Venezia sino a quella data per passare successivamente a Modena, presso la cappella musicale di Francesco II. Il primo maestro della corte modenese, A. Giannettini, si giovò grandemente della sua opera: i due musicisti familiarizzarono talmente che la moglie del cantante, Anastasia, tenne a battesimo Caterina figlia primogenita del Giannettini e costui, a sua volta, fu padrino del figlio maggiore del B., cui fu imposto il nome Francesco, che era quello del padrino e dello stesso duca di Modena.
Nel 1689, accogliendo la preghiera del duca di Hannover, Francesco II permise al B. di recarsi a Hannover, onde partecipare alla rappresentazione di una nuova opera di A. Steffani, maestro di cappella presso quella corte: con il suo Enrico Leone s'inaugurava l'Opernhaus della città. L'invito del duca Emesto Augusto era stato sollecitato presumibilmente dallo stesso Steffani, che aveva conosciuto il B. a Venezia, nel periodo in cui entrambi prestavano servizio presso la cappella musicale di S. Marco, sotto la direzione del Monferrato. Nell'agosto dello stesso anno 1689 il B. ritornò a Modena, ove rimase sino al 1692. Si trasferì quindi a Vienna, cantore alla cappella musicale di corte, donde si allontanò solo per brevi intervalli: nel 1693 per tornare ad Hannover (secondo quanto asserisce G. Fr. Schmidt, Neue Beiträge zur Geschichte der Musik... amhgl. Hofe zu Braunschweig, München 1929, p. 37), negli anni 1706 e 1707 per cantare al Teatro S. Giovanni Grisostomo di Venezia opere di C. F. Pollarolo e di A. Caldara. Apprezzato compositore di arie (alcune delle quali custodite in manoscritto presso la Biblioteca Estense di Modena: Mus. G. 251, nn. 4, 6, 9 e 10) il B. godette dell'amicizia di molte personalità del suo tempo, com'è provato da un rapporto degli inquisitori veneziani del 1709, nel quale si dà notizia di "una ricreazione che durò sino alle sette della notte in casa del signor Antonio Borrosini musico e v'intervennero l'Ambasciator Francese, conte e contessa Savioli, marchese e marchesa Maccarani, et la marchesa Baleotti milanese col eccellentissimo Vincenzo Loredan" (Giazotto). Nell'elenco dei cantanti della cappella musicale di corte a Vienna il Köchel, gli assegna il periodo 1º genn. 1710 - 1º ott. 1711, mentre il Walther ed altri collocano ragionevolmente al 1721 l'anno in cui il B. sarebbe stato pensionato dalla corte viennese.
Non si hanno notizie sul luogo e la data di morte del Borosini.
Suo figlio ed allievo Francesco nacque a Modena nel 1695 secondo alcuni repertori biografici, secondo altri nel 1690. Si ritiene più vicina al vero la data che indirettamente viene proposta dal Flower nel suo lavoro su G. F. Händel: parlando del soggiorno di Francesco a Londra, afferma che il cantante aveva la medesima età di Händel e pertanto sarebbe nato nel 1685. Risulterebbe in questo modo del tutto accettabile la notizia del Köchel, relativa all'ingaggio del tenore presso la cappella musicale della corte di Vienna, avvenuto nel 1712. Dopo aver cantato in alcune città italiane Francesco passò al servizio della corte austriaca a Vienna, dove in quel tempo dirigeva la cappella musicale di corte J. J. Fux, coadiuvato da A. Caldara. Il B. partecipò all'esecuzione di opere ed oratori dei due compositori: le date e i ruoli musicali da lui sostenuti sono puntualmente documentati. Nel giugno 1720 cantò al Teatro Rangoni di Modena l'opera Nino, musicata da G. M. Capello, G. Gasparini e A. M. Bononcini. Nel 1723 era a Praga per la rappresentazione dell'opera di Fux Costanza e fortezza, composta per celebrare l'incoronazione dell'imperatore Carlo VI. Durante quel soggiorno, o subito dopo, sposò la cantante modenese Rosa d'Ambreville, egualmente scritturata dalla corte di Vienna dal 1º marzo 1721. Il settimanale londinese Weekly Journal del 17 ott. 1724 ci dà notizia dell'arrivo nella capitale inglese di Francesco, al quale era stata affidata l'impegnativa parte del tiranno Bajazet nel Tamerlano di Händel (il tenore aveva interpretato il medesimo personaggio nel 1719, a Reggio Emilia, nel Tamerlano di F. Gasparini). Il Deutsch precisa che Francesco, proveniente da Praga, arrivò a Londra "con la moglie, un contralto di origine francese". La partecipazione del tenore veneziano alle rappresentazioni operistiche del King's Theatre all'Haymarket è riferita dal Burney e dai biografi di Händel: dopo il Tamerlano (31 ott. 1724), il B. cantò le seguenti opere: Artaserse, di anonimo (1º dic.1724), ripresa del Giulio Cesare (2 febbr. 1725) e Rodelinda di Händel (13 febbr. 1725), Dario di A. Ariosti (1725), Elpidia (un pasticcio di L. Vinci e altri musicisti con recitativi di Händel, 1725) e Scipione di Händel (12 marzo 1726). Dopo quest'ultima data i coniugi Borosini lasciarono Londra per tornare a Vienna, ove Francesco rimase, dopo essere stato giubilato nel 1731 con 1.080 fiorini annui di onorario, sino alla morte, avvenuta, secondo il Van der Meer, nello stesso anno.
