ADIMARI, Antonio
Figlio di Baldinaccio di Forese, prese parte con i Medici, i Bordoni, i Rucellai e gli Aldobrandini alla congiura ordita dai Pazzi e dai Cerchi contro Gualtieri di Brienne (1343); a questo scopo chiese anche aiuti ad amici di Siena. Svelata la trama da un Brunelleschi, il duca lo chiamò a sé e lo fece imprigionare. La sua cattura mise in allarme gli altri congiurati, che organizzarono un tumulto popolare (26 luglio 1343), sicché Gualtieri fu costretto a liberare l'Adimari. Con Giovanni della Tosa e Geri dei Pazzi, dopo la cacciata del duca, cercò l'accordo con il vescovo Angelo Acciaiuoli, per evitare che il potere fosse dato ai Grandi, e riuscì nel suo intento con l'appoggio del popolo. Questo atteggiamento gli procurò l'aggregazione ai popolani (1345),insieme con i fratelli e nipoti. Fu ambasciatore ad Arezzo (1344), a Siena (1345) e presso Clemente VI (1346), per ottenere la revoca dell'interdetto lanciato a motivo delle contese fra il Comune di Firenze e l'inquisitore sui privilegi del foro ecclesiastico. Nel 1347 fu inviato ambasciatore incontro a Luigi di Ungheria e nel 1355 presso l'imperatore Carlo IV. Fece testamento nel 1358, lasciando suoi eredi i fratelli Bindo e frate Angelo, domenicano; fu sepolto in Santa Maria del Fiore.
Fonti e Bibl.: G. Villani, Cronica,Trieste 1857, pp. 430, 452, 453, 454, 456, 457, 460, 478, 503; Cronaca Fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani,in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XXX, 1, a cura di N. Rodolico, pp. 203, 204, 206, 216; L. Bruni, Historiae Florentini populi, ibid.,2 ediz., XIX, 3, a cura di E. Santini e C. Di Pierro, pp. 164-165; A. Adimari, La Clio...,Firenze 1639, p. 77; Id., Memorie appartenenti alla famiglia degli Adimari...,in Delizie degli Eruditi toscani,XI, Firenze 1778, pp. 242-243; G. Capponi, Storia della Repubb. di Firenze,I, Firenze 1875, pp. 204, 206-210. A.