BAIETTI (di Baietto), Antonio
Nacque a Udine forse intorno al 1380; nel 1423, insieme con Domenico Lu Domine, dipinse l'Incoronazione della Vergine nel catino dell'abside della basilica di San Giusto a Trieste.
L'abside della basilica venne demolita e rifatta nel 1843 e dell'Incoronazione non si salvarono che due mutili frammenti con le teste del Cristo e della Madonna (Trieste, Museo di storia e arte); ci resta però un disegno acquerellato dell'ottocentista triestino G. Merlato (ibid.), che ne conserva la composizione.
Quell'affresco portava un'iscrizione, la quale diceva: "Anno millesimo quadringentesimo vigesimo tertio indictione prima, factum est hoc opus - Dominicus dictus Domine et Antonius Bayeti de Utine pinxerunt" (testo integrato nelle lacune: cfr. R. Marini, 1951).
Dalla iscrizione riportata da L. De Jenner sappiamo che il B. era meno importante e forse in sottordine di Lu Domine, che ha il primo posto nell'epigrafe, e che i due pittori erano nati a Udine: quel "de Utine" infatti deve riferirsi a entrambi. Quanto alla data di nascita, se i documenti non ce l'hanno tramandata, si può arrivare a fissarla per approssimazione. Da carte notarili (Joppi) sappiamo che i due maestri avevano già collaborato, nel 1410, in due chiese, tra le quali quella di S. Giovanni a Marano, nelle lagune friulane. Possiamo giudicare, dai dati offerti da quelle testimonianze, che i due pittori, probabilmente coetanei, erano allora sulla trentina. Il B. morì a Udine dopo il 1445.
Poiché è impossibile distinguere le due mani in quell'affresco, possiamo pensare che il loro linguaggio, se non il loro valore poetico, fosse similare. Comunque, nei due mutili lacerti salvati di quella pittura troviamo evidenti i modi del tardo Trecento bolognese e, possiamo anche precisare, della corrente vitalesca. Vìtale infatti dipinse nel 1349 nel duomo di Udine una storia del beato Bertrando, affresco tuttora conservato. Romagnoli e bolognesi, e in particolare Vitale e la sua scuola, lavorarono largamente in tutto il Friuli. È possibile quindi che il B., come il pittore Lu Domine, appartenga alla terza generazione della scuola vitalesca attiva in Friuli a cavallo dei due secoli. Se quella scuola e le scuole emiliane affini inaridirono quasi improvvisamente, ciò è dovuto alla grande raffinatezza della loro pittura, come testimoniano i due frammenti di Trieste: raffinatezza che l'estremamente rude cultura del Friuli di quel tempo non comprendeva né poteva comprendere.
Fonti e Bibl.: Trieste, Bibl. Civica, Arch. diplomatico, L. De Jenner, Le chiese di Trieste,ms. 1-1B6, pp. 47 r e v, 48 v, 50 r, 83 v, 84 r; G. Mainati, Croniche ossia memorie storiche sacro-profane di Trieste, Venezia 1817, II, p. 21; V. Joppi, Contributo quarto ed ultimo alla storia dell'arte nel Friuli.... Venezia 1894, pp. 10 s.; A. Tamaro, Storia di Trieste,Roma 1924, II,p. 422; C. [G. B. Corgnali], Baietto e lu Domine in Memorie storiche forogiuliesi,XXXVIII (1942): pp. 96 s.; R. Marini, La scuola di Tolmezzo, Padova 1942, pp. 12 s.; R. Longhi, Viatico per cinque secoli..., Firenze 1946, p. 7; R. Marini, Domenico lu Domine e A. B. e l' "Incoronazione della Vergine" a San Giusto,in Arte veneta,V(1951), pp. 87-93; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, I, p. 580 (sub voce Antonio Baietti).