BECCARIA, Antonio
Nato a Verona intorno al 1400 da Taddeo, assunse il cognome della madre. Abbracciata sin da adolescente la carriera ecclesiastica, coltivò con grande amore gli "studia humanitatis", studiando a Mantova alla scuola di Vittorino da Feltre, sotto la cui guida apprese le lingue classiche. Era in età già matura quando, negli ultimi mesi del 1438 o nei primi del 1439, venne chiamato in Inghilterra dal duca Humphrey di Gloucester, fratello del re Enrico V e grande mecenate ed amatore degli studi umanistici, perché gli servisse da segretario.
La data della partenza del B. per l'Inghilterra è stata determinata con sufficiente approssimazione da R. Weiss, il quale ha dimostrato che egli deve esser giunto nell'isola dopo l'ottobre del 1438 e prima del novembre del 1439. Nell'ottobre del 1438, infatti, il collettore papale Piero del Monte - molto legato al duca di Gloucester e probabilmente uno dei fautori della chiamata del B. - scriveva ad Ambrogio Traversari lamentandosi del fatto che in Inghilterra non si potesse trovare una persona che fosse soltanto mediocremente istruita nelle lingue greca e latina. Per quell'epoca, dunque, il B. non doveva aver ancor messo piede nell'isola, nella quale doveva invece essere già sicuramente arrivato prima del novembre 1439, visto che in tale data il duca di Gloucester donò all'università di Oxford un codice contenente la traduzione di un opuscolo di S. Atanasio, traduzione eseguita dall'ecclesiastico veronese per incarico dello stesso duca.
Durante il suo soggiorno in Inghilterra il B. tradusse dal greco in latino per il suo protettore, oltre all'opuscolo già ricordato, varie altre operette di S. Atanasio; queste versioni sono attualmente conservate presso il British Museum (ms. Royal, II F 5). Dall'italiano recò in latino (sempre per incarico del duca) il Corbaccio del Boccaccio (Oxford, Bodl. Libr., ms. Lat. Misc. d. 34). In Inghilterra compose, in occasione del matrimonio del giovine re Enrico VI (nipote del duca di Gloucester) con Margherita di Provenza (1444), una Oratio exhortatoria ad exigendas pecunias ex manibus praelatorum Angliae pro subventione nuptiarum celebrandarum regis, e, sempre nello stesso anno 1444, una seconda Oratio exhortatoria... ad regem Francorum per legatos regis Angliae...; tali orationes si conservano in un codice della Biblioteca Vaticana (Vat. Lat. 5221, ff., 66v-77). È molto probabile che all'opera dell'ecclesiastico veronese siano dovute alcune lettere che il duca di Gloucester inviò a Pier Candido Decembrio e che furono edite da M. Borsa (The English Hist. Review, XIX [1904], pp. 509-526).
Non è noto quando il B. abbia lasciato l'Inghilterra; possiamo supporre che egli l'abbia fatto nel 1446, dato che dall'Italia egli inviò alcune traduzioni di altre opere di S. Atanasio al duca di Gloucester prima che questi venisse ucciso nel 1447. Tornato in Italia, entrò come segretario al servizio di Ermolao Barbaro senior, vescovo di Verona (1453-1471), che non solo divenne suo amico e costante protettore, ma gli procurò anche la carica di tesoriere della cattedrale di Verona. Proprio al cospetto del Barbaro pronunziò quelle Orationes defensoriae... adversus quosdam qui dicebant elloquentiam et gentilium libros et maxime poetas non esse a christianoviro legendos, che ci sono conservate nel cod. Vat. Capp., 3, V, cc. 38-93 (cfr. I Codici Capponiani della Biblioteca Vaticana descritti da G. Salvo Cozzo, Roma 1897, p. 5). Fu anche amico del Filelfo, che gli rivolse alcune epistole e che accenna a un soggiorno del B. a Milano nel 1456. In tale circostanza si appropriò di un codice greco del Filelfo contenente le Vite parallele di Plutarco che, malgrado le insistenti preghiere dell'amico, non volle più restituire (cfr. Francisci Philelfi Epistolae, Phorce 1506, pp. 187v-188r, 195v, 220v-221r). Il Thomas ha congetturato, inoltre, un possibile rapporto tra il B. e Thomas le Franc, il medico di Carlo VII di Francia, protettore degli umanisti.
