BIANCHI, Antonio
Nacque a Venezia nel primo ventennio del sec. XVIII. Esercitò per lungo tempo il mestiere di gondoliere fino a che ottenne la protezione del doge Pietro Grimani. Per tali favori sembra che egli riuscisse a dedicarsi esclusivamente alla poesia: in pochi anni mise insieme tali e tanti versi da far sussultare di invidiosa sorpresa, pur nella loro sconsolante mediocrità di maniera, i letterati cittadini: donde accuse volta a volta di essere un semplice prestanome del doge Grimani noto per la sua grande dottrina, una maschera a servizio di chissà quali letterati, un impostore; accuse, rintuzzate colpo su colpo e con non poco vigore polemico dal Bianchi.
L'esordio del poeta gondoliere avvenne con un lussuoso volume in 4º, pagato da un nutritissimo elenco di sottoscrittori, in gran parte patrizi, capeggiati dal Grimani: Davide re d'Israele. Poema eroico sagro di A. B. servitore di gondola veneziano (Venezia, Girolamo Marconi, 1751).
Il successo fu notevolissimo: nello stesso anno lo stampatore poteva offrire il Davide in una seconda edizione, "ricorretto, con aggiunta dell'oratorio drammatico intitolato Elia sul Carmelo", e dedicato ad un altro illustre patrizio, Angelo Maria Labia. Tra il 1752 e il '53 il B. si impegnò in una astiosa polemica letteraria con il poligrafo G. A. Costantini.
Del gondoliere veneziano il B. non aveva ormai più nulla, e la sua repentina trasformazione in letterato di maniera poteva dirsi compiuta. Partecipava persino alle raccolte d'occasione (un suo Cicaleccio apparve nelle Rime e versi per l'ingresso solenne alla dignità di procuratore di S. Marco per merito di S. E. il Signor Cav. Luigi Pisani, stampato a Venezia nel 1753). Nel 1753 usciva per le stampe di Stefano Orlandini a Venezia la seconda, imponente sua fatica di verseggiatore scolastico,Il tempio ovvero il Salomone. Canti dieci di A. B. già servitore di gondola veneziano.... Nel 1759 era la volta di una sortita nel "genere" eroicomico: prendendo a prestito modi ed atteggiamenti dal Morgante e dalla Secchia rapita, il B. stampava presso il veneziano Modesto Fenzo L'oridegno ossia la cuccagna conquistata. Poema eroicomico... cogli argomenti,allegorie ed annotazioni del medesimo autore.
Non abbandonava però nello stesso poema la vena moralistica e religiosa così insistente negli altri due: vi erano infatti "lievemente sferzati alcuni abusi universali correnti": "Già vedesi l'ipocrisia in buon credito, il bricconismo protetto, l'impostura trionfante, l'adulazione indorata, ogni lubricità nuotare nel lardo"; "i Cuccagnotti dunque figurano quelli che nel mondo s'impinguano per vie indirette. Questi hanno per alleati i Nasi, cioè i ricchi ignoranti e viziosi. Nei Tondi gli scioccarelli, i prodighi e gl'imprudenti s'esprimono. Queste tre razze di panciuti giganti hanno i pigmei, cioè gli uomini di spirito, per loro nemici". Così si esprimeva l'autore stesso nella dedica.
Monotone ormai nei toni e nei limiti, le opere del B. si susseguirono ancora numerose nei torchi veneziani: nel 1760 appariva Il vitello d'oro,rappresentazione sagra drammatica, l'anno seguente era la volta di un'altra rivendicazione di paternità delle opere uscite sotto il suo nome nell'Epistola al molto reverendo padre Francescantonio Zaccaria della Compagnia di Gesù (pubbl. con la falsa indicazione di Lugano), nel 1765 di un curioso Parere di Marco Costanzo detto Nasetto servitore di gondola veneziano sull'invocazione nel Goffredo del signor Torquato Tasso dedicato a' gondolieri di Venezia suoi amici e comprofessori, colle critiche riflessioni del signor A. Bianchi. Si lanciò poi in campo teatrale: nel 1765 con Le villeggiatrici ridicole, un dramma comico per musica, rappresentato nell'autunno al Teatro di S. Cassiano con la musica di A. Boroni, con L'amore in ballo, dramma giocoso musicato e rappresentato nel carnevale dello stesso anno al Teatro di S. Moisè, con La buona figliola supposta vedova, musicato da G. Latilla per il Teatro di S. Cassiano nel carnevale del 1766. Seguirono Camma,dramma per musica consegrato all'Altezza Serenissima di Carlo Eugenio duca di Wirtemberg Stuigard nel 1767, e la terza edizione del Davide "conargomenti, allegorie, ed annotazioni" nel 1769, propiziata ancora da un foltissimo numero di sottoscrittori; nel 1770 tentò il romanzo con Il filosofo veneziano ossia vita di Venanzio N. Storia moderna,piacevole ed instruttiva scritta da lui medesimo,dedicata al molto illustre signor Niccolò Maria Gherro,mercadante veneto, anch'esso fortemente moralizzante com'era nel gusto dell'autore. Nel 1772 cominciava la pubblicazione, sempre per sottoscrizione, di una specie di summa delle sue cose minori,L'opere miscellanee sacre e profane di A. B. veneziano divise in sei libri, che non giunse mai al termine: ne uscirono nel 1772 il libro primo, contenente una "rappresentazione sagra drammatica",San Marco in Alessandria ovvero il martirio del Vangelista San Marco, ed il secondo, con la tragicommedia L'Alcibiade.
A Venezia, nella Biblioteca del Civico Museo Correr, si conservano varie cose di lui tra i codici raccolti dal Cicogna: ai nn. 644e 1370sitrovano poesie inedite d'occasione, ma particolarmente importante è il n. 2319, che presenta gli Abusi moderni civili e popolareschi disapprovati in sedici famigliari discorsi da A. B. veneziano per graziosa commissione del molt'illustre signor Domenico Baffo e dall'autore dedicati al medesimo e le Satire veneziane e toscane di A. B., quest'ultime particolarmente vivaci e, nel loro andamento dialettale, assai più accette del manieroso ed opprimente incedere dei poemi a stampa.
Ignota è la data di morte del B.: la sua vicenda letteraria si conclude comunque nel 1772.
Fonti e Bibl.: Novelle della repubblica letter., XXIII (1751), n. 47, p. 369; XXIV (1752), n. 9, p. 67 e n. 50, pp. 393-95; XXV (1753), n. 21, p. 161; F. A. Zaccaria,Storia letter. d'Italia, III, Venezia 1752, p. 552; VII, ibid. 1755, pp. 120 s.; G. M. Mazzuchelli,Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1130-31; E. A. Cicogna,Delle Inscriz. Veneziane, V, Venezia 1842, pp. 202-207 e 659; VI, ibid. 1853, pp. 924-26; T. Wiel,I teatri musicali del Settecento, Venezia 1897, pp. 256, 261; G. Ortolani,Settecento. Per una lettura dell'abate Chiari, Venezia 1905, pp. 464-65; P. Molmenti,La storia di Venezia nella vita privata, III, Bergamo 1926, p. 214. Un articolo rievocativo di C. Musatti in Marzocco, 27 genn. 1929; vedi ancora G. Natali,Il Settecento, Milano 1944, p. 126; C. Goldoni,Tutte le opere, a cura di G. Ortolani, IV, Milano 1945, pp. 1003, 1272.