FRANCHINA, Antonino (Nino)
Figlio di Salvatore e di Angela Emanuele, nacque a Palmanova, nel Friuli, il 25 giugno 1912. Dieci mesi dopo la sua famiglia, di origine siciliana, si trasferì a Palermo, dove il F. trascorse la sua giovinezza.
A vent'anni fece la sua prima esperienza espositiva nella III Mostra del Sindacato fascista belle arti della Sicilia, tenutasi nel 1932 a Palermo, rassegna regionale alla quale partecipò costantemente negli anni Trenta. Nel 1933 fece parte del gruppo di artisti siciliani chiamati a rappresentare la loro regione alla prima Sindacale nazionale di Firenze, dove espose Pugilatori (ubicazione ignota). L'anno seguente completò gli studi all'Accademia di belle arti palermitana, dove era stato allievo, tra gli altri, dello scultore A. Ugo. Sempre nel 1934, in maggio, presso la galleria Il Milione di Milano, espose insieme con i conterranei G. Barbera, Lia Pasqualino Noto e R. Guttuso, i quali, l'anno seguente, si riproposero in gruppo, allestendo una mostra, accompagnata da una presentazione di C. Carrà, presso la galleria Bragaglia di Roma.
Nel 1936 il F. si trasferì con Guttuso a Milano dove rimase circa un anno entrando a far parte di "Corrente" e partecipando alle varie iniziative culturali del gruppo. Con l'amico e con la Pasqualino Noto nel 1937 espose alla galleria La Cometa di Roma, città nella quale nel febbraio del 1939 sposò Gina Severini, figlia del pittore. Nello stesso anno prese parte alla III Quadriennale romana, rassegna che lo vedrà presente spesse volte in seguito, esponendo tre terracotte, tra cui un Ritratto della madre (Roma, Basilio Franchina) e il Nudino (Ibid., Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea).
Come il coevo Ritratto di Guttuso del 1938 (Palermo, Civica Galleria d'arte contemporanea) e come diverse altre opere di questo periodo, il Nudino è una scultura di piccole dimensioni, realisticamente tratta dalla sfera del quotidiano, in cui la materia viene trattata in chiave espressionistica. Nella produzione di questi anni del F. - scrive De Micheli (1958, p. 140) - "la sua scultura tende a una nervosità di figurazione che ricorda certe immagini guttusiane di quel tempo". Presentando la prima personale del F., allestita nel 1943 presso la galleria Minima di Roma, A. Moravia notava che "nei nudi… Franchina ha saputo liberarsi di certe soluzioni deformative… Il suo cammino è quello della realtà".
Stabilitosi a Roma, nel 1940 e nel 1942 il F. partecipò alle ultime due mostre del Sindacato fascista belle arti del Lazio. Nel 1944, a liberazione avvenuta, prese parte alla mostra "L'arte contro la barbarie" alla galleria Il Secolo. L'anno seguente, sempre a Roma, aderì all'Art Club, partecipando a molte delle mostre organizzate dall'associazione, che riuniva artisti e tendenze stilistiche anche opposti, sia in Italia sia all'estero.
Di ritorno da un viaggio in Sicilia, nel 1946 il F. lavorò a Roma alla scultura Sammarcota, o Portatrice di pietra (Roma, eredi Franchina), esposta nell'aprile del 1947 nella personale romana alla galleria Lo Zodiaco: l'opera segna il passaggio dal realismo a una sintesi plastica, alla formulazione della quale concorrono sia il confronto con la scultura europea contemporanea (H. Moore, J. Lipschitz, H. Laurens, ad esempio) sia la suggestione della scultura arcaica e classica della Sicilia. Nel giugno del 1947 espose alla galleria della Spiga di Milano insieme con gli artisti che, affiancati dal critico G. Marchiori, avevano dato vita l'anno prima al Fronte nuovo delle arti e che, nel 1948, presero parte in gruppo (G. Turcato, R. Guttuso, E. Vedova, E. Morlotti e gli scultori A. Viani e L. Leonardi, tra gli altri) alla XXIV Biennale di Venezia; alla rassegna internazionale, alla quale partecipò assiduamente nel corso della sua attività, il F. espose tre gessi, tra cui la distrutta Figura sdraiata, del 1948, scultura stilisticamente vicina alla Sammarcota.
