BENCI, Antonio
Nato a Santa Luce (Pisa) il 30 marzo 1783, dopo aver trascorso gran parte della fanciullezza a Livorno, compì i primi studi a Pisa; qui s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, ma non si laureò: all'università frequentò anche le lezioni di astronomia di G. Piazzini, di matematica di P. Paoli, di logica, di metafisica e di filosofia. Di famiglia benestante, dilapidò in gioventù il ricco patrimonio paterno, sì che fu costretto a guadagnarsi la vita dapprima con lezioni private, poi come precettore e segretario in casa dell'ambasciatore francese a Firenze, d'aubusson de La Feuillade. Nel 1807, venuto a mancargli questo lavoro, si mise a fare il copista, non volendo accettare un posto di segretario nella Direzione generale della polizia. Dal 1811 fu per dieci anni a Napoli presso il duca Caracciolo di San Teodoro, occupandosi dell'educazione del figlio Carlo Maria ed ebbe così occasione di frequentare la migliore società intellettuale, compiere viaggi e completare gli studi. Nel 1823 fece un viaggio attraverso la Svizzera, dove ebbe contatti con Pestalozzi, Girard e Fellenberg, visitando i loro istituti d'ìstruzione a Yverdon, Friburgo e Hofwyll, e convertendosi all'idea dei mutuo insegnamento,visitò anche la Germania, il Belgio e la Francia, dove restò sino ai primi mesi del 1824 e dove conobbe l'abate Grégoire, col quale restò in corrispondenza, F. S. Salfi e U. Lampredi. Fu anche intimo amico di Louis De Potter, e in rapporti con Stendhal. Era sorta intanto l'Antologia del Vieusseux. Il B., che aveva già iniziato un'attività giornalistica scrivendo sul periodico L'Ape di Firenze, sorto nel 1803, collaborò attivamente, con lettere e articoli, alla rivista, trattando di vari argomenti, soprattutto di pedagogia, di letteratura, di storia e di storia dell'arte.
Fra il dicembre dei 1823 e l'aprile 1824 pubblicò alcune Lettere di A. B. a Pietro Vieusseux relative al suo viaggio nella Svizzera e lungo le rive del Reno; buon conoscitore della lingua, oltre che della letteratura, tedesca, pubblicò anche traduzioni di articoli tedeschi di storia dell'arte e di viaggi. li B. sostenne inoltre nei suoi articoli i moderni metodi d'insegnamento e le iniziative di nuove scuole che si andavano affermando in quel periodo anche in Toscana: in particolare, con un Discorso sulla Scuola dei padri e delle madri di famiglia, pubblicato nell'Antologia nel 1821, illustrò i caratteri dei nuovo istituto d'istruzione preuruversitaria sorto in Livorno nel 1820 per iniziativa di alcuni privati, e che lo stesso B. aveva patrocinato. In campo letterario, si fece propugnatore del classicismo e avversario del romanticismo, anche per rivalità personale con G. Montani, altro collaboratore dell'Antologia, che era romantico: così si mise in urto col Vieusseux, che voleva mantenere l'Antologia neutrale nelle dispute fra classicisti e romantici. In realtà il B., la cui cultura aveva ben precisi limiti, ancorato ancora com'era a influenze settecentesche, fu, tra i collaboratori dell'Antologia, uno dei meno sensibili alle moderne tendenze intellettuali.
Altre pubblicazioni del B., espressione della sua varia attività culturale, sono: Trattato dei numeri o Corso elementare d'aritmetica e d'algebra (Napoli 1814), uscito incompleto e dedicato al suo allievo il duca Caracciolo; Guida ai santuari del Casentino e ai luoghi principali della Valle Tiberina toscana (Firenze 1834); prefazione a D. Compagni, La cronaca fiorentina e la diceria a papa Giovanni XXII, a cura di C. Guasti (Prato 1846, postuma); traduzione della Storia della guerra dei trent'anni di F. Schiller (Firenze 1822). Il B. scrisse anche alcuni drammi, L'amor virtuoso, La bottega del libraio, Salvator Rosa, L'avaro bugiardo, rappresentati fra il 1827 e il 1829 con scarso successo: mai stampati, si trovano manoscritti alla Biblioteca Naz. di Firenze, ínsieme con un romanzo di ambiente corso rimasto incompleto.
