Antonino da Firenze, santo
Della famiglia Pierozzi, nacque a Firenze nel 1389. Dotto domenicano, particolarmente versato negli studi giuridici e storici, nel 1446 venne da Eugenio IV eletto arcivescovo di Firenze. Morì nel 1459. Nelle sue cronache, composte tra il 1440 e il 1459, e diciassette volte stampate tra il 1484 (a Norimberga) e il 1586 (Lione), più volte parla di D., riferendo notizie biografiche ed esprimendo giudizi sul pensiero dantesco nella Commedia e nella Monarchia. La Chronicorum tertia pars (Lione 1586, tit. XX, par. 14, c. 250, 2d), ricordando il priorato di D. narra come egli, sdegnato che alcuni volessero chiamare un principe a Firenze per sedare le discordie, e turbato dalle minacce contro i Priori, " collegiis suadet uti animos capessant popolumque pro libertate ac tutela reipublicae in arma excitent ".
Nel medesimo tit. XX (par. 15, c. 252, 1d) menziona la condanna di D., asserendo che egli fu esiliato per l'invidia che si era attirata durante il Priorato; a c. 264, 2d ricorda l'assemblea dei Bianchi ad Arezzo nel 1303, sottolineando la presenza di D. e del padre del Petrarca. A c. 280, 1a, riferendosi ai tempi dell'esilio, cita l'epistola ai Fiorentini: " Extat Dantis epistola, amarissimis referta contumeliis, quam hac iam fiducia exulans contra Florentinos (ut ipse vocat) caecos scripsit [cfr. infatti Ep VI 22], et quas ante id tempus honorificentissimis compellere solebat verbis: tunc huiusmodi spe sumpta modum elatus acerbissime insectari non dubitat ". Più interessanti i giudizi espressi nel tit. XXI, cap. V, par. 2, c. 306, 2b, dove, citando If IV, rimprovera a D. due errori: " 1° de limbo puerorum non tangit; 2° antiquos sapientes... describit esse in campis Elysiis "; e interessantissima la replica a coloro i quali cercavano di difendere D. sostenendo che il Limbo della Commedia è immaginazione puramente poetica: " nec sufficienter defendunt eum qui dicunt istud non sensisse, sed ut poetam finxisse secundum opinionem aliquorum, quia cum liber ille sit in vulgari compositus et a vulgaribus frequentata lectio eius et idiotis, propter dulcedinem rythmorum et verborum elegantia, nec sciant discernere inter fictionem et veritatem rei, facile possunt credere esse talem statum in alia vita, quem fides Ecclesiae reprobat ". Ai precedenti errori aggiunge poco dopo (c. 306, 2f) anche quello d'aver condannato in If III 59-60 papa Celestino V " quem Ecclesia veneratur et miratur de humilitate". L'ultimo rimprovero (c. 307, 1ab) riguarda, infine, il terzo libro della Monarchia, essendo decisamente respinta la dottrina che l'Impero " nullam dependentiam habeat a papa sed a solo Deo, nisi solum in pertinentibus ad forum animarum, non in temporalibus ".
Bibl. - Quanto è detto su D. nel tit. XXI della terza parte del Chronicon si può leggere anche in A. Solerti, Le vite di D., Petrarca e Boccaccio, scritte fino al secolo decimosesto, Milano 1904, 152 ss.; cfr. " Bull. " III (1895-96) 54, 56; VIII (1900-01) 9.