BIETTI, Antonio
Nacque a Milano il 19 ag. 1865, da Angelo e da Angela Fossati. Giovanissimo, entrò nell'azienda libraria che il padre aveva costituito per conto proprio, dopo che una precedente società per l'esercizio della tipografia e dell'industria meccanica applicata all'incisione, stretta (18 genn. 1879) con i fratelli Ernesto ed Enrico e il cognato Giovanni Minacca, era stata posta in liquidazione (15 ag. 1883). Il B. non ebbe però alcuna responsabilità particolare nella ditta paterna, nel frattempo tramutatasi in "Casa editrice Angelo Bietti", se non dopo il suo matrimonio con Amalia Marcora, celebrato il 30 ag. 1888, e la successiva partenza del padre per Buenos Aires, dove venne aperta una filiale.
Nei primi anni di vita la ditta, per quanto dotata di una tipografia, non ebbe catalogo proprio; lavorò per conto di terzi e, come libreria, mise in vendita giacenze di magazzino di piccole aziende in via di liquidazione. In seguito Angelo Bietti risolse di iniziare la pubblicazione di opere di larga diffusione tra il pubblico meno evoluto, badando poco alla originalità dei testi e alla loro presentazione, ma invogliando all'acquisto con prezzi modicissimi.
Per rifornire di libri adatti la filiale americana furono fatti stampare in lingua spagnola, dapprima in Milano e poi direttamente in Argentina, libri da messa e altre opere, romanzi tradotti soprattutto dal francese (Verne), che già avevano dato buon risultato in Italia tra i ceti popolari.
Con il ritorno del padre dall'America e il suo ritiro dal commercio (7 giugno 1899), ebbe inizio per il B. e la sua azienda una nuova fase di attività, contrassegnata però all'inizio da notevoli difficoltà d'ordine finanziario. Costituita con il fratello Agostino una società in nome collettivo per la durata di dieci anni a partire dal 1ºgiugno 1899, sotto la ragione sociale "Figli di Angelo Bietti", ciascuno dei due soci, non avendo potuto deterrninare il capitale sociale, si impegnò a versare nei limiti delle proprie forze economiche quelle somme di danaro che si rendessero necessarie per il regolare funzionamento della comune azienda. Di quest'epoca, oltre alle opere già precedentemente in catalogo, i titoli di maggior rilievo sono alcune traduzioni dei romanzi di C. Invernizio destinati ai paesi di lingua spagnola. A rimediare alla precarietà della situazione, nel novembre 1902 la società si trasformava in accomandita semplice "Antonio Bietti e C." con un capitale di 400.000 lire. Confluirono in essa, oltre ai soci della ditta "Fratelli Bietti e G. Minacca", ricostituitasi dopo il 1883 e ora definitivamente posta in liquidazione, anche persone estranee alla famiglia dei promotori, tra cui Enrico Reggiani. Il B., nominato gerente unico, trasportò l'azienda a Greco Milanese in viale Monza, n. 49-53, dove rimase per parecchi anni. Con il 1907, dopo una ulteriore trasformazione della ditta in società anonima, il B. entrò nel consiglio d'amministrazione come direttore degli affari e in tale veste nel 1909 si recò nell'America meridionale per ritentare l'esperimento delle filiali.
La prima succursale impiantata a San Paolo del Brasile fu chiusa dopo pochi mesi di vita; quella di Buenos Aires durò invece qualche anno continuando il programma editoriale già impostato da Angelo Bietti. In collaborazione con i fratelli Maucci furono pubblicati vari volumi di modeste pretese con romanzi d'appendice. Le opere di autori più noti (Dumas padre e figlio, Verne) furono raccolte in una collezione chiamata "Bibliotheca Argentina". Intenti informativi e patriottici nello stesso tempo ebbe la "Collección de novelas históricas y populares", dove furono raccolte monografie, per lo più anonime, su vari fatti e persone, tra cui diverse riguardanti l'Italia (vite di Mazzini, Garibaldi, Colombo).
Il risultato di queste iniziative non fu però brillante: prima della fine del 1910 il B. era già di ritorno in Italia e nel dicembre dello stesso anno fissava il suo domicilio in Napoli, dove rimase fino all'agosto 1914. Nel consiglio d'amministrazione della società, eletto nel 1911, ottenne ancora la carica di consigliere, ma per breve tempo e in posizione di secondo piano. In seguito, venuto a mancare anche lo zio Ernesto (1914), che dalla costituzione della società anonima fu ininterrottamente presidente e vicepresidente, il B. non ebbe più cariche di responsabilità nella sua ditta, restandone tuttavia socio. Morì a Milano il 18 febbr. 1931.
Negli anni in cui ne fu a capo, il B. seppe mantenere all'azienda quella fisionomia che il padre le aveva dato, sviluppando notevolmente il catalogo senza venir meno, in complesso, ai fini educativi ed informativi propostisi. Nella collezione delle "Opere fantastiche e cavalleresche" grande successo ebbe la riedizione delle antiche leggende del ciclo carolingio, integrato qualche anno più tardi dai "Romanzieri internazionali", con opere di Xavier de Montépin, Emile Zola, Victor Hugo, Alexandre Dumas padre e figlio, M.-A. Ponson du Terrail, Michel Zévaco, A. Klitsche de la Grange. Sempre per i ceti popolari fu allestita anche una collezione di "Opere classiche e poetiche" , che si arricchì in seguito dei titoli della "Raccolta dell'Istituto editoriale italiano", di cui la Bietti divenne la concessionaria esclusiva. La "Raccolta storico-patriottica e di lettura amena popolare" comprendeva numerosi opuscoli con le vite di illustri personaggi e di briganti, e la narrazione dei fatti costituenti la trama delle opere liriche del teatro italiano e straniero. Nella "Biblioteca pratica" erano raccolte pubblicazioni di diverso valore, dal galateo al libro dei sogni, dai manuali di gastronomia alla guida degli affari. Un settore particolarmente curato dal B. fu quello scolastico, che pur comprendendo pochissimi titoli ebbe larghissima diffusione: consisteva per lo più di vocabolari (tra cui i "Mignon") e grammatiche di lingue straniere, alcune delle quali appositamente preparate per gli emigranti italiani. In questo settore va ricordato il Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli (prima edizione, 1922), la cui realizzazione è particolarmente legata al nome del B.; l'opera più volte ristampata, costituì il maggior successo della casa editrice.
Fonti e Bibl.: Oltre al necrologio in Corriere della Sera, 20 febbr. 1931, si vedano (ma i dati non sono esatti) P. Trevisani,Storia della stampa, Roma 1953, p. 312, e Storia della editoria ital., a cura di M. Bonetti, II, Roma 1960, p. 29. I dati biografici del B. risultano dall'Archivio anagrafico del Comune di Milano. Per le vicende della ditta si vedano gli Atti dell'Archivio storico della Camera di commercio, industria e agricoltura di Milano e il Giornale della libreria italiana, 1899, p. 287, oltre al Foglio di annunzi legali della Provincia di Milano,passim. Alcuni esemplari di libri in lingua spagnola, pubblicati dalla filiale di Buenos Aires, sono conservati presso la Casa editrice che, posta in liquidazione nel 1941 e cessata il 30 ott. 1943, è stata poi ricostituita. Qualche catalogo di vendita è reperibile in Catalogo collettivo della libreria italiana, 1881 e 1923.