ARQUATO, Antonio
Ben poche le notizie sicure, su di lui ed oscillante perfino la forma del nome, ora in stampe e manoscritti latini Torquatus, ora italianamente Arcoato, ma sempre Arquato e Arquatus nelle edizioni uscite lui vivente. Ferrarese si dice nei pronostici da lui pubblicati per gli anni dal 1491 al 1495. Celebrato come astrologo insigne da scrittori contemporanei o di poco più tardi, il Borsetti avanzò l'ipotesi che fosse stato maestro nello Studio ferrarese, ma senza addurre documento alcuno. In realtà nel pronostico italiano per il 1494, stampato a Ferrara il 9 dic. 1493, egli si dice per la prima (e unica) volta "doctor de la arte de medicina"; così come nel breve pronostico latino per il medesimo anno si legge: "compendium parvulum, quod XXI augusti in gymnasio meo ferrariensi condidi". Ugualmente nel pronostico per il 1495 è detto che fu composto "in gymnasio meo ferrariensi". Medico e astrologo, la sua attività principale dovette esser la medicina; a più riprese, infatti, sottolinea che ai calcoli astrologici si dà solo quando gli è lasciato tempo ("la nobilissima et celebranda astrologia - si legge nel pronostico per il 1491 - a la quale quando ocio me è concesso attendo"; "essendo per dovere scrivere - dice ancora nel 1494 - quanti incommodi le leze celeste questo anno minacino a mortali, fume forcia, lasata in terra uno poco la cura de medicina, ascendere al cielo").
Circa le vicende della sua vita, il Thorndike avanzò l'ipotesi che, come molti dotti italiani, fosse stato fino al 1490 in Ungheria, inferendola dal fatto che a Mattia Corvino è dedicata la celebre profezia de eversione Europae;morto il re, sarebbe tornato in Italia per passare al servizio di Alfonso d'Aragona, duca di Calabria, a cui con grandi lodi offre il pronostico per il 1491, il primo documento a stampa che abbiamo con data sicura. Va tuttavia osservato che tutti i cinque pronostici sono datati da Ferrara, e appaiono composti lì; che sul cadere del 1490, quando stende il primo, l'A. parla in tono assai dimesso ("te dignarai le giovene mie lucubratiuncule acceptare"), né figura ancora maestro o dottore, ma semplice 'cultore' di studi medici e astrologici; che non tutti i pronostici sono dedicati ad Alfonso, laddove taluni non hanno dedica, e quello latino per il 1494 è dedicato a 'Ferdinando re di Spagna e di Castiglia, e suo unico signore'. Né le dediche all'Aragonese, né quella a Mattia Corvino, provano una sua effettiva presenza come astrologo a tali corti.
Tutte le nostre notizie si ricavano attualmente dai cinque pronostici a stampa, o ci riconducono nel giro di quei cinque anni. Il documento più notevole dell'eco della sua attività è, infatti, un Iudicium eversionis Europae dei tre astrologi Carolus Drusianus, Odoardus Famiensis e Americus Polonus, che si suppone siano stati al servizio di Mattia Corvino. Il Drusianus rivolgendosi all'A. gli ricorda la predizione de eversione Europae,da lui dedicata appunto "Matthiae Voivodae Regi Ungariae". In seguito ad essa, continua, "a nostris principibus publice hortati et exorati fuimus velle nos ista tua epitomata diffusius et clarius interpretari et examinare, si sint ut credebant rationabiliter edita, quo ipsi omnia postmodum intelligerent; quamobrem Odoardus et Americus ad me se contulere". In altri termini, in seguito alla grave profezia dell'A. sugli effetti delle congiunzioni del 1504-07, era stata nominata dai principi una commissione di astrologi presieduta dal Drusianus che invia all'A., "decus nostrum" e "astrologorum splendor", una specie di relazione, che giustifichi, illustri ed integri il celebre pronostico. E questo è fatto con estrema venerazione per l'A. ("mirabuntur fortasse, o Antoni, sublimes virtutes tue, quod nos simus ausi imponere manus in rebus tuis"; e tuttavia "humanitate tua freti conscripsimus, ut astrologie, scientiarum imperatricis, fulgor detegatur"). Interessante è che anche questo testo singolare compaia a stampa a Bologna, da Ercole Nani, intorno al 1493; così come Ludovicus Lucianus, dottore nelle arti e in medicina, per esaltare la fama dell'A., gli dedica nel 1495 il proprio pronostico per il 1496. Le notizie sicure intorno all'A. e all'opera sua si addensano tutte fra il 1490 e il 1495.
