BETTINI, Antonio (Antonio da Siena)
Figlio di Agostino e di Maria Chini, nacque in Siena il 13 giugno 1396 da nobile famiglia. Laureatosi in diritto nello Studio senese, abbracciò lo stato ecclesiastico e divenne rettore delle pievi di S. Maria e di Trequanda, alle quali rinunziò nel 1439 per entrare nell'Ordine dei gesuati fondato dal suo concittadino Giovanni Colombini. Nelj440, un anno dopo il suo ingresso nel convento di S. Girolamo di Siena, fu mandato a Roma, dove ottenne da Eugenio IV e dal cardinale Latino Orsini la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo al Monte Celio peristituirvi un convento del proprio Ordine.
Uscì dall'oscurità della vita conventuale solo dopo l'elezione a sonuno pontefice del senese Enea Silvio Piccolomini (Pio II), che amava circondarsi di suoi concittadini. Il B., che verso il 1458 si era trasferito a Milano per introdurvi il suo Ordine, iniziando la costruzione di un nuovo convento del quale assunse il priorato, fu invitato da Pio II nel 1459 ad assistere, in qualità di canonista, al congresso di Mantova; lo stesso papa lo nominò, il 22 giugno dell'anno successivo collettore pontificio delle decime per la crociata contro i Turchi - progettata proprio a Mantova -, in Lombardia, nel Piemonte, nel Monferrato e nel Genovesato. Nel 1461 infine lo creò vescovo di Foligno come successore di Antonio Bolognini. Il B. fu consacrato a Milano il 28 giugno di quell'anno dall'arcivescovo di Milano e dai vescovi di Como e di Eleanopoli. è del tutto ipotetica l'affermazione dei suoi biografi, che Pio II avesse avuto l'intenzione di elevarlo anche alla dignità cardinalizia.
Trasferitosi a Foligno, il B. si dedicò con zelo all'amministrazione della sua diocesi e a opere pie: istituì nel 1465, con l'aiuto dell'osservante fra' Barnaba Massanei da Terni, il Monte di Pietà in favore dei poveri della diocesi, uno dei primi di tutta Italia. Nel 1469 iniziò la riforma degli ospedali di Foligno, riunendo quelli di S. Maria della Pietà e di S. Giovanni Battista, ai quali più tardi aggiunse altre sei confraternite con i loro ospizi, e aggregando il nuovo pio istituto allo Spedale di S. Maria della Scala di Siena. Il Comune ne approvò l'opera nel 1484.
Nonostante queste benemerenze, le frequenti assenze dei B. suscitarono il malcontento dei fedeli. Il B. si era allontanato dal suo vescovato già nel 1462 per assistere, su invito di Pio II, alla consacrazione della nuova cattedrale di Pienza; nel 1465 Paolo II con due brevi del 27 e del 28 agosto lo incaricò di riformare l'abbazia cisterciense di Chiaravalle milanese, incarico che lo tenne lontano da Foligno dal 1465 al 1468: in questa occasione egli concluse anche, nel 1466, a Milano, in nome della sua città natale, un accordo con quel duca. Sisto IV nel 1474 lo avrebbe mandato nunzio in Francia e nel 1481 in Germania: queste nunziature non sono documentate; comunque in questo periodo il B. risulta assente dalla sua diocesi.
Ormai in età molto avanzata, il B. aveva a più riprese chiesto al pontefice di poter rinunziare al vescovato per ritirarsi in convento, ma il suo desiderio fu esaudito solo nel 1486 da Innocenzo VIII, che il 22 novembre di quell'anno nomiriò come successore dei B. sulla cattedra folignate Francesco Rosa da Terracina. Il B. passò gli ultimi giorni della sua vita nel convento senese di S. Girolamo, mantenendo la sola carica di definitoregenerale del suo Ordine. Vi morì in odore di santità il 22 ott. 1487. Senza essere mai stato ufficialmente beatificato., viene qualificato generalmente dai biografi come beato.
Il B. fu autore di varie opere devozionali, come Il Monte sancto di Dio, scritto simbolico che voleva indicare la via per raggiungere l'eterna felicità, stampato per la prima volta nel 1477 a Firenze da Nicolaus Lorenz di Breslavia. L'edizione è famosa per le incisioni che rappresentano la Montagna sacra. Gesù Cristo glorificato e Lucifero trifronte, intagliate da Baccio Baldini, con tutta probabilità su disegno di Sandro Botticelli. L'opera fu ristampata, sempre a Firenze, nel 1491 da Lorenzo Morgiani e da Giovanni di Pietro da Magonza; in questa edizione però le incisioni sono molto inferiori per qualità.
L'opuscolo De divina preordinatione vitæ, et mortis…fu stampato nel 1480 a Firenze, mentre l'Esposizìone della domenicale orazione con il modo di orare delli rev. Frati Gesuati di S. Girolamo vide la stampa solo cento anni dopo la morte del Bettini. Se ne conoscono due edizioni, una apparsa a Brescia nel 1586 un'altra a Genova nel 1690.
è rimasta inedita la traduzione dal volgaro in latino della Vita del beato Giovanni Colombini di Feo Belcari, compiuta dal B. nel 1467 durante il suo soggiorno a Milano (una copia è conservata nel cod. H. 26 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano). Di tre altri opuscoli si conoscono solo i titoli: il Della presenza di Dio e il Depestilentia non vitanda per fugam sono ricordati dai più antichi biografi del B., mentre abbiamo notizia di una Orazione al papa per i Senesi dalle lettere di Uberto Benvoglienti.
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