Le ripercussioni in Toscana dei moti del 1831, che colpirono anche il gruppo dell'Antologia, costrinsero il B. a esulare in Corsica, a Bastia, donde provò a ritornare a Livorno nel novembre 1831, ma per ripartire subito dopo di nuovo per Bastia: in Corsica si sposò. Nel 1834 era rifugiato a Marsiglia. Rientrato in Italia, si sistemò definitivamente a Livorno, dove rimase, salvo un ultimo viaggio in Francia nel 1838, continuando la sua attività letteraria, sino alla morte, che avvenne il 25 genn. 1843.
Fonti e Bibl.: Santa Luce (Pisa), Arch. Parrocchiale, Registri, battesimi, 1783; Firenze, Bibl. Marucelliana, Memorie biografiche e lettere; Ibid., Bibl. Nazionale, Carteggio Vieusseux, Manoscritti Benci (3 cassette non ordinate); Ibid., Fondo Nazionale: Diari di viaggi, Studi matematici, Romanzo sulla guerra di Corsica, Dizionario etimologico, Idilli, Studi ed estratti letterari e storici e di erudizione varia; F. D. Guerrazzi, Scritti, Firenze 1861, pp. 251-256; N. Tommaseo, Di G. P. Vieusseux e dell'andamento della civ. ital. in un quarto di secolo, Firenze 1863, passim; F. Pera, Ricordi e biografie livornesi, Livorno 1867, pp. 369-378; E. Toci, Lettere ined. di illustri italiani e stranieri a A. B., Livorno 1884; A. Carraresi, Lettere di G. Capponi e di altri a lui, voll. I e V, Firenze 1887, ad Indicem; A. Linaker, La vita e i tempi di E. Mayer, I, Firenze 1898, pp. 28-33, 43-44, 46, 100; G. A. Borgese, Storia della critica romantica in Italia, Napoli 1905, passim; P. Prunas, L'"Antologia" di G. P. Vieusseux, Roma-Milano 1906, ad Indicem; G. B. Gerini, Scrittori pedagogici ital. del sec. XIX, Torino 1910, p. 229; O. Bacci, Ricordi univ. Pisani nella autobiogr. ined. di A. B., in Studi letter. dedicati a P. Rajna, Firenze 1911, pp. 837-851; D. Barduzzi, Ricordi univ. pisani nell'autobiografia di A. B., in I. Ponte di Pisa, 27 agosto e 22 ottobre 1911, nn. 38 e 43; A. De Rubertis, L'Antologia di Gian Pietro Vieusseux, Foligno 1922, pp. 43, 44, 65; L. Ceccanti, E. Pestalozzi nel giudizio dei contemporanei ital., in Quaderni pestalozziani, 1927, fasc. II-III, pp. 116-118, A. Lenzi, A. B. educatore, Livorno 1931; M. Battistini, Livornesi amici di Luigi De Potter, in Boll. stor. livornese, I (1937), pp. 62-72; E. Michel, Esuli italiani in Corsica, Bologna 1938, pp. 75, 76, 81, 89, 101; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1943, pp. 400, 401, 573, 576, 659, 804, 859; G. Zingoni, A. V. e la scuola dei Padri e delle madri di famiglia in Livorno, in Boll. stor. livornese, n. s., I (1951), pp. 180-185; R. Ciampini, G. P. Vieusseux, Torino 1953, pp. 56, 103, 189, 193, 201, 210, 222; N. Tommaseo-G. P. Vieusseux, Carteggio inedito, a c. di R. Ciampini e P. Ciureanu, I, Roma 1956, pp. 48, 169.