Oltre al de eversione Europae,ci restano dell'A., a stampa, i pronostici annuali dal 1491 al 1495, spesso in doppia redazione, italiana e latina, di varia ampiezza e importanza. Il primo, in volgare, intitolato Fatali prodigii delle stelle in lo anno 1491, compiuto il 24 nov. 1490 e stampato a Pavia da Gabriele Grassi, ha un ampio preambolo di carattere filosofico, sulla costituzione dell'universo e sul fondamento della scienza astrologica. Colpisce, nella lunga lista di autorità filosofiche, la presenza dei platonici messi di moda dal Ficino ("Plotino doctissimo, Speusippo, Xenocrate"). Seguono le predizioni in quattordici parti, dalle previsioni del tempo, ai terremoti, alle carestie ed epidemíe, alle vicende del popoli, al "fato de li signori et de la secta de Maumeto". A proposito della Curia si legge che "alcune discordie et inimicitie fra loro nasceranno et el colegio de cardinali non serà unito, ma uno principe nascostamente li zenerarà lite e discordia", mentre "li prelati zoveni li venerei piaceri amaranno". Le previsioni per singoli paesi sono generiche; la "difficile" Ungheria avrà discordie e ansietà. Al Magnifico Lorenzo capiterà una gravissima malattia, e minacce di morte. Il pronostico per il 1492 (Astrorum fata 1492),del 21 sett. 1491, dedicato all'Aragonese, stampato a Ferrara da Lorenzo de' Rossi, in latino, ha una struttura molto simile, e predizioni ugualmente generiche. Per il 1493 abbiamo il pronostico in italiano (La volontà delle stelle dil anno Milli quatrocento novantatre)e in latino (Siderum vota anni 1493).Per il 1494 il breve pronostico latino, edito a Bologna il 6 dic. 1493 da Ercole Nani e dedicato a re Ferdinando, è presentato come compendium parvulum,mentre la redazione italiana esce qualche giorno dopo a Ferrara (Iudicio de maistro Antonio arquato doctor de la arte de medicina sopra lano 1494 impresso in Ferrara a di 9 di decembro 1493).La stampa del pronostico italiano del '95, uscita a Venezia (Paganino de' Paganini), non ha dedica; la profezia stesa a Ferrara il 13 dic. 1494 è dichiarata valida anche per gli anni seguenti, ed è annuncio di sventura, e di amare delusioni per quanti speravano "ogni cosa doverli resultare in aurea etade o similitudine". L'A. prevede, al contrario, "effusione di sangue, ruine e strage". L'edizione latina fu stampata a Roma, da Eucharius Silber, dopo il 22 ott. 1494.
Non esistono edizioni quattrocentesche del più noto pronostico dell'A., il de eversione Europae,che secondo il Thorndike sarebbe comparso la prima volta in latino ad Anversa nel 1522, e poi ristampato un gran numero di volte (nel 1534, nel 1535, nel 1536, nel 1544, nel 1552), per essere alla fine incluso nel 1602 da Marquard Freher nei suoi Rerum Germanicarum scriptores.Iltitolo nell'edizione del 1534 (senza altre indicazioni) è: De eversione Europae prognosticon D. Magistri Antonii Torquati Artium et Medicinae Doctoris Ferrariensis, Clarissimique astrologi, ad serenissimum Mathiam Regem Ungarorum anno Christi 1480 conscriptum, ab eodem anno usque ad 1538 durans.Una edizione italiana che fu variamente datata (dal Copinger attribuita al 1500; dai cataloghi del British Museum al 1505 o al 1510), e dove il nome dell'autore è Antonio Arcoato, reca un titolo un po' diverso: Pronostico generale e divino ... fatto dell'anno MCCCCLXXX. Al Serenissmo Re d'Ungharia, de tutte le guerre successe in Italia, et fora d'Italia per infin'al 1550. fra i Christiani: e Turchi et altre nationi.
Il testo latino del 1534 sembrava contenere l'annuncio, fra l'altro, del Sacco di Roma ("Roma vi expugnabitur, et exercitui Imperatoris Romani praeda fiet, et in ea interficientur multi. Papa vel fugabitur, vel capietur"); di Lutero ("veniet ex septentrione heresiarcha magnus"); delle tribolazioni della Chiesa fino alla sua purificazione. Non è difficile, confrontando questo pronostico con gli altri, vederne, con talune somiglianze di struttura, differenze che indicano, forse, le interpolazioni e i rimaneggiamenti a cui il testo originale dell'A. dovette essere via via sottoposto. Già il Borsetti aveva osservato le divergenze fra i codici, e il Tiraboschi segnalò le note marginali di un manoscritto estense; il Thorndike, finalmente, nel Vat. Barb.904ha studiato una redazione in cui i grandi eventi sono collocati "circa annum 1507". Così nel Vat. Urb.526 la fine è: "fietque unum Ovile veri pastoris Domini nostri Iesu Christi, cuius et laus, honor et gloria in saec. saec. Amen". Va tuttavia rilevato che proprio i presagi ritenuti inseriti post eventum, quale quello del grande eresiarca settentrionale, si trovavano nel testo che il Drusianus e i suoi colleghi leggevano intorno al 1490.
Solo lo studio compiuto delle varie redazioni, a cui attende D. Cantimori, potrà illuminare la composizione e le vicende di un testo riprodotto ancora nel '700.
Bibl.: Le edizioni dei pronostici sono descritte nel Gesamtkatalog der Wiegendrucke,2551-2559g. La redazione vulgata del Prognosticon de eversione Europae compare nei Germanicarum rerum scriptores varii, partim hactenus incogniti,II,Francofurti 1602, pp. 167-173 (ed. 1637, II, pp. 169175; ed. 1717, 11, pp. 387-394), "ex bibliotheca Marquardi Freheri".
Sull'A. scarne notizie danno: F. Borsetti, Historia almae Ferrariae gymnasii, II,Ferrariae 1735, p. 28; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 1119 (con qualche indicazione di fonti). Del De eversione Europae studiò la composizione J. Rohr, Eine Prophezeiung aus dem Zeitalter der Reformation, in Histor-polit. Blätter, CXVIII(1896), pp. 808-826, 861-881; Id., Die Prophetie im letzten Jahrhundert vor der Reformation,in Histor. Jahrbuch,XIX (1898), pp. 29-56, 447-466. Un'analisi e un giudizio delle sue componenti dà D. Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Ricerche storiche, Firenze 1939, pp. 18-21; ma una sua più ampia ricerca sull'A. è in preparazione (v. intanto D. Cantimori, Note su alcuni aspetti della propaganda religiosa nell'Europa del Cinquecento,in Aspects de la propagande religieuse,Genève 1957, pp. 343-346). Un breve studio d'insieme sull'A. e un esame preliminare dei mss. offre L. Thorndike, A History of magic and experimental Science, IV,New York 1934, pp. 467-473.