ARCIONI, Antonio
Capo di volontarî, nato a Blenio nel Canton Ticino il 21 settembre 1809. Partì giovanissimo per la Spagna, dove si arruolò nei Cacciatori di Oporto, combattendo contro i carlisti. Fu ferito in Biscaglia. Lasciata la Spagna nel 1844, entrò come capitano nell'esercito svizzero e fece la campagna del Sonderbund nel 1847. Scoppiata la rivoluzione del 1848 in Italia, corse contro gli Austriaci in Valsabbia, nelle Giudicarie e al ponte delle Sarche. Sciolto questo corpo, rimase a Milano fino al febbraio del 1849, allorché fu chiamato a Roma da Francesco Fossati, per assumere il comando di una banda di emigrati italiani residenti in Roma, forte di 600 uomini da lui organizzati in una legione di otto compagnie, che si distinse nel glorioso combattimento del 30 aprile. Negatogli dal ministro Avezzana il grado di generale, l'Arcioni si dimise da comandante della legione, e l'11 maggio sciolse i suoi volontarî.
Il Triumvirato allora richiamò l'A. e gli affidò un comando misto di nove piccole bande, di un battaglione leggiero (comandato dal maggiore Pandolfini) e di due distaccamenti cosiddetti volanti agli ordini del Forbes e del Cavanna, e, dopo avergli concesso il grado di generale, lo incaricò di sollevare la Comarca. Rientrato poi in Roma prese parte attivissima ai combattimenti del 24 e 30 giugno; caduta la repubblica, ripassò il confine ticinese e si ritirò a Blenio, dove ebbe alte cariche pubbliche, facendo parte anche del consiglio federale svizzero. Morì nel 1859.