ARGENTI, Antonio
Scultore, nato a Varese il 27 marzo del 1845, passò l'infanzia a Viggiù nel Varesino, terra classica di scalpellini, dalla quale passò all'Accademia di Brera di Milano allievo dello scultore Pietro Magni. Nel 1876 vinse il premio Canonica con un bassorilievo raffigurante la morte di Giulio Cesare, ora nel Castello Sforzesco. Modellatore efficace, possedette perfettamente il mestiere, e la sua produzione, specialmente funeraria, è vastissima. Nel Cimitero monumentale di Milano esistono più di cinquanta opere sue: la Riconoscenza, per la tomba Chiesa; la Desolazione, per la tomba Boschi; la Vedova, per la tomba Salvioni; l'Amore infranto, per la tomba Longoni; la Vestale, per la tomba Guaita; il Tempo, per la tomba Rancati, l'Angelo, per quella Clerici ecc. Altre opere sue sono: a Livorno nel cimitero, l'Angelo della mestizia, sulla tomba Klein-Coppa; a Londra, il monumento Osborne; a Varsavia, la tomba Zamoyska; a Leningrado, il monumento Mitussoff; come nei cimiteri di Mannheim, di Jassy in Romenia, di New York. Delle sue sculture minori, alcune, specialmente piacevoli, come Primavera, Bagnante, La donna velata, la Brianzola, Carmen, ecc., furono riprodotte più volte. A 60 anni, ammalato, si ritirò nella sua dimora di Viggiù, dove morì quasi dimenticato il 5 ottobre del 1916.
Bibl.: A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1906; C. Ferrini, in Critica, 14 luglio 1889; E. Verga, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908.