AGLI, Antonio
Figlio di Francesco di Bellincione e di Vaggia di Giovan Matteo Corsini, nacque a Firenze verso il 1400. Dottore in diritto canonico, latinista e grecista, nel 1428 gli fu conferito il canonicato laurenziano del titolo dei SS. Cosma e Damiano, istituito da Giovanni di Bicci de' Medici; lo cedeva però il 17 dic. 1436 a Mariano de' Buonincontri, non potendo cumularne i doveri con quelli derivantigli dalla propositura di Poggibonsi e dalla prioria dei Santi Apostoli di Firenze, alle quali era stato nominato. Nel 1438 gli fu conferito un canonicato di libera collazione nella metropolitana fiorentina, divenendo nel 1462 decano del capitolo. Negli anni del soggiorno fiorentino, il papa Eugenio IV lo nominò pedagogo del nipote Pietro Barbo (il futuro Paolo II); ciò costituì la premessa degli ulteriori successi dell'A. nella carriera ecclesiastica. Divenuto papa, infatti, il Barbo lo volle con sé a Roma e lo colmò di onori. Nel 1465 lo nominò arcivescovo di Ragusa, ma l'A. non accettò, non volendo risiedervi, attirandosi, secondo Vespasiano da Bisticci, il momentaneo risentimento di Paolo II. Deposto il 24 dicembre dello stesso anno quel titolo, ottenne nel 1466 il governo della diocesi di Fiesole, che resse fino al 4 maggio 1467. Ancora Paolo II, il 30 apr. 1470, gli conferì la diocesi di Volterra, a capo della quale rimase fino alla morte.
Non furono soltanto questi gli incarichi avuti per effetto del favore papale; fin dal 1439 Eugenio IV lo aveva nominato pievano dell'Impruneta presso Firenze, e l'A. restò sempre legato a questa chiesa, tanto da ottenere il privilegio di conservarne la rettoria anche da vescovo; ne restaurò l'edificio, impiegando 12.000 fiorini per dotarla di un collegio di sacerdoti addetti al culto. Né dimenticò di beneficare i membri della famiglia Buondelmonti - patrona del santuario - fondando, in loro favore, un canonicato in S. Maria del Fiore; per i propri nipoti fondò la commenda di Malta di S. Maria Annunciata di Mucciano. Mentre era vescovo di Volterra, il 3 marzo 1471, ebbe ancora da Paolo II l'incarico di assegnare le costituzioni alla collegiata di S. Gimignano, e da Sisto IV (20 sett. 1471) fu inviato nuovamente in quella città come arbitro in una lite insorta fra il proposto ed i canonici, circa la collazione di alcuni benefici.
Zelante pastore, si citano (Ughelli, Tiraboschi) di lui alcuni scritti agiografici (ma non furono portati a termine, nonostante le esortazioni di Niccolò V, suo vecchio amico). Più noto, invece, come uno degli accademici platonici, amico del Ficino e suo sostegno nelle difficoltà finanziarie; con il Landino, i Marsuppini, il Ficino ed altri fu uno dei nove convitati da Lorenzo il Magnifico alla celebrazione dei parentali di Platone (7 nov. 1474), che avrebbe dovuto rinnovarne l'uso nei tempi moderni; già il 22 ott. 1441 aveva preso parte alla gara poetica indetta in S. Maria del Fiore, facendovi leggere da Antonio di Matteo di Meglio un "capitolo" sull'amicizia, accolto tra i migliori di quelli presentati al concorso, conclusosi, del resto, senza vincitori.
Il 24 marzo 1468 fece testamento, chiedendo di essere sepolto in S. Maria del Portico; ma fu tumulato, forse per sua disposizione successiva, in S. Maria dell'Impruneta; una lapide posta dalla nipote Dianora di Bernardo, suo fratello, ne ricorda la morte, avvenuta nel 1477.
Fonti e Bibl.: Delle opere di lui parlano diffusamente, citandone i titoli e rimandando ai manoscritti che li conservano, il Negri, il Mazzuchelli e, più criticamente, il Moreni, il Flamini (che pubblica in parte il testo del "capitolo" sull'amicizia) e il Della Torre. Per le notizie biografiche: Arch. di Stato di Firenze, Carte Pucci, Alberi, busta 1,n. 5 (per una più sicura sistemazione di A. nella genealogia degli Agli); Vespasiano da Bisticci, Vite di uomini illustri del sec. XV..., Firenze 1859,pp. 207-208; S. Ammirato, Vescovi di Fiesole, Volterra e Arezzo, Firenze 1637, pp. 47 e 174; E. Gamurrini, Istoria genalogica delle famiglie illustri toscane e umbre, V, Firenze 1685, p. 289; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 1459 III, ibid. 1718, coll. 261-262; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 52; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1,Brescia 1753; pp. 185-186; S. Salvini, Catalogo cronologico dei canonici della Chiesa Metropolitana fiorentina, Firenze 1782, pp. 41, 171-173; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VI, 1, Firenze 1807, pp. 313-314; D. Moreni, Continuazione delle memorie istoriche della Basilica di S. Lorenzo, II, Firenze 1817, pp. 131-143; F. Flamini, La lirica toscana del Rinascimento, Pisa 1891, pp. 5, 25, 41-45, 286, 380, 471-472; A. Della Torre, Storia dell'Accademia platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 775-776, 814; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II, Monasterii 1914, pp. 170, 243, 297; V. Rossi, Il Quattrocento, Milano 1938, p.114; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 963.