Rimangono sconosciuti la data ed il luogo di morte della moglie, pensionata dalla corte viennese nel 1740. Erroneamente si è ritenuto che anche Francesco fosse stato compositore, come il padre, oltre che cantante. Una raccolta di composizioni vocali stampata a Londra (si presume nel 1746), reca il titolo: One hundred cantici in Italian after the manner of English canons and catches, collected by Sigr. Borosini. Dal che si deduce che i cento cantici furono soltanto raccolti (collected)e non composti dal Borosini.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Atti dei Procuratori de supra Basilica di S. Marco, c. 234, 15 genn. 1686; Ch. Burney, A general hist. of music, IV, London 1789, pp. 297-303; L. R. von Köchel, Die Kaiserliche Hofmusikkappelle in Wien von 1543 bis 1867, Wien 1869, pp. 19, 67, 74 s.; H. Mendel-A. Reissmann, Musikalisches Conversations-Lexikon, II, Berlin 1878, p. 143; T. Wiel, I teatri music. di Venezia nel Settecento, Venezia 1897, pp. 12, 16, 21; S. Fassini, Il melodramma ital. a Londra nella prima metà del Settecento; Torino 1914, pp. 73-75; E. J. Luin, Due celebri cantanti del XVII sec., in Riv. music. italiana, XXXIX (1932), pp. 41-45; Id., A.Giannettini e la musica a Modena alla fine del sec. XVII, in Atti e mem. delle RR. Deputaz. di st. patria per le prov. modenesi e parmensi, s. 7, VII (1932), pp. 145, 160, 175 s., 210; O. E. Deutsch, Handel. A Documentary Biography, London 1955, pp. 94, 173 s., 181; A. Liess, Fuxiana, Wien 1958, pp. 43, 86; G. Roncaglia, L'avventuroso romanzo di una celebre cantante, in Musica d'oggi, n.s., II (1959), n. 7, p. 298; N. Flower, G. F.Handel, his personality and his times, London 1959, p. 173; J. H. Van der Meer, J. J. Fux, I, Bilthoven 1961, passim da p. 37 a p. 251; R. Giazotto, Vivaldi, Milano 1965, p. 58; U. Kirkendale, A. Caldara. Sein Leben und seine venezianisch-römischen Oratorien, Graz-Köln 1966, pp. 37 s. (per Antonio), 122-127, 131 ss. (per Francesco); F. J. Fétis, Biographie univ. des Musiciens, II, Paris 1861, p. 30; C. Schmidl, Diz.univ. dei musicisti, I, p. 225; Supplemento pp. 115 s.; J. G. Walther, Musikalisches Lexikon, Leipzig 1732, Kassel und Basel 1953, p. 108; W. C. Smith, Catalogue of Handel's Works, in Handel. A Symposium, a cura di G. Abraham, London 1954, pp. 31, 293; The British Union-Catalogue of early Music printed before the year 1801, I, London 1957, p. 125; Encicl. storica La Musica, parte II, Diz. I, Torino 1968, p. 260.