ALTOVITI, Antonio
Nacque in Firenze il 9 luglio 1521 da Bindo e da Fiammetta Soderini. Di ingegno versatile, fu avviato alla carriera ecclesiastica, sotto la protezione di uno dei più autorevoli prelati fiorentini del primo Cinquecento, il cardinale Niccolò Ridolfi. Da questo ebbe il 25 maggio 1548, a ventisette anni, la diocesi di Firenze; a sua volta egli passò al protettore alcuni benefici minori di cui era in possesso. La nomina avvenne contro la volontà di Cosimo de' Medici, che accomunava gli Altoviti ai propri oppositori. A causa di questa tensione la nomina non ebbe possibilità di essere mandata a effetto se non nel 1567, quando l'A. prese possesso della diocesi e iniziò la residenza. Durante i quattro lustri intercorsi era rimasto a Roma in Curia, dove fu successivamente chierico e decano della Camera apostolica e segretario di Paolo III. Sembra che nel 1549 ricevesse la consacrazione episcopale dal vice gerente di Roma Giovanni Lunelli. Esplicò notevole attività durante la carestia di Roma nel 1559, al fianco del cardinale A. Sforza. Alla terza ripresa del concilio fu inviato a Trento, ove giunse il 7 febbr. 1562, rimanendovi sino alla sessione conclusiva della quale sottoscrisse gli atti. Durante il concilio non ebbe però una attività particolarmente significativa; alla fine dei lavori rientrò a Roma sino al riavvicinamento con Cosimo I, che consentì l'ingresso solenne in diocesi il 15 maggio 1567. Da questo momento in poi l'A. si dedicò al governo della sua Chiesa con buon impegno. Il 22 marzo 1568 iniziò la prima visita pastorale post-tridentina, che condusse a termine entro l'anno successivo, valendosi dell'opera di vari convisitatori. Subito dopo la fine della visita convocò un sinodo diocesano, di cui si conservano le costituzioni a stampa. Pochi mesi prima della sua scomparsa tenne anche, dal 9 al 14 apr. 1573, Un concilio provinciale per coordinare l'applicazione dei decreti del concilio ecumenico nelle varie diocesi a lui soggette. La sua opera fu interrotta dalla morte avvenuta il 28 dic. 1573, a soli cinquantadue anni. Fu unanimemente giudicato prelato di assoluta integrità morale e di notevole sensibilità spirituale e culturale: sembra avesse una buona conoscenza del greco. Secondo alcuni la grossolanità delle maniere gli impedì l'accesso al cardinalato; può essere più realistico attribuire la mancata promozione alla morte in giovane età o a una possibile opposizione di Cosimo.
Di suoi numerosi trattati filosofici non è rimasta che la semplice notizia e il titolo, senza che nessuno degli autori che li citano mostri di averli visti. Oltre ai decreti del sinodo diocesano (Firenze 1569) e del concilio provinciale (Firenze 1574 e J. D. Mansi, Sacror. Conciliorum Nova et Ampliss. Collectio, XXXV, Parisiis 1902, coll. 723-806) si conoscono solo: Elementi di Euclide dal greco tradotti in lingua toscana, Romae 1545 e due pareri canonistici: De praecedentia e De fructibus in Salviano restituendis non a die remotae litis, editi a Roma nel 1676.
Fonti e Bibl.: L. Cantini, Vita di mons. A. A., ms. presso l'Arch. dell'Acc. della Colombaria; A. Lapini, Diario Fiorentino dal 252 al 1256, Firenze 1900, pp. 156-186; D. Moreni, De ingressu Antonii Altovitae archi episcopi fiorentini historica descriptio incerti auctoris, edidit..., Florentiae 1815; Ingresso di Antonio Altoviti, a cura di P. Fanfani, Firenze 1868; Oratio funebris... Antonii Altovitae..., Florentiae 1574; C. Aznaroni, Oratio funebris in obitum ill. ac rev. D. A. A., Florentiae 1574; Concilium Tridentinum, I, II, III, VIII, IX, XI, ed. soc. Goerresiana, Friburgi Brisgoviae 1901-37, cfr. Indice dei nomi; E.Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, III, Venetiis 1718, col. 188; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753 pp. 546-547; A. Ceracchini, Cronol. sacra dei vescovi e arciv. di Firenze, Firenze 1761, pp. 183-193; F. Inghirami, Storia della Toscana, XII, Fiesole 1843, p. 88; L. Cantini, Vita di Cosimo de' Medici, Firenze 1805, passim; Almanacco biografico per gli eruditi toscani, San Miniato 1834, p. 99; L. Passerini, Genealogia e storia della famiglia Altoviti, Firenze 1871, pp. 59-63; Dia. d'Hist. et de Geogr. Ecclés., II, coll. 841-842.