Nella primavera del 1949 il F. allestì la sua prima personale a Parigi, dove aveva saltuariamente risieduto dal 1946, partecipando contemporaneamente al Salon de la jeune sculpture (Musée Rodin) al quale prenderà spesso parte in seguito. A Parigi conobbe, tra gli altri, lo scultore rumeno C. Brancusi, rimanendo influenzato dal suo lavoro. Al cambiamento stilistico, che il F. operò passando dalla figurazione a una forma plastica integralmente aniconica, contribuirono anche influenze delle avanguardie storiche, ad esempio quella futurista. Tali istanze si riscontrano nelle sculture in lamiera policroma - come Rapace (1952), del Museo d'arte moderna di Bolzano - che il F. realizzò negli anni Cinquanta "portando avanti i risultati stilistici di Brancusi, di Gabo e di Pevsner" (N. F., 1997, p. 108). Queste opere, iniziate a realizzare nel 1950 presso la carrozzeria automobilistica diretta dall'amico P.L. Siena a Bolzano, vennero presentate due anni dopo sia nella personale milanese alla galleria del Naviglio sia alla XXVI Biennale di Venezia, dove il F. espose Ala rossa (una versione della quale si conserva a Milano, presso la Fondazione Prada) e altre due sculture del 1952. Nel 1953 partecipò alla II Biennale della scultura ad Anversa, una delle molte rassegne straniere cui prese parte nel corso della sua vita, e alla mostra "Arte astratta italiana e francese", che si tenne presso la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.
A partire dalla metà degli anni Cinquanta il F. sottopose l'eleganza delle sue forme aereodinamiche a un trattamento della materia di matrice informale. Ne sono testimonianza, ad esempio, Ferro e fuoco del 1956 e Murale quarta, esposta l'anno seguente nella personale romana alla galleria Selecta (entrambe conservate a Roma, eredi Franchina). Nel 1958 gli fu dedicata una sala personale alla XXIX Biennale di Venezia (presentazione in catalogo di E. Villa) e l'anno seguente prese parte a Kassel alla seconda edizione di Documenta presentando sia l'Ala rossa del 1951 sia la più recente, e sofferta, Nike del 1958 (Roma, eredi Franchina).
Nel 1958 il F. realizzò Commessa 60124, una scultura in metallo di quindici metri d'altezza collocata nella Fiera di Genova, donata alla città, quindi collocata sul lungomare e, in seguito, distrutta. Sempre in chiave urbana si colloca la scultura Spoleto 1962, posta nei pressi del municipio della città umbra, che venne realizzata presso le officine dell'Italsider come il Cancello, eseguito per la casa spoletina del critico G. Carandente, Lo stregone (Torino, Galleria comunale d'arte moderna) e la Stele per Einaudi (1963), scultura alta quattro metri collocata dinanzi la biblioteca L. Einaudi a Dogliani.
Sempre nel campo della scultura monumentale e d'ambiente si collocano Castolin '70, eseguita quell'anno per la fabbrica Castolin di Losanna; La grande araldica, realizzata per Cortona, dove il F. aveva uno studio, in occasione dell'antologica dedicatagli dalla città toscana nel 1982; Labirinto, scultura in cemento realizzata nel 1981 nella città di Gibellina.
Nel 1964, nell'ambito del Festival dei due mondi di Spoleto, il F. realizzò una monumentale scultura per la scenografia dell'"opera" TheTestament of François Villon di E. Pound con coreografia di J. Butler. Due anni dopo gli fu riservata una sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia (presentazione di N. Ponente), esperienza che si ripeté nel 1972 nell'ambito della XXXVI edizione della rassegna lagunare. Nel 1975 gli venne dedicata un'antologica, per la cura di E. Crispolti, nell'ambito della VII Biennale d'arte del metallo di Gubbio.
Agli inizi degli anni Settanta risalgono i primi cilindri in ferro verniciato, forma che accompagnerà il F. negli anni. Intensa è anche la sua partecipazione a mostre di gioielli realizzati da artisti (1968, mostra di Darmstadt e Rotterdam; 1985, esposizione nella chiesa di S. Domenico a Fano). Nel 1986 presentò i suoi cosiddetti libri di ferro nella personale presso la galleria Mara Coccia di Roma e, nello stesso anno, partecipò con alcune di queste opere alla XI Quadriennale romana.
Il F. morì a Roma il 20 apr. 1987.
Fonti e Bibl.: M. De Micheli, Scultura italiana del dopoguerra, Milano 1958, pp. 140 s., 280; G. Carandente, N. F., Roma 1968; N. F. (catal.), a cura di G. Carandente, Cortona 1982; N. F. (catal., Bolzano), a cura di P. Dorazio - P.L. Siena, Todi 1990 (con bibl.); N. F. (catal., Fondazione Prada), a cura di G. Ballo, Milano 1993; C. Pirovano, in Scultura italiana del Novecento, Milano 1991, p. 240, fig. 355; Disegno italiano del Novecento, Milano 1993, ad Indicem; P. Ferri, in Catalogo generale della Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea, Roma 1995, ad Indicem; Il fronte nuovo delle arti. Nascita di una avanguardia (catal.), a cura di E. Crispolti - L. Caramel - L.M. Barbero, Vicenza 1997, pp. 124-129, 174-179 e passim; N. F. Antologica (catal.), a cura di T. Bonifacio - A. Franchina, Palermo 1997 (con bibl.).