Il B. ebbe fama di esperto conoscitore della lingua greca. Delle sue numerose traduzioni pervenuteci si ricordano quelle del De situ orbis di Diogene il geografo, stampata a Venezia nel 1477, 1478, 1498, a Parigi nel 1501 e a Basilea nel 1534; tradusse però anche undici delle Vite di Plutarco (di Romolo, di Teseo, di Solone, di Demetrio, di Agide, di Cleomene, di Pelopida, di Coriolano, di Alcibiade, di Timoleonte, di Eumene): ci sono pervenute la versione della Vita di Pelopida dedicata a Piero Del Monte e quelle delle Vite di Coriolano e di Alcibiade (cod. Guarneriano 47 della Bibl. di San Damele del Friuli). La Vita di Pelopida, compresa nell'ed. del 1470 delle Vitae ex versione variorum, era conservata manoscritta nel cod. DCXLIV, l, VI, 23 della B. N. di Torino, andato perduto nell'incendio del 1904. Il Prendilacqua nel suo Dialogus cita anche le sue versioni dei Magna moralia, del De rebus mirandis e del De vitiis et virtutibus sempre di Plutarco, mentre nell'inventario della biblioteca di Giovanni Pico, conservato nel cod. Vat. 3436, pubblicato da P. Kibre (The Library of Pico della Mirandola, New York 1936, p. 212, n. 685), figura una sua versione del De mirabilibus auditis.
Il B. ebbe anche molta fama per le sue qualità di squisito poeta latino; raccolte delle sue elegie si conservavano nel codice XXXI della Biblioteca Capilupi di Mantova (cfr. G. Andres, Catalogo de'codici manoscritti della famiglia Capilupi di Mantova, Mantova 1797, pp. 142-145), in un codice (n. 36) di proprietà di Scipione Maffei, il quale citava inoltre un'altra raccolta del convento di S. Fermo.
Il B. morì tra il 4 e il 6 apr. 1474 a Verona e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Organo. Al monastero omonimo, aveva venduto, poco prima di morire, la sua biblioteca.
Fonti e Bibl.: A. Medin, Il testamento e l'inventario diun umanista veronese del sec. XV, in Miscell. di studi in onore di A. Hortis, I, Trieste 1909, pp. 459-473; F. Prendilaquae Dialogus, in E. Garin, Il pensiero pedag. dello Umanesimo, Firenze 1958, p. 620; B. Platinae De vita Victorini Feltrensis commentariolus, ibid., p. 692; C. Gesneri, Bibliothecae epitome... nunc per I. Simlerum locupletata, Tigurii 1555, f. 13; O. Panvini De urbis Veronae viris doctrina et bellica virtute illustribus, Verona 1621, p. 55; S. Maffei, Verona illustrata, Verona 1732, II, pp. 217 s.; F. Barbari et aliorum ad ipsum Epistolae, a cura di A. M. Quirini, Brixiae 1741, pp. DXXIX-DXL; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 593 s.; G. Tiraboschi, Storia della letter. ital., VI, 2, Modena 1790, p. 831; C. De' Rosmini, Idea dell'ottimo precettore nella vita e disciplina di Vittorino da Feltre e de'suoi discepoli, Bassano 1801, pp. 234-38; G. B. Giuliari, Della letter. veronese al caderedel sec. XV e delle sue opere a stampa, Bologna 1876, pp. 3, 66-68, 82, 230, 250; R. Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino Guarini Veronese, Catania 1896, pp. 132, 133, 135; Id., Briciole umanistiche, in Giorn. stor. d. letter. ital., XLIII (1904), pp. 245 s.; W. H. Woodward, Studies in Education during the Age of the Renaissance, Cambridge 1906, p. 19; K. H. Vickers, Humphrey Duke of Gloucester, London 1907, pp. 377-79, 395, 431, 435; A. Thomas, Nouveaux documents sur Thomas le Franc, médicin de Charles VII, protecteur de l'humanisme, in Comptes rendus de l'Acad. des inscript. et belles lettres, Paris 1911; W. H. Woodward, Vittorino da Feltre and other humanist educators..., Cambridge 1921, p. 68; W. F. Schirmer, Der englische Frühhumanismus, Leipzig 1931, pp. 43 ss., 49, 52; R. Weiss, Per la biografia di A. B. in Inghilterra, in Giornale stor. d. letteratura ital., CX(1937), pp. 344-46; B. L. Ullman, Studies in the italian Renaissance, Roma 1955, pp. 350, 353-54; R. Weiss, Humanism in England during the fifteenth century, Oxford 1957, pp. 26, 43, 45 s., 61 s., 64, 161; J. W. Thompson, The medieval Library, a cura di B. Bover, New York 1957, p. 405; R. Weiss, Italian Humanism in Western Europe, in Italian Renaissance Studies, ed. E. F. Jacob, London 1960, p. 78; V. R. Giustiniani, Sulle traduzioni latine delle "Vite" di Plutarco nel Quattrocento, in Rinascimento, s. 2, I (1961), pp. 3-62. Per le cariche eccles. del B., v. F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra..., V, Venetiis 1720, col. 942.