BRUNI, Antonio Bartolomeo
Nacque a Cuneo nel 1751 (secondo il Fétis e l'Enc. della Musica Ricordi, il2 febbr. 1759), primogenito di Carlo. Scarse sono le tracce dei suoi studi in Piemonte: sembra che studiasse il violino a Torino con G. Pugnani e la composizione a Novara con un certo Speziani. Nel 1780 lo troviamo a Parigi, dove esordì nel giorno del Corpus Domini (25 maggio) al Concert Spirituel come violinista e compositore di un concerto per violino, in una esecuzione che fu applaudita per il non comune vigore del suo arco e per la varietà della melodia. Nel 1782 iniziava la pubblicazione a Parigi, presso Baillon, della sua prima raccolta di composizioni strumentali, i Sixduos àdeux violons, seguita in breve da numerose altre. Il 19 genn. 1786 fece rappresentare al Théâtre des Italiens a Fontainebleau la sua prima opera teatrale, Coradin (commedia di un tale Tacusset), di cui è andata perduta la musica, ma che fu notata per il talento musicale dell'autore. Nell'anno seguente compose alcuni libri di quartetti concertati e un'altra opera, la Célestine, che, rappresentata il 15 ott. 1787 al Théâtre des Italiens, forse con musica migliore della precedente, non ebbe, tuttavia, uguale successo. In quel tempo il B. era maestro al cembalo della Comédie-Italienne e collaborava, insieme con G. G. Cambini e altri musicisti francesi, al Journal de violon, edito a Parigi dal Porro e madame Baillon. Nel 1789 fu chiamato da G. B. Viotti a far parte dell'orchestra del Théâtre de Monsieur alle Tuileries come primo violino solista, ma dopo alcuni mesi e dopo un brevissimo intervallo in cui tenne anche la direzione dell'orchestra - succedendo nel luglio al defunto direttore N. Mestrino -, si ritirò per dedicarsi completamente alla composizione: il 3 agosto, infatti, il Viotti ne rappresentava con successo l'opera L'île enchantée, sutesto di J. M. Sedaine, e altre opere ancora vennero eseguite, dall'aprile 1790 al gennaio 1791, al Théâtre Montansier, al Palais Royal e nel 1792 al Théâtre de la rue Feydeau (che sostituiva il soppresso Théâtre de Monsieur). In quest'ultimo teatro il 24 sett. 1792 il B. faceva rappresentare la prima dell'opera comica L'officier de fortune ou les deux militaires, suparole di J. Patrat, che fu accolta con entusiasmo, celebrando il patriottismo e il sentimento civico del momento, e ripetuta nell'agosto 1799. Il B. aveva aderito, infatti, alle idee rivoluzionarie, tanto che nel gennaio 1794 fu nominato membro della Commissione temporanea delle arti e incaricato, insieme con Ch. Sarrette, d'inventariare le musiche e gli strumenti musicali appartenuti agli emigrati e ai condannati, i cui beni erano stati confiscati dal Direttorio. Iniziando nel marzo il suo lavoro, il B. ebbe occasione di fare sopralluoghi in varie città e il 3 ott. 1794 presentò il suo rapporto o Etat général des instruments de musique saisis chez les émigrés et condamnés et mis en réserve pour la Nation par la Commission temporaire des Arts depuis son établissement... (pubblicato nel 1890 a Parigi da J. Gallay).
Il materiale da lui raccolto fu così dovizioso che il Comitato d'istruzione pubblica decretò il 3 agosto 1795 la formazione d'una "Biblioteca nazionale di musica presso il Conservatorio", il cui fondo fu quasi tutto costituito dalle musiche salvate dal Bruni. Dal 16 ag. 1795, terminato il suo compito ufficiale, il B. continuò ad occuparsi come conservatore del deposito nazionale di musiche e strumenti della rue Bergère. Non aveva cessato, inoltre, di comporre e il 6 marzo 1794riscosse grande successo al Théâtre de la rue Feydeau la prima dell'opera comica Claudine ou la petite commissionnaire (libretto di J. M. Deschamps, da Fleurian); l'8 giugno dello stesso anno partecipò alla festa dell'"Etre Suprême" scrivendo l'inno O Dieu puissant (suparole del Deschamps), che fu cantato alla presenza di Robespierre dagli "aveugles travailleurs", con la partecipazione di un coro di ragazzi ciechi. Dal 1795 al 1801 altre sue opere comiche e serie si succedettero al Théâtre de la rue Feydeau, fra le quali emersero specialmente Toberne ou le pécheur suédois (1º dic. 1795), Les Sabotiers (23 giugno 1796), Le major Palmer (26 genn. 1797) e La bonne soeur (22 genn. 1801), i cui libretti prolissi erano salvati dalla freschezza della musica. Intanto le sue composizioni per violino venivano ormai considerate classiche e inserite, insieme con quelle dei più grandi musicisti antichi e contemporanei, in tutte le antologie violinistiche.
