BARBARO, Antonio
Nacque a Venezia il 19 nov. 1565, ultimo dei quattro figli del procuratore Marcantonio e di Giustina di Antonio Giustinian.
Divenuto membro del Maggior Consiglio, nel 1592 sposò Elena di Marcantonio Priuli. Capitano di Padova nel 1614, fu provveditore in Istria nel 1616-17 mentre si stava svolgendo il conflitto veneto-arciducale: tra le sue azioni belliche si ricorda la distruzione delle saline di Trieste. A causa di una malattia fu però costretto a chiedere d'essere sostituito e a rientrare in Venezia. Per poco però: l'anno dopo infatti esercitò la carica di viceprovveditore generale dell'armi nel Friuli, e nel 1619 di provveditor sopra le ordinanze in Istria (cfr. Arch. di Stato di Venezia, Provveditori da Terra e da Mar, 340 bis). Nominato all'inizio del 1620 procuratore della Procuratia de supra, partì ai primi di novembre per Zara, essendo stato creato provveditore generale di Dalmazia ed Albania (cfr. la relazione fatta in Senato il 29 giugno 1621, in Arch. di Stato di Venezia, Collegio Secreta. Relazioni, busta 66). Riformatore allo Studio di Padova nel 1622, detenne, nel 1624-25, la carica di provveditore generale in Terraferma, quando assai forti erano le preoccupazioni a Venezia per la questione valtellinese. Degna di particolare attenzione è la relazione che di questo generalato fece il B. al Senato il 2 dic. 1625 (cfr. Arch. di Stato di Venezia, Collegio Secreta. Relazioni, busta 52), densa di acute osservazioni e di pungenti suggerimenti i quali, in realtà, sono una serie di velate critiche alla condotta spesso troppo esagitata della Signoria.
Nel 1625 gli fu nuovamente conferita la carica di riformatore allo Studio di Padova. Per ben quattro volte, nel settembre 1623, nel dicembre 1624, nel gennaio 1625 e infine nel gennaio dei 1630 fu tra i candidati al dogato.
Morì il 26 maggio 1630.
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. Querini Stampalia, ms., cl. IV, cod. L, Diario veneto degli anni 1616, 1617, 1618, cc. 3 r, 9 r, 14 r, 0 r, 66 v, 71 v; Ibid., ms., cl. IV, cod. DXC, A. della Queva marchese di Bedmar, Relazioni di Venezia, c. s v; Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 1495, Relatione delli moti interni della Rep. dal 1626 al 1630, p. 65.; Lettere inedite di fra Paolo Sarpi a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma, 1615, a cura di C. Castellani, Venezia 1892, p. 8 n. i; Venezia, Bibl. naz. Marciana, ms., cod. Ital., cl. VII, 8304 (XV), G. A. Capellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, c. 101 r, I. P.; Tomasini, Gymnasium Patavinum, Utini 1654, pp. 348, 440; I. Simlero, Epitome bibliothecae Conradi Gesneri, Tiguri 1655, f. 91; F. Sansovino, Venetia città nobilissima, et singolare Venetia 1663, pp. 647, 650; B. Nani, Historia della repubblica veneta, Venetia 1676, pp. 120, 136, 231; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, IV, Venezia 1834, pp. 103, 620; C. Yriarte, La vie d'un Patricien de Venise au seizième siècle, Paris 1874, pp. 417, 418, 419, 421, 424; B. Benussi, Pola nelle sue istituzioni municipali sino al 1797, in Miscell. di storia veneto-tridentina, I, Venezia 19:15, p. 435; G. Cozzi, Il doge Nicolò Contarini. Ricerche sul patriziato veneziano agli inizi del Seicento, Venezia-Roma 1958, pp. 287, 288; A. Da Mosto, I dogi di Venezia, Milano 1960, pp. 356, 360, 367, 372.