BAVA, Antonio (Antonino)
Nato nel 1474, apparteneva ad un ramo (poi estintosi) della cospicua famiglia dei Bava di Fossano (in possesso di proprie fortificazioni nel circondario).
Dotato di mezzi doviziosi, otteneva il 10 sett. 1513 dal duca Carlo III, dietro pagamento di diecimila scudi d'oro del "sole", la nomina ad accensatore del più inviso dei tributi fiscali, la gabella del sale, alla cui riscossione avrebbe provveduto più tardi in società col milanese Francesco Gallerati.
In un periodo caratterizzato da ripetuti tentativi di risanare l'estremo e cronico disordine dell'amministrazione finanziaria, il compito precipuo affidato al B. fu quello di assicurare alle casse ducali il maggior gettito possibile, con una severa repressione di ogni frode o abuso e una più energica persecuzione dei trasgressori. Tesoriere generale di Savoia fin dall'8 sett. 1524, si trovò ad operare in non felici condizioni di bilancio, con un sistema monetario condizionato da una fortissima svalutazione e con le finanze ducali gravate da notevoli alienazioni di capitale e da prestiti onerosamente contratti. Non fu pertanto alieno dall'avallare, essendo ancora in vigore in larga misura il regime del servaggio, il ricorso alle franchigie di "taglia" per far fronte alle più pressanti esigenze dello smunto erario ducale. Scrupoloso e onesto, tenne tuttavia a portare avanti, anche di fronte ai contrasti che ne seguivano, le sue puntigliose ambizioni di allargare la sfera delle proprie competenze nell'ambito dell'amministrazione del tesoro: una disputa di competenza da lui promossa nei confronti del collega Antonio Bechi si trascinò per quasi due anni e alla fine fu rimessa dal duca, il 14 sett. 1528, ad una decisione della Camera dei conti. La sua opera dovette essere, comunque, particolarmente apprezzata da Carlo III, se a poca distanza, nell'ottobre 1529, il B. veniva chiamato a ricoprire l'incarico di generale delle finanze. La sua amministrazione non si segnalò peraltro per nessuna riforma innovatrice né nella ripartizione degli oneri finanziari né nelle procedure di accertamento dell'imponibile.
Godeva già il B. di qualche familiarità con il sovrano e la duchessa Beatrice di Portogallo (per conto della quale aveva provveduto fin dal 1525 a regolare alcune spese personali), quando era nominato il 24 apr. 1532 gentiluomo di camera della duchessa. Nello stesso anno otteneva l'investitura, quale consignore, del feudo di Cervere, acquistato dai De Altessano. La carica di consigliere e "maggiordomo" di Beatrice gli diede modo di colloborare all'impostazione di alcuni affari di Stato in un periodo in cui la duchessa, per l'irresolutezza di Carlo III, assunse direttamente, in circostanze critiche, l'amministrazione civile e politica del ducato. Il B. fu anche in Francia, incaricato di particolari missioni presso Francesco I, ma non si conosce né la data né lo scopo dei suoi viaggi.
Sposò Maria Muzio, da cui ebbe quattro figli di cui uno, Giovenale, fu capitano ducale. Morì nel luglio del 1544, lasciando al casato vastissimi poderi, cosicché i suoi eredi Gian Michele e Giulio poterono "senza loro incomodo dare in dote al Vescovato di Fossano più di mille giornate di terreno" (G. Muratori, Memorie storiche della città di Fossano, p. 74)
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sezione I, Protocolli di Corte, registri: 146, f. 131, e 203 (Registrum Claude Châtel), ff. 125-27; Ibid., Lettere particolari, B, mazzo 16 (del B. al duca, 1527-34; e del B. unitamente a G. L. Cavallerleone e F. Solaro al duca, s. d.); Ibid. Sez. Riunite, Sez. Camer. Savoia, Comptes des Receveurs et Trésoriers Gén. de Savoie, garderobbe n. 21, mazzo 83; vol. 184; mazzo 84: voll.187, 189, 190 e 191; Controllo Finanze, registro 1528, f. 87; G. Muratori, Mem. stor. della città di Fossano, Torino 1787, pp. 9, 73, 74, 90 e 138; G. Claretta, Notizie stor. intorno alla vita e ai tempi di Beatrice di Portogallo duchessa di Savoia (con doc.), Torino 1867, pp. 23, 84, 122 s., 129; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze, 1906, p. 204; Lo stato sabaudo al tempo di Emanuele Filiberto, a cura di C. Patrucco, II, Torino, 1928, p. 171; Fonti e studi di storia fossanese, a cura di L. Berra, G. Falco, A. M. Riberi, F. Sacco, I. M. Sacco e L. Vigliani, Torino 1936, p. 203.