BENCI, Antonio
Nato a Santa Luce presso Livorno il 30 marzo 1783, studiò matematiche nell'università di Pisa. Da giovane visse come precettore a Firenze e a Napoli, viaggiando molto anche fuori d'Italia. Per i moti del 1831 fu esiliato, come altri patrioti, in Corsica, e di là tornò a Livorno, dove ebbe famiglia e beni e morì il 25 gennaio del 1843. "Scrittore forbitissimo della patria favella" fu detto dal Guerrazzi, e "critico onesto" fu giudicato dal Tommaseo; né queste lodi sono immeritate, quando si riferiscono a' suoi scritti di morale, di storia e di belle arti, che profuse, talora con le iniziali A. B., nell'Antologia del Vieusseux. Ebbe anche buona conoscenza della lingua e della letteratura tedesca, tanto da tradurre, fra l'altro, la Storia della guerra dei trent'anni dello Schiller (Firenze 1822). Lasciando da parte i suoi romanzi e le sue commedie, che non hanno valore, conviene ricordare fra le sue opere anche il Trattato dei numeri e corso elementare d'aritmetica (Napoli 1814) e la Guida ai santuarî del Casentino (Firenze 1834).
Parte dei suoi manoscritti si conservano nella Biblioteca nazionale di Firenze, mentre nella Biblioteca Marucelliana della stessa città si trovano le sue Memorie autobiografiche dal 1783 al 1811.
Bibl.: F. Pera, Ricordi e biografie livornesi, Livorno 1867; Lettere inedite di illustri italiani e stranieri ad Antonio Benci, pubblicate da E. Toci, Livorno 1834; O. Bacci, Ricordi universitarî pisani nell'autobiografia inedita di Antonio Benci, in Studî letterarî e linguistici dedicati a Pio Rajna, Milano 1911, p. 837 segg.