Dopo aver diretto l'orchestra dell'Opéra-Comique dal 1799 al 1801 ed essere rimasto a Parigi fino alla fine del 1805, nel 1806 si ritirò a Passy; nel medesimo anno, sembra, tornò a Cuneo, poiché nel 1806 vi è registrato come volontario della guardia d'onore all'età di cinquantaquattro anni. Non vi sono notizie del suo soggiorno in Italia, se non attraverso un atto notarile di donazione della villa detta "La Magnina" (vicino Cuneo) alla moglie Maria Antonia Zucconi. Nel 1814 tornò di nuovo a Parigi e presentò ancora al Théâtre della rue Feydeau l'opera Le règne de douze heures (8 dicembre), che ebbe giudizi di critica discordi, mentre l'ultima opera, Le mariage par commission ou Le seigneur allmand (libretto di J. B. Simonnin), rappresentata il 7 dic. 1815, fu decisamente stroncata dalla critica. Dopo la definitiva caduta di Napoleone, il B. si sentiva a disagio e stanco e poiché le sue idee politiche erano in disaccordo con la restaurazione borbonica, nel 1816 (secondo il Collino Pansa nel 1818) tornò per sempre a Cuneo, lasciando pubblicare a Parigi la sua opera didattica di maggior valore, Méthode pour l'Alto-viola contenant les principes de cet instrument,suivis de 25études. Siha notizia di una cantata da lui composta per la visita di Vittorio Emanuele I a Cuneo.
Il B. morì nella sua villa "La Magnina", presso Cuneo, nella notte tra il 5 e il 6 agosto 1821.
La produzione del B. nel campo della musica operistica, strumentale e didattica è assai copiosa: essa comprende in complesso una ventina di opere comiche, cinque ouvertures per orchestra, dieci libri di quartetti concertanti, sei libri di trii concertanti per 2 violini e viola, due libri di sonate per violino e uno di sonate per violino con accompagnamento di un secondo violino, ventitré serie di duetti per due violini, sette serie di duetti facili per 2 violini (opera 2ª, 5ª, 12ª, 13ª, 15ª, 24ª, e 34ª), qualche concerto, capricci e arie variate in forma di studio per un violino solo, cinquanta studi per violino (seconda parte del volume precedente), cinquanta lezioni di canto elementari, un metodo per violino e il già citato metodo per viola, ecc., tutti stampati a Parigi, il cui elenco quasi completo si trova nella monografia a cura di A. Della Corte, L. de La Laurencie, G. Cesari, H. Closson e C. Zino.
L'importanza storica dei lavori scenici è limitata: le sue opere di soggetto eroicomico, contadino e più spesso borghese appartengono, infatti, al teatro italiano parodiato; tuttavia, quelle più pregevoli, come le già menzionate Toberne,Le major Palmer,Célestine e Claudine, non mancano di qualità drammatiche. Il suo stile, però, non subisce una evoluzione sensibile e nonostante la data della sua morte, rimane un'artista del '700. Le composizioni strumentali, invece, pur mostrando i segni dell'epoca, sono notevoli per ricchezza d'invenzione, grazia e eleganza di fattura; particolarmente degni di nota sono i duetti per violino, molto apprezzati per la loro spigliata gaiezza, e soprattutto i quartetti raccolti nel sesto libro.
Come insegnante di violino fu scrupoloso e intelligente; della viola, inoltre, "ebbe un altissimo concetto" e "precedette altri trattatisti della tecnica [dello strumento] in parecchie innovazioni, e fu da essi esemplato" (Della Corte). La sua opera didattica più vitale è, infatti, il succitato Metodo, che ebbe numerose edizioni in Italia (fino al 1962), fu tradotto in tedesco e per lungo tempo rimase un'opera classica.
La città di Cuneo ne onorò nel 1921 ilprimo centenario della morte, mentre già precedentemente gli aveva intitolato una via, la scuola di canto corale e la scuola di musica. Nell'aula del Consiglio comunale di Cuneo si conserva un ritratto del B. di probabile attribuzione a J. L. David.
Bibl.: L. de La Laurencie, Un musicien italien en France à la fin du XVIIIe siècle, in Revue de musicol., n.s., XV (1931), n. 40, pp. 268-277; A. Della Corte-L. de La Laurencie-G. Cesari-H. Closson-C. Zino, A. B. B., musicista cuneese, Torino 1931; C. Fresia, Un celebre musicista da Cuneo a Parigi. Una villa storica, in Vecchia Cuneo, Borgo San Dalmazzo 1943, pp. 101-116; R. Collino Pansa, A. B. B., in La Scala. Rivista dell'Opera (Milano), dicembre 1956, n. 85, pp. 49-53; F. J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, II, Paris 1875, p. 99; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, pp. 216 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 257; Suppl., pp. 130 s.; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, pp. 984 s.; The British Union-Catalogue of early Music printed before the year 1801, I, London 1957, pp. 140 s.; Enc. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 332; Encicl. dello Spett., II, coll. 1203 s.; La Musica. Encicl. storica,Diz., I, Torino 1968